Le trasformazioni urbanistiche dal dopoguerra ad oggi ed il modello di sviluppo della città moderna sono contraddistinti da un processo di crescita sempre più incontrollato della quantità insediativa a discapito delle infrastrutture pubbliche, dei luoghi di attrazione sociale, attraverso meccanismi di prevalenza dell’interesse privato su quello collettivo. E’ dunque necessario, anche in virtù di una maggiore coscienza ambientale che implica un ripensamento critico dell’evoluzione processuale dei tessuti urbani in dismissione, misurare la possibilità di un orientamento del nostro “fare architettura” sul recupero intenzionale delle leggi della strutturazione “spontanea”, valutandone l’applicabilità anche dove occorra dare identità urbana ad una città che non c’è, perché non è mai stata o perché distrutta o, ancora, perché ha subito traumi di relazione la cui esigenza di “reversibilità” impone livelli di trasformabilità elevati. Le analisi condotte su alcuni ambiti di riqualificazione della Città di Bologna intendono dimostrare come, per una ri-costruzione del sistema di relazioni ed un’interpretazione progettuale congruentemente inserita nel luogo di appartenenza, occorra riappropriarsi della leggibilità dei rapporti tra luogo naturale e spazio costruito, alle diverse scale. La ricerca di una corrispondenza tra le tracce di una strutturazione urbana perduta, reti viarie attuali e reti ecologiche può essere riconducibile alle condizioni di accessibilità e relazione delle “greenways” urbane che -se trasferite alla scala dei sistemi del tessuto edilizio- possono costituire elemento di qualificazione nella fruizione urbana. Le relazioni tra percorsi e patrimonio edilizio esistenti, possono essere "re-interpretate" attraverso la ricerca di un “affiancamento” tra flussi della fruizione pubblica, pedonale, “lenta” ed attività di richiamo collettivo; reiterando ancora, le stesse relazioni di affiancamento e prossimità, a scala architettonica, si traducono nell’utilizzo “consapevole” delle scansioni strutturali e delle unità funzionali, finalizzate ad una “esternazione” chiara e leggibile delle destinazioni d’uso, ad una “dichiarazione di trasparenza” dello spazio privato verso l’esterno dei luoghi collettivi. Alla scala architettonica e tecnologica il processo progettuale può dunque essere impostato su ipotesi di “sottrazione ed addizione” finalizzate al recupero dei “tracciati strutturali” descritti dalle maglie costruttive esistenti. L’innovazione a scala tecnologica si è concentrata, nelle esplorazioni progettuali condotte sul recupero degli edifici esistenti nel comparto Sani-Casaralta, sulla strutturazione tecnico-formale degli involucri attraverso l'impiego di sistemi tecnologici –attivi e passivi- indirizzati a specifiche esigenze di riduzione delle dispersioni termiche e di generazione energetica.

Ambiti periurbani e congruenza ambientale: il caso delle aree dismesse. Processi di trasformazione delle aree periurbane nel quadro evolutivo della città storica di Bologna.

FERRANTE, ANNARITA
2008

Abstract

Le trasformazioni urbanistiche dal dopoguerra ad oggi ed il modello di sviluppo della città moderna sono contraddistinti da un processo di crescita sempre più incontrollato della quantità insediativa a discapito delle infrastrutture pubbliche, dei luoghi di attrazione sociale, attraverso meccanismi di prevalenza dell’interesse privato su quello collettivo. E’ dunque necessario, anche in virtù di una maggiore coscienza ambientale che implica un ripensamento critico dell’evoluzione processuale dei tessuti urbani in dismissione, misurare la possibilità di un orientamento del nostro “fare architettura” sul recupero intenzionale delle leggi della strutturazione “spontanea”, valutandone l’applicabilità anche dove occorra dare identità urbana ad una città che non c’è, perché non è mai stata o perché distrutta o, ancora, perché ha subito traumi di relazione la cui esigenza di “reversibilità” impone livelli di trasformabilità elevati. Le analisi condotte su alcuni ambiti di riqualificazione della Città di Bologna intendono dimostrare come, per una ri-costruzione del sistema di relazioni ed un’interpretazione progettuale congruentemente inserita nel luogo di appartenenza, occorra riappropriarsi della leggibilità dei rapporti tra luogo naturale e spazio costruito, alle diverse scale. La ricerca di una corrispondenza tra le tracce di una strutturazione urbana perduta, reti viarie attuali e reti ecologiche può essere riconducibile alle condizioni di accessibilità e relazione delle “greenways” urbane che -se trasferite alla scala dei sistemi del tessuto edilizio- possono costituire elemento di qualificazione nella fruizione urbana. Le relazioni tra percorsi e patrimonio edilizio esistenti, possono essere "re-interpretate" attraverso la ricerca di un “affiancamento” tra flussi della fruizione pubblica, pedonale, “lenta” ed attività di richiamo collettivo; reiterando ancora, le stesse relazioni di affiancamento e prossimità, a scala architettonica, si traducono nell’utilizzo “consapevole” delle scansioni strutturali e delle unità funzionali, finalizzate ad una “esternazione” chiara e leggibile delle destinazioni d’uso, ad una “dichiarazione di trasparenza” dello spazio privato verso l’esterno dei luoghi collettivi. Alla scala architettonica e tecnologica il processo progettuale può dunque essere impostato su ipotesi di “sottrazione ed addizione” finalizzate al recupero dei “tracciati strutturali” descritti dalle maglie costruttive esistenti. L’innovazione a scala tecnologica si è concentrata, nelle esplorazioni progettuali condotte sul recupero degli edifici esistenti nel comparto Sani-Casaralta, sulla strutturazione tecnico-formale degli involucri attraverso l'impiego di sistemi tecnologici –attivi e passivi- indirizzati a specifiche esigenze di riduzione delle dispersioni termiche e di generazione energetica.
2008
Paesaggio costruito: qualità ambientale e criteri d'intervento
109
124
Annarita Ferrante
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