I conflitti generazionali sono onnipresenti in letteratura. Non fanno eccezione i romanzi tra Otto e Novecento (si pensi a «Padri e figli» di Turgenev, a «Il Padre» di Strindberg, a «I vecchi e i giovani» di Pirandello), ma in «Con gli occhi chiusi» di Tozzi e con «La coscienza di Zeno» Svevo le cose sono diverse perché i protagonisti sono individualmente dei figli in conflitto con i loro padri che capovolgono con la loro apatia e inettitudine le esibizioni titaniche e volitive di una certa moda superomistica. L'articolo mette da una parte in rilievo le molte affinità tra i personaggi di Pietro e di Zeno in contrasto con i loro padri, ma dall'altra portano alla luce i diversi esiti della trama, in quanto in «Con gli occhi chiusi» Tozzi, pur non escludendo alla fine una maturazione del suo protagonista, la rimanda oltre le pagine del romanzo, alla fine del quale il giovane Pietro si riduce, come in tutto il corso della vicenda, a vivere in perenne stato di abbozzo (semmai come nella sveviana «Senilità»). Zeno invece, applicando in modo personale la teoria darwiniana, fa prevalere nello “struggle for life” le debolezze del figlio perché rimanendo sempre in abbozzo è in grado di adeguarsi duttilmente al flusso della vita, mentre il padre e le sue ideali figure sostitutive, paghi dei successi immediati, si cristallizzano e, come fece il mammut, non sanno più stare al passo degli incessanti mutamenti dell'esistere.

Figli frustrati e padri padroni in Tozzi e Svevo

andrea battistini
2019

Abstract

I conflitti generazionali sono onnipresenti in letteratura. Non fanno eccezione i romanzi tra Otto e Novecento (si pensi a «Padri e figli» di Turgenev, a «Il Padre» di Strindberg, a «I vecchi e i giovani» di Pirandello), ma in «Con gli occhi chiusi» di Tozzi e con «La coscienza di Zeno» Svevo le cose sono diverse perché i protagonisti sono individualmente dei figli in conflitto con i loro padri che capovolgono con la loro apatia e inettitudine le esibizioni titaniche e volitive di una certa moda superomistica. L'articolo mette da una parte in rilievo le molte affinità tra i personaggi di Pietro e di Zeno in contrasto con i loro padri, ma dall'altra portano alla luce i diversi esiti della trama, in quanto in «Con gli occhi chiusi» Tozzi, pur non escludendo alla fine una maturazione del suo protagonista, la rimanda oltre le pagine del romanzo, alla fine del quale il giovane Pietro si riduce, come in tutto il corso della vicenda, a vivere in perenne stato di abbozzo (semmai come nella sveviana «Senilità»). Zeno invece, applicando in modo personale la teoria darwiniana, fa prevalere nello “struggle for life” le debolezze del figlio perché rimanendo sempre in abbozzo è in grado di adeguarsi duttilmente al flusso della vita, mentre il padre e le sue ideali figure sostitutive, paghi dei successi immediati, si cristallizzano e, come fece il mammut, non sanno più stare al passo degli incessanti mutamenti dell'esistere.
2019
Cronache e storie di passioni letterarie. Studi per Marino Biondi Poppi2019 , pp. 199-218.
199
218
andrea battistini
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