Questo volume raccoglie le ricerche che l’autore ha dedicato a diversi aspetti della cultura architettonica a Bologna durante l’età napoleonica, tema che qui viene affrontato per la prima volta in chiave monografica e sistematica. Bologna fu un centro di prima grandezza dell’Italia napoleonica e in diverse occasioni contese il primato a Milano per detenere il ruolo di capitale di stato. Questo studio invita a esplorare una stagione progettuale tanto vivace quanto ancora poco sondata, leggendone le trasformazioni attraverso la lente dell’architettura civile e dei «piani» adottati allo scopo di riorganizzare razionalmente lo spazio a misura del «pubblico» e dei nuovi protagonisti di una società rivoluzionata. In particolare il lavoro si concentra sui progetti napoleonici per i grandiosi edifici di stato da realizzare nel centro della città, designata come capitale della Republica Cispadana; sul ruolo dei progettisti (da Giovanni Antonio Antolini a Giovan Battista Martinetti) nel definire il moderno linguaggio neoclassico per le architetture della nuova committenza altoborghese e filofrancese; sugli innovativi progetti per il cimitero della Certosa e infine sulle ville per Napoleone e i suoi funzionari nella fascia suburbana. A differenza di altri centri italiani, dove la progettualità di età napoleonica rimase confinata a uno stadio prevalentemente propositivo o sterilmente effimero, nella «Bologna nova» di quei due decenni si osserva piuttosto un fermento di iniziative ben concrete, che alimentarono processi innovativi di lungo periodo, ponendo i fondamenti di una modernizzazione civile resa possibile grazie anche a quella inedita visione integrale e organica dello spazio urbano che fu profondamente stimolata da una lucida “intelligenza” della città, posta al servizio della nuova società.
L'Intelligenza della città. Architettura a Bologna in età napoleonica
Francesco Ceccarelli
2020
Abstract
Questo volume raccoglie le ricerche che l’autore ha dedicato a diversi aspetti della cultura architettonica a Bologna durante l’età napoleonica, tema che qui viene affrontato per la prima volta in chiave monografica e sistematica. Bologna fu un centro di prima grandezza dell’Italia napoleonica e in diverse occasioni contese il primato a Milano per detenere il ruolo di capitale di stato. Questo studio invita a esplorare una stagione progettuale tanto vivace quanto ancora poco sondata, leggendone le trasformazioni attraverso la lente dell’architettura civile e dei «piani» adottati allo scopo di riorganizzare razionalmente lo spazio a misura del «pubblico» e dei nuovi protagonisti di una società rivoluzionata. In particolare il lavoro si concentra sui progetti napoleonici per i grandiosi edifici di stato da realizzare nel centro della città, designata come capitale della Republica Cispadana; sul ruolo dei progettisti (da Giovanni Antonio Antolini a Giovan Battista Martinetti) nel definire il moderno linguaggio neoclassico per le architetture della nuova committenza altoborghese e filofrancese; sugli innovativi progetti per il cimitero della Certosa e infine sulle ville per Napoleone e i suoi funzionari nella fascia suburbana. A differenza di altri centri italiani, dove la progettualità di età napoleonica rimase confinata a uno stadio prevalentemente propositivo o sterilmente effimero, nella «Bologna nova» di quei due decenni si osserva piuttosto un fermento di iniziative ben concrete, che alimentarono processi innovativi di lungo periodo, ponendo i fondamenti di una modernizzazione civile resa possibile grazie anche a quella inedita visione integrale e organica dello spazio urbano che fu profondamente stimolata da una lucida “intelligenza” della città, posta al servizio della nuova società.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.