Il ruolo delle fondazioni bancarie nei processi di valorizzazione del patrimonio

Bank foundations are non-profit organizations introduced in Italy by a legislative reform during the 1990s. Nowadays, they represent one of the main private stakeholders involved in the process of enhancement of architectural heritage. These foundations have become points of reference for their territories of activity, and have a strong commitment to singling out local requirements and generating development policies. Still, the different asset capacities give rise to methods of intervention that present dissimilar criticalities and potentialities. From a purely reactive approach regarding extemporaneous requests of funds – typical of small foundations – the major ones are moving on toward strategic processes of growth, capacitation, and development aimed at entire communities. Thanks to the study of the data released by these foundations and ACRI – the trade association that represents all eighty-eight Italian bank foundations – the paper analyses ongoing strategies and tries to demonstrate how a prolific dialogue with Universities could improve these programs in terms of quality of the interventions and civic engagement. Early reflections regarding possible policies for reinforcing the exportation of knowledge and skills outside the academic field for the benefit of communities are here presented.

Le fondazioni bancarie, introdotte nel 1990 dalla legge Amato, rappresentano uno dei principali stakeholder di natura privata coinvolti nel processo di valorizzazione del patrimonio architettonico. Interlocutrici di riferimento per i rispettivi ambiti territoriali di competenza, ad esse è attribuibile un forte impegno nel rilevare problematiche locali e generare politiche di sviluppo, ma dalle differenti dimensioni patrimoniali di cui queste dispongono emergono modalità di intervento che presentano dissimili criticità e potenzialità. Da un atteggiamento prettamente reattivo a richieste estemporanee di finanziamento per interventi su edifici di conclamata importanza, atteggiamento tipico delle fondazioni più piccole, si passa a processi strategici di crescita e sviluppo messi a punto dalle fondazioni più grandi in favore di intere comunità. Grazie allo studio dei dati pubblicati dalle singole fondazioni e da ACRI – l’associazione di categoria che riunisce le ottantotto fondazioni bancarie presenti sul territorio nazionale – , il contributo analizza le strategie attualmente in corso e tenta di dimostrare come un proficuo dialogo con le istituzioni universitarie possa migliorare questi processi sia in termini di qualità dell’intervento sia in termini di coinvolgimento del territorio. Il contributo propone quindi una prima riflessione su possibili strategie che possano potenziare la capacità di esportare conoscenze e competenze al di fuori dell’ambito accademico a beneficio delle comunità locali.