La prima edizione di questo libro era nata dalla constatazione che in Italia non esisteva un testo recente sulla biodiversità zootecnica. Erano infatti passati 25 anni dalla pubblicazione degli Atlanti prodotti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) sulle popolazioni bovine, ovine e caprine, e più di una decina dalla pubblicazione di quello sulle popolazioni equine e asinine. Al pari di una numerosissima produzione scientifica, tali pubblicazioni erano indirizzate ad un pubblico di addetti ai lavori ed ebbero una diffusione molto limitata, circoscritta alle Università e agli Enti di ricerca. L’idea principale del libro era quella di mettere a disposizione di un pubblico ampio un’opera che contribuisse a diffondere e ad accrescere la consapevolezza del ruolo insostituibile svolto dall’allevamento delle razze autoctone in Italia nel mantenimento della biodiversità agraria, degli equilibri ecologici, delle tradizioni, delle economie di nicchia basate sui prodotti tipici da esse derivati. A distanza di dieci anni la situazione non è cambiata, questa seconda edizione mantiene gli stessi presupposti, portando però nuove informazioni, che riguardano in primo luogo nuove razze, una decina, che sono state individuate in questo ultimo periodo. Inoltre, grazie al completo aggiornamento delle consistenze numeriche delle diverse razze, offre l’occasione per una valutazione sul loro stato attuale e sulla loro evoluzione nell’arco dell’ultimo decennio. Per quanto riguarda la specie bovina, sono state introdotte due nuove schede, relative alla Bruna Originale e alla Alifana. Per i bovini, in generale, si riscontra un calo degli animali iscritti al registro anagrafico, che diventa preoccupante nelle popolazioni reliquia soprattutto per la ridottissima presenza di tori. Il rapporto maschi/femmine è sempre molto sbilanciato è non è mai previsto un congelamento periodico del seme di nuovi tori. Anche per i cavalli sono state inserite due nuove schede, il Cavallo Appenninico e il Cavallo Romano della Maremma Laziale, iscritti recentemente al Registro anagrafico. Al contrario dei bovini, i cavalli, per quasi tutte le razze, mostrano un aumento, in diversi casi molto marcato, dei capi iscritti. Questo andamento è ancora più accentuato per le razze asinine a testimonianza di un accresciuto interesse, in Italia, per l’allevamento di questi animali. Tre sono le nuove razze di asini inserite, Calabrese, Viterbese e Asino dei Monti Lepini Riguardo alle pecore si registra una forte diminuzione dei capi iscritti al registro anagrafico ed ai libri genealogici, che conferma la profonda crisi che l’allevamento ovino sta attraversando. In alcuni casi le difficoltà riguardano anche l’assenza di tecnici sul territorio per la registrazione degli animali; la recente ristrutturazione dell’Associazione Italiana Allevatori, che è delegata a tale attività, con la soppressione di diverse sedi periferiche e anche di qualche sede regionale, è probabilmente la maggiore causa di tale disservizio. Anche per le pecore compaiono due nuove razze, la Pecora dell’Amiata e la Pecora Quadricorna e due sono anche le nuove razze di capre inserite, la Capra Grigia delle Valli di Lanzo e la Capra della Valnerina. Anche per le capre c’è una generalizzata diminuzione numerica. Però, in alcuni casi, si registrano ampie oscillazioni numeriche, che evidenziano una certa approssimazione della azioni di censimento; al Sud, in alcuni casi, emergono grosse popolazioni prima non censite o ritenute ridotte a pochi capi. Oltre a questa breve introduzione, per ognuna delle sei specie trattate è presente un capitolo introduttivo dedicato, che affronta la storia evolutiva della specie e traccia un quadro della diffusione delle razze nel nostro Paese. La suddivisione del testo in schede, consente di accedere in modo semplice e agile alle informazioni. Le schede delle razze, inserite in ordine alfabetico, sono raggruppate per specie. Sono trattate tutte le razze autoctone, bovine, equine, asinine, ovine, caprine e suine allevate in Italia. Oltre alle razze autoctone sono state inserite anche poche razze a diffusione internazionale; alcune hanno un’importanza particolare perché utilizzate per il miglioramento genetico delle razze autoctone (è il caso degli equini), altre, per la loro grande diffusione nel nostro Paese, hanno determinato la parziale o totale sostituzione di molte razze autoctone e sono state anche utilizzate in passato per la produzione di meticci che hanno assunto una certa importanza nel panorama zootecnico nazionale (ciò riguarda prevalentemente le specie bovina e suina). In ogni scheda si trovano notizie sull’origine della razza e sulla sua diffusione e consistenza. Sono poi descritte le caratteristiche morfologiche, produttive e riproduttive. Vengono date anche informazioni sul sistema di allevamento utilizzato, e per ogni razza è riportato un giudizio sulle sue prospettive future. In ogni scheda è inserita una cartina geografica che indica la zona di attuale diffusione della razza. Fondamentale per un’opera di questo tipo è la parte fotografica e ogni scheda è corredata di una o più foto che consentono di interpretare meglio quanto riportato nella descrizione morfologica. Non mancano appositi box con indicazioni sulle produzioni tipiche legate alle diverse razze. Anche se a tale riguardo esistono numerosissime pubblicazioni, questo aspetto è stato inserito perché è parte integrante di un importante (ma spesso dimenticato) trinomio che comprende “area di allevamento, razza autoctona e produzione locale” e che, almeno in Italia, costituisce un vero e proprio sistema culturale da difendere con tenacia. Infine, per ogni razza è stato inserito un box che riporta gli indirizzi e i numeri di telefono di associazioni, organizzazioni o singole persone che si occupano della razza e possono fungere da referenti per chi volesse ottenere maggiori informazioni.

Atlante della razze autoctone : bovini, equini, ovicaprini, suini allevati in Italia

Bigi D.
Writing – Original Draft Preparation
;
2020

Abstract

La prima edizione di questo libro era nata dalla constatazione che in Italia non esisteva un testo recente sulla biodiversità zootecnica. Erano infatti passati 25 anni dalla pubblicazione degli Atlanti prodotti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) sulle popolazioni bovine, ovine e caprine, e più di una decina dalla pubblicazione di quello sulle popolazioni equine e asinine. Al pari di una numerosissima produzione scientifica, tali pubblicazioni erano indirizzate ad un pubblico di addetti ai lavori ed ebbero una diffusione molto limitata, circoscritta alle Università e agli Enti di ricerca. L’idea principale del libro era quella di mettere a disposizione di un pubblico ampio un’opera che contribuisse a diffondere e ad accrescere la consapevolezza del ruolo insostituibile svolto dall’allevamento delle razze autoctone in Italia nel mantenimento della biodiversità agraria, degli equilibri ecologici, delle tradizioni, delle economie di nicchia basate sui prodotti tipici da esse derivati. A distanza di dieci anni la situazione non è cambiata, questa seconda edizione mantiene gli stessi presupposti, portando però nuove informazioni, che riguardano in primo luogo nuove razze, una decina, che sono state individuate in questo ultimo periodo. Inoltre, grazie al completo aggiornamento delle consistenze numeriche delle diverse razze, offre l’occasione per una valutazione sul loro stato attuale e sulla loro evoluzione nell’arco dell’ultimo decennio. Per quanto riguarda la specie bovina, sono state introdotte due nuove schede, relative alla Bruna Originale e alla Alifana. Per i bovini, in generale, si riscontra un calo degli animali iscritti al registro anagrafico, che diventa preoccupante nelle popolazioni reliquia soprattutto per la ridottissima presenza di tori. Il rapporto maschi/femmine è sempre molto sbilanciato è non è mai previsto un congelamento periodico del seme di nuovi tori. Anche per i cavalli sono state inserite due nuove schede, il Cavallo Appenninico e il Cavallo Romano della Maremma Laziale, iscritti recentemente al Registro anagrafico. Al contrario dei bovini, i cavalli, per quasi tutte le razze, mostrano un aumento, in diversi casi molto marcato, dei capi iscritti. Questo andamento è ancora più accentuato per le razze asinine a testimonianza di un accresciuto interesse, in Italia, per l’allevamento di questi animali. Tre sono le nuove razze di asini inserite, Calabrese, Viterbese e Asino dei Monti Lepini Riguardo alle pecore si registra una forte diminuzione dei capi iscritti al registro anagrafico ed ai libri genealogici, che conferma la profonda crisi che l’allevamento ovino sta attraversando. In alcuni casi le difficoltà riguardano anche l’assenza di tecnici sul territorio per la registrazione degli animali; la recente ristrutturazione dell’Associazione Italiana Allevatori, che è delegata a tale attività, con la soppressione di diverse sedi periferiche e anche di qualche sede regionale, è probabilmente la maggiore causa di tale disservizio. Anche per le pecore compaiono due nuove razze, la Pecora dell’Amiata e la Pecora Quadricorna e due sono anche le nuove razze di capre inserite, la Capra Grigia delle Valli di Lanzo e la Capra della Valnerina. Anche per le capre c’è una generalizzata diminuzione numerica. Però, in alcuni casi, si registrano ampie oscillazioni numeriche, che evidenziano una certa approssimazione della azioni di censimento; al Sud, in alcuni casi, emergono grosse popolazioni prima non censite o ritenute ridotte a pochi capi. Oltre a questa breve introduzione, per ognuna delle sei specie trattate è presente un capitolo introduttivo dedicato, che affronta la storia evolutiva della specie e traccia un quadro della diffusione delle razze nel nostro Paese. La suddivisione del testo in schede, consente di accedere in modo semplice e agile alle informazioni. Le schede delle razze, inserite in ordine alfabetico, sono raggruppate per specie. Sono trattate tutte le razze autoctone, bovine, equine, asinine, ovine, caprine e suine allevate in Italia. Oltre alle razze autoctone sono state inserite anche poche razze a diffusione internazionale; alcune hanno un’importanza particolare perché utilizzate per il miglioramento genetico delle razze autoctone (è il caso degli equini), altre, per la loro grande diffusione nel nostro Paese, hanno determinato la parziale o totale sostituzione di molte razze autoctone e sono state anche utilizzate in passato per la produzione di meticci che hanno assunto una certa importanza nel panorama zootecnico nazionale (ciò riguarda prevalentemente le specie bovina e suina). In ogni scheda si trovano notizie sull’origine della razza e sulla sua diffusione e consistenza. Sono poi descritte le caratteristiche morfologiche, produttive e riproduttive. Vengono date anche informazioni sul sistema di allevamento utilizzato, e per ogni razza è riportato un giudizio sulle sue prospettive future. In ogni scheda è inserita una cartina geografica che indica la zona di attuale diffusione della razza. Fondamentale per un’opera di questo tipo è la parte fotografica e ogni scheda è corredata di una o più foto che consentono di interpretare meglio quanto riportato nella descrizione morfologica. Non mancano appositi box con indicazioni sulle produzioni tipiche legate alle diverse razze. Anche se a tale riguardo esistono numerosissime pubblicazioni, questo aspetto è stato inserito perché è parte integrante di un importante (ma spesso dimenticato) trinomio che comprende “area di allevamento, razza autoctona e produzione locale” e che, almeno in Italia, costituisce un vero e proprio sistema culturale da difendere con tenacia. Infine, per ogni razza è stato inserito un box che riporta gli indirizzi e i numeri di telefono di associazioni, organizzazioni o singole persone che si occupano della razza e possono fungere da referenti per chi volesse ottenere maggiori informazioni.
2020
483
978-88-506-5561-8
Bigi D., Zanon A.
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