Città di provincia sino al primo quarto del XIX secolo, poi grande area urbana quasi-coloniale, quindi città comunista ripiegata su se stessa e infine oggi massima megalopoli al mondo, Shanghai ha storicamente attirato un alto numero di viaggiatori occidentali, per i motivi più disparati (missionari, economici, politici, come inviati giornalistici, per mero turismo). All’interno di tale flusso, gli italiani hanno rivestito un ruolo preminente: i primi europei giuntivi in età moderna, radice profonda del cosmopolitismo shanghaiese odierno, furono gesuiti del nostro paese; in tempi recenti, successivamente al nuovo corso comunista, alcuni italiani furono qui tra i pochi testimoni occidentali di svolte epocali quali la Rivoluzione Culturale o i cambiamenti immediatamente successivi alla morte di Mao Zedong. Il volume discute i vari racconti di viaggio in una prospettiva di lungo periodo, dal XVII secolo sino ad oggi, analizzando criticamente le descrizioni e le percezioni di un’area urbana per molti versi unica, cinese ma da secoli a contatto con l’Occidente, crocevia delle dinamiche del tardo impero Qing, della Repubblica di Cina e della Repubblica Popolare: alla ricostruzione di traiettorie, itinerari, aspetti topografici dei vari viaggi, si affianca una decostruzione di fraintendimenti, miti e stereotipi (la “Parigi d’Oriente”, la “città del peccato”, la “città redenta”, ecc.). Sulla base di uno studio sistematico e di estremo dettaglio dei numerosi testi odeporici rintracciati (oltre 130), emerge ora un quadro complesso di rapporti tra Shanghai e l’Italia, per la prima volta indagato nella sua globalità, nell’ambito del quale le tante nuove acquisizioni assumono una valenza non solo nel campo della ricerca, ma anche in quello della public geography, a vantaggio in primo luogo delle istituzioni del nostro paese con sede nella capitale economica della Repubblica Popolare Cinese in funzione di possibili nuovi progetti bilaterali di cooperazione culturale.

Shanghai nella letteratura di viaggio italiana. Realtà e percezione di un emporio fluviale diventato megalopoli

Stefano Piastra
2020

Abstract

Città di provincia sino al primo quarto del XIX secolo, poi grande area urbana quasi-coloniale, quindi città comunista ripiegata su se stessa e infine oggi massima megalopoli al mondo, Shanghai ha storicamente attirato un alto numero di viaggiatori occidentali, per i motivi più disparati (missionari, economici, politici, come inviati giornalistici, per mero turismo). All’interno di tale flusso, gli italiani hanno rivestito un ruolo preminente: i primi europei giuntivi in età moderna, radice profonda del cosmopolitismo shanghaiese odierno, furono gesuiti del nostro paese; in tempi recenti, successivamente al nuovo corso comunista, alcuni italiani furono qui tra i pochi testimoni occidentali di svolte epocali quali la Rivoluzione Culturale o i cambiamenti immediatamente successivi alla morte di Mao Zedong. Il volume discute i vari racconti di viaggio in una prospettiva di lungo periodo, dal XVII secolo sino ad oggi, analizzando criticamente le descrizioni e le percezioni di un’area urbana per molti versi unica, cinese ma da secoli a contatto con l’Occidente, crocevia delle dinamiche del tardo impero Qing, della Repubblica di Cina e della Repubblica Popolare: alla ricostruzione di traiettorie, itinerari, aspetti topografici dei vari viaggi, si affianca una decostruzione di fraintendimenti, miti e stereotipi (la “Parigi d’Oriente”, la “città del peccato”, la “città redenta”, ecc.). Sulla base di uno studio sistematico e di estremo dettaglio dei numerosi testi odeporici rintracciati (oltre 130), emerge ora un quadro complesso di rapporti tra Shanghai e l’Italia, per la prima volta indagato nella sua globalità, nell’ambito del quale le tante nuove acquisizioni assumono una valenza non solo nel campo della ricerca, ma anche in quello della public geography, a vantaggio in primo luogo delle istituzioni del nostro paese con sede nella capitale economica della Repubblica Popolare Cinese in funzione di possibili nuovi progetti bilaterali di cooperazione culturale.
2020
251
9788855534772
Stefano Piastra
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