In questo saggio si esaminano le esperienze di tre italiani che soggiornarono tra il XIX e il XX secolo tra le popolazioni aborigene del Chaco e del Paraguay. Tali personaggi, nello specifico Giovanni Pelleschi, Guido Boggiani e Raffaele Gobelli, ebbero competenze e formazioni distinte che permettono una riflessione sulla rappresentazione dell’altro come “primitivo”, “barbaro”, “selvaggio” (si può togliere). Pelleschi, Boggiani e Gobelli costruirono una precisa immagine dell’indiano attraverso osservazioni specifiche sulla cultura materiale ed immateriale, sui sistemi socio-culturali e su quelli economici. Nella scrittura e nelle testimonianze lasciateci da questi tre personaggi, un ingegnere con una formazione medica (Pelleschi), un proto-etnografo ed artista (Boggiani), un missionario francescano (Gobelli), vi è infatti la preoccupazione di annotare dati precisi sulla cultura materiale. Tali dati rappresentano oggi strumenti preziosi per comprendere la costruzione dell’idea di “primitivo” in un preciso contesto storico e socio-culturale. In particolare in questo saggio si prendono in considerazione le annotazioni riguardanti le pratiche alimentari; l’alimentazione è infatti un habitus irriflessivo, imprescindibile ed improrogabile e rivela in modo cristallino e diretto l’idea di umanità/non umanità, civiltà/barbarie che di queste popolazioni potevano avere tali individui. Riflettere sulle abitudini ed attitudini alimentari permetterà quindi di pensare in maniera più ampia ad alcuni topoi che costellano la letteratura antropologica: 1) il viaggio e le sue significazioni 2) la costruzione del barbaro e del primitivo, ed infine 3) le modalità di rappresentazione proto-etnografica rispetto all’alterità.
Tre viaggiatori italiani nel Chaco e nel Paraguay: ‘i primitivi’ e le pratiche alimentari
FRANCESCHI, ZELDA ALICE
2007
Abstract
In questo saggio si esaminano le esperienze di tre italiani che soggiornarono tra il XIX e il XX secolo tra le popolazioni aborigene del Chaco e del Paraguay. Tali personaggi, nello specifico Giovanni Pelleschi, Guido Boggiani e Raffaele Gobelli, ebbero competenze e formazioni distinte che permettono una riflessione sulla rappresentazione dell’altro come “primitivo”, “barbaro”, “selvaggio” (si può togliere). Pelleschi, Boggiani e Gobelli costruirono una precisa immagine dell’indiano attraverso osservazioni specifiche sulla cultura materiale ed immateriale, sui sistemi socio-culturali e su quelli economici. Nella scrittura e nelle testimonianze lasciateci da questi tre personaggi, un ingegnere con una formazione medica (Pelleschi), un proto-etnografo ed artista (Boggiani), un missionario francescano (Gobelli), vi è infatti la preoccupazione di annotare dati precisi sulla cultura materiale. Tali dati rappresentano oggi strumenti preziosi per comprendere la costruzione dell’idea di “primitivo” in un preciso contesto storico e socio-culturale. In particolare in questo saggio si prendono in considerazione le annotazioni riguardanti le pratiche alimentari; l’alimentazione è infatti un habitus irriflessivo, imprescindibile ed improrogabile e rivela in modo cristallino e diretto l’idea di umanità/non umanità, civiltà/barbarie che di queste popolazioni potevano avere tali individui. Riflettere sulle abitudini ed attitudini alimentari permetterà quindi di pensare in maniera più ampia ad alcuni topoi che costellano la letteratura antropologica: 1) il viaggio e le sue significazioni 2) la costruzione del barbaro e del primitivo, ed infine 3) le modalità di rappresentazione proto-etnografica rispetto all’alterità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.