Concerto tenuto il 17 aprile in Aula absidale dal pianista Santi Calabrò, con musiche di Schoenberg, Beethoven e Brahms. I Sechs kleine Klavierstücke (Sei piccoli pezzi per pianoforte, 1911) dell’Op. 19 si collocano nel periodo atonale di Arnold Schönberg. La durata complessiva è di circa cinque minuti: sono dunque fulminei aforismi, d’una tale concentrazione e intensità espressiva da richiedere un tempo psicologico d’assimilazione ben superiore alla durata cronometrica. Ludwig van Beethoven compone la Sonata in Do minore per pianoforte, che sarà l’ultima, nel 1821-22; nel 1823 viene pubblicata a Parigi, Berlino, Vienna e Londra come Op. 111. Essa consta di due soli movimenti, mentre in quegli anni una sonata ne conta di solito tre o quattro. I lampi e i tumulti sonori dell’Allegro con brio ed appassionato, introdotto da un breve e torvo Maestoso, trovano un catartico rasserenamento nel tema, sublime, dell’Arietta con variazioni. Beethoven concepisce quest’ultima Sonata per opposizioni, accostando due movimenti contrastanti al maggior grado, quasi mondi irriducibili: il Do minore del primo rammemora la lotta titanica che si scatena nel primo tempo della Quinta; ma mentre nella Sinfonia il conflitto innesca un lungo percorso verso la vittoria in questo mondo, l’Op. 111 gli contrappone il vagheggiamento d’un altro mondo, da contemplare nella sua estatica, olimpica bellezza. Trent’anni più tardi, il ventenne Johannes Brahms compone la Sonata in Fa minore op. 5: stavolta è una Sonata esuberante, addirittura in cinque tempi. Brahms condivide col maestro di Bonn la concezione grandiosa ed eroica, la vastità della struttura, l’intensificazione dello sviluppo e del lavorìo tematico, la sonorità piena e “sinfonica” del pianoforte. Le Sonate di Brahms (Opp. 1, 2 e 5) sono tra le prime composizioni ch’egli ritiene degne di pubblicazione (1853-54), ma anche le sue sole Sonate per pianoforte: negli anni successivi scriverà molta altra musica per il “suo” strumento – Brahms era un ottimo pianista –, ma prevalentemente pezzi brevi o grandi cicli di variazioni. I concerti della Soffitta, concepiti in prima istanza per integrare ed arricchire il programma formativo degli studenti nel Dams/Musica, sono gratuiti ed aperti a studenti e docenti di ogni Facoltà e alla cittadinanza tutta. La selezione dei brani viene effettuata d’intesa con gli esecutori, che sono vuoi musicisti in carriera, vuoi studenti e laureati Dams; al grande repertorio cameristico classico e romantico si affiancano con abbondanza capolavori del Novecento. Le note critiche ai programmi di sala sono redatte da studenti del corso di laurea specialistica in Discipline della musica, che svolgono pure la presentazione orale, sotto la supervisione di dottorandi e dottori di ricerca in Musicologia e Beni musicali. Santi Calabrò. Nato a Messina, ha studiato con Giuseppe La Licata, Daniel Rivera, Pierluigi Camicia, Todor Petrov, Sonja Pahor, Maria-Regina Seidlhofer. Ha seguito studi di composizione ed è diplomato anche in Didattica della musica. Si è laureato in Lettere moderne nella Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Messina. Recentemente ha eseguito il Primo Concerto di Cajkovskij con la Filarmonica di Stato “Dinu Lipatti” di Satu Mare, il Triplo Concerto di Beethoven con l’Orchestra della Magna Grecia a Taranto, i...

Aforismi, tumulti, catarsi / M. Giani; G. La Face. - (2007).

Aforismi, tumulti, catarsi

GIANI, MAURIZIO;LA FACE, GIUSEPPINA
2007

Abstract

Concerto tenuto il 17 aprile in Aula absidale dal pianista Santi Calabrò, con musiche di Schoenberg, Beethoven e Brahms. I Sechs kleine Klavierstücke (Sei piccoli pezzi per pianoforte, 1911) dell’Op. 19 si collocano nel periodo atonale di Arnold Schönberg. La durata complessiva è di circa cinque minuti: sono dunque fulminei aforismi, d’una tale concentrazione e intensità espressiva da richiedere un tempo psicologico d’assimilazione ben superiore alla durata cronometrica. Ludwig van Beethoven compone la Sonata in Do minore per pianoforte, che sarà l’ultima, nel 1821-22; nel 1823 viene pubblicata a Parigi, Berlino, Vienna e Londra come Op. 111. Essa consta di due soli movimenti, mentre in quegli anni una sonata ne conta di solito tre o quattro. I lampi e i tumulti sonori dell’Allegro con brio ed appassionato, introdotto da un breve e torvo Maestoso, trovano un catartico rasserenamento nel tema, sublime, dell’Arietta con variazioni. Beethoven concepisce quest’ultima Sonata per opposizioni, accostando due movimenti contrastanti al maggior grado, quasi mondi irriducibili: il Do minore del primo rammemora la lotta titanica che si scatena nel primo tempo della Quinta; ma mentre nella Sinfonia il conflitto innesca un lungo percorso verso la vittoria in questo mondo, l’Op. 111 gli contrappone il vagheggiamento d’un altro mondo, da contemplare nella sua estatica, olimpica bellezza. Trent’anni più tardi, il ventenne Johannes Brahms compone la Sonata in Fa minore op. 5: stavolta è una Sonata esuberante, addirittura in cinque tempi. Brahms condivide col maestro di Bonn la concezione grandiosa ed eroica, la vastità della struttura, l’intensificazione dello sviluppo e del lavorìo tematico, la sonorità piena e “sinfonica” del pianoforte. Le Sonate di Brahms (Opp. 1, 2 e 5) sono tra le prime composizioni ch’egli ritiene degne di pubblicazione (1853-54), ma anche le sue sole Sonate per pianoforte: negli anni successivi scriverà molta altra musica per il “suo” strumento – Brahms era un ottimo pianista –, ma prevalentemente pezzi brevi o grandi cicli di variazioni. I concerti della Soffitta, concepiti in prima istanza per integrare ed arricchire il programma formativo degli studenti nel Dams/Musica, sono gratuiti ed aperti a studenti e docenti di ogni Facoltà e alla cittadinanza tutta. La selezione dei brani viene effettuata d’intesa con gli esecutori, che sono vuoi musicisti in carriera, vuoi studenti e laureati Dams; al grande repertorio cameristico classico e romantico si affiancano con abbondanza capolavori del Novecento. Le note critiche ai programmi di sala sono redatte da studenti del corso di laurea specialistica in Discipline della musica, che svolgono pure la presentazione orale, sotto la supervisione di dottorandi e dottori di ricerca in Musicologia e Beni musicali. Santi Calabrò. Nato a Messina, ha studiato con Giuseppe La Licata, Daniel Rivera, Pierluigi Camicia, Todor Petrov, Sonja Pahor, Maria-Regina Seidlhofer. Ha seguito studi di composizione ed è diplomato anche in Didattica della musica. Si è laureato in Lettere moderne nella Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Messina. Recentemente ha eseguito il Primo Concerto di Cajkovskij con la Filarmonica di Stato “Dinu Lipatti” di Satu Mare, il Triplo Concerto di Beethoven con l’Orchestra della Magna Grecia a Taranto, i...
2007
Aforismi, tumulti, catarsi / M. Giani; G. La Face. - (2007).
M. Giani; G. La Face
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