Il saggio si concentra sul legame privilegiato che il duca di Modena Francesco I d’Este (1610-1658) intrattenne con il Guercino, mettendone a fuoco i caratteri peculiari, che sembrano modellati su topoi del mecenatismo antico, e mostrando in che modo questo trovi riscontro nel trattato di Scannelli (1657). Il Microcosmo vi è preso in esame come attento strumento di propaganda orientato dal duca fin dall’antiporta su disegno del Guercino, della cui iconografia viene proposta un’interpretazione in relazione con l’inedito fregio della Prima Camera di Parata, con cui il percorso nella quadreria esposta nel Palazzo ducale di Modena aveva inizio. Il trattato è poi letto nel suo impianto teorico, costruito sulla metafora della pittura come corpo e concretamente basato sulla raccolta di pitture estensi. Vi si coglie e analizza dunque l’interpretazione dell’arte di Guercino come artista della “naturalezza”, e il legame di continuità con il Correggio individuato da Scannelli (come già intuito da Mahon): il segno di una vera e propria costruzione di una linea di gusto. Il saggio infine rende noto un dipinto creduto disperso, ora in collezione privata, e che si propone di identificare con una pala proveniente dal convento delle Domenicane di San Marco a Modena. La lettura stilistica del dipinto, mutilo della metà inferiore, è condotta attraverso confronti con altre pale e mostrandone le affinità con disegni dell’artista; anche la pala appare una testimonianza significativa della “naturalezza” pittorica presa in esame.

Sonia Cavicchioli (2020). Francesco I d’Este, Scannelli e Guercino pittore della "naturalezza” nel Microcosmo della pittura, e la pala di San Marco ritrovata. Piacenza : Tep Artigrafiche.

Francesco I d’Este, Scannelli e Guercino pittore della "naturalezza” nel Microcosmo della pittura, e la pala di San Marco ritrovata

Sonia Cavicchioli
2020

Abstract

Il saggio si concentra sul legame privilegiato che il duca di Modena Francesco I d’Este (1610-1658) intrattenne con il Guercino, mettendone a fuoco i caratteri peculiari, che sembrano modellati su topoi del mecenatismo antico, e mostrando in che modo questo trovi riscontro nel trattato di Scannelli (1657). Il Microcosmo vi è preso in esame come attento strumento di propaganda orientato dal duca fin dall’antiporta su disegno del Guercino, della cui iconografia viene proposta un’interpretazione in relazione con l’inedito fregio della Prima Camera di Parata, con cui il percorso nella quadreria esposta nel Palazzo ducale di Modena aveva inizio. Il trattato è poi letto nel suo impianto teorico, costruito sulla metafora della pittura come corpo e concretamente basato sulla raccolta di pitture estensi. Vi si coglie e analizza dunque l’interpretazione dell’arte di Guercino come artista della “naturalezza”, e il legame di continuità con il Correggio individuato da Scannelli (come già intuito da Mahon): il segno di una vera e propria costruzione di una linea di gusto. Il saggio infine rende noto un dipinto creduto disperso, ora in collezione privata, e che si propone di identificare con una pala proveniente dal convento delle Domenicane di San Marco a Modena. La lettura stilistica del dipinto, mutilo della metà inferiore, è condotta attraverso confronti con altre pale e mostrandone le affinità con disegni dell’artista; anche la pala appare una testimonianza significativa della “naturalezza” pittorica presa in esame.
2020
Nuovi studi sul Guercino. Da Cento a Roma, da Piacenza a Bologna
107
116
Sonia Cavicchioli (2020). Francesco I d’Este, Scannelli e Guercino pittore della "naturalezza” nel Microcosmo della pittura, e la pala di San Marco ritrovata. Piacenza : Tep Artigrafiche.
Sonia Cavicchioli
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