La transizione dei paesi ex-socialisti può essere concepita come un esperimento caratterizzato da: (i) la rapida adozione, nella maggior parte dei paesi, di una serie di riforme politiche orientate verso un maggior grado di democrazia e verso l’economia di mercato; (ii) una serie di scelte, relative ai tempi di implementazione e alla sequenza con la quale adottare tali riforme; (iii) alcune rilevanti conseguenze di political economy, ossia il sorgere di costellazioni di vincitori ed esclusi (winners e losers) del processo di transizione. In riferimento a questo ultimo aspetto, di recente hanno iniziato a manifestarsi, in molti fra i nuovi stati membri dell’UE, sintomi concreti di “enlargement fatigue”. Dopo aver documentato alcune rilevanti differenze, sia negli indicatori socio-economici e di qualità istituzionale che nelle politiche sociali, fra Nuovi e Vecchi Stati Membri dell’UE, il lavoro analizza in modo approfondito le opinioni dei cittadini dei NSM nei confronti della transizione. A tale scopo abbiamo utilizzato le successive ondate di interviste realizzate dal Center for the Study of Public Policies dell’Università di Aberdeen, nel quadro del progetto “New Europe Barometer Surveys”, fra il 1991 ed il 2004 (oltre 70.000 interviste in 14 paesi) Alcune principali conclusioni dell’analisi svolta sono: 1) La “nostalgia del comunismo” appare confinata soprattutto ai tre paesi CIS inclusi nell’analisi (Russia, Ucraina, Bielorussia); tuttavia una valutazione assai critica del presente rispetto al passato è presente, al netto delle caratteristiche socio-economiche individuali, anche in alcuni dei NSM, e in particolare in Bulgaria, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia. 2) In generale, appare che il processo di adesione all’UE sia stato valutato positivamente più per gli aspetti politici (e quindi per il consolidamento della democrazia) che per quelli economici. 3) Le caratteristiche individuali associate ad un giudizio più critico rispetto al presente, e contemporaneamente più favorevole rispetto al passato (inteso come il periodo pre-1990), e sia nella dimensione economica che politica, sono legate all’essere: donna, di età superiore a 40 anni, senza istruzione secondaria o universitaria, non abitante in città media o grande, disoccupato o pensionato. In altre parole, queste caratterisitche sono più facilmente associate alla condizione di “perdente” dal processo di transizione.
R. Rovelli, A. Zaiceva (2009). Enlargement fatigue? L'altro punto di vista. BOLOGNA : il Mulino.
Enlargement fatigue? L'altro punto di vista
ROVELLI, RICCARDO;ZAICEVA, ANZELIKA
2009
Abstract
La transizione dei paesi ex-socialisti può essere concepita come un esperimento caratterizzato da: (i) la rapida adozione, nella maggior parte dei paesi, di una serie di riforme politiche orientate verso un maggior grado di democrazia e verso l’economia di mercato; (ii) una serie di scelte, relative ai tempi di implementazione e alla sequenza con la quale adottare tali riforme; (iii) alcune rilevanti conseguenze di political economy, ossia il sorgere di costellazioni di vincitori ed esclusi (winners e losers) del processo di transizione. In riferimento a questo ultimo aspetto, di recente hanno iniziato a manifestarsi, in molti fra i nuovi stati membri dell’UE, sintomi concreti di “enlargement fatigue”. Dopo aver documentato alcune rilevanti differenze, sia negli indicatori socio-economici e di qualità istituzionale che nelle politiche sociali, fra Nuovi e Vecchi Stati Membri dell’UE, il lavoro analizza in modo approfondito le opinioni dei cittadini dei NSM nei confronti della transizione. A tale scopo abbiamo utilizzato le successive ondate di interviste realizzate dal Center for the Study of Public Policies dell’Università di Aberdeen, nel quadro del progetto “New Europe Barometer Surveys”, fra il 1991 ed il 2004 (oltre 70.000 interviste in 14 paesi) Alcune principali conclusioni dell’analisi svolta sono: 1) La “nostalgia del comunismo” appare confinata soprattutto ai tre paesi CIS inclusi nell’analisi (Russia, Ucraina, Bielorussia); tuttavia una valutazione assai critica del presente rispetto al passato è presente, al netto delle caratteristiche socio-economiche individuali, anche in alcuni dei NSM, e in particolare in Bulgaria, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia. 2) In generale, appare che il processo di adesione all’UE sia stato valutato positivamente più per gli aspetti politici (e quindi per il consolidamento della democrazia) che per quelli economici. 3) Le caratteristiche individuali associate ad un giudizio più critico rispetto al presente, e contemporaneamente più favorevole rispetto al passato (inteso come il periodo pre-1990), e sia nella dimensione economica che politica, sono legate all’essere: donna, di età superiore a 40 anni, senza istruzione secondaria o universitaria, non abitante in città media o grande, disoccupato o pensionato. In altre parole, queste caratterisitche sono più facilmente associate alla condizione di “perdente” dal processo di transizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.