Il santuario, che oggi sappiamo essere stato dedicato a Giove, è ubicato su un pendio collinare nella media valle del fiume Aso tra la colonia latina di Firmum (264 a.C.) e Asculum, ricordata dalle fonti come caput gentis dei Piceni. Le principali fasi di evoluzione diacronica-monumentale del luogo di culto possono essere così riassunte: la costruzione del tempio e della stoà settentrionale risale alla prima metà del II sec. a.C. (probabilmente nell’ambito del secondo venticinquennio), mentre nel corso della seconda metà del secolo il santuario conobbe la sua strutturazione architettonica definitiva, con un tempio tuscanico e un sacello posti al centro di una piazza definita su tre lati dal portico settentrionale già esistente ma ricostruito, dal portico orientali costruito in questo momento e munito di tabernae, da un edificio ancora in corso di scavo nel lato occidentale. Dopo una terza fase edilizia – forse non portata a compimento – databile nei decenni centrali del I sec. a.C., il santuario risulta (ritualmente) dismesso e abbandonato nel corso dell’età triumvirale-augustea, momento in cui il sito venne rioccupato – con evidente cambio di funzione – da un insediamento rustico

Santuario romano di Monte Rinaldo

Enrico Giorgi;Francesco Belfiori
In corso di stampa

Abstract

Il santuario, che oggi sappiamo essere stato dedicato a Giove, è ubicato su un pendio collinare nella media valle del fiume Aso tra la colonia latina di Firmum (264 a.C.) e Asculum, ricordata dalle fonti come caput gentis dei Piceni. Le principali fasi di evoluzione diacronica-monumentale del luogo di culto possono essere così riassunte: la costruzione del tempio e della stoà settentrionale risale alla prima metà del II sec. a.C. (probabilmente nell’ambito del secondo venticinquennio), mentre nel corso della seconda metà del secolo il santuario conobbe la sua strutturazione architettonica definitiva, con un tempio tuscanico e un sacello posti al centro di una piazza definita su tre lati dal portico settentrionale già esistente ma ricostruito, dal portico orientali costruito in questo momento e munito di tabernae, da un edificio ancora in corso di scavo nel lato occidentale. Dopo una terza fase edilizia – forse non portata a compimento – databile nei decenni centrali del I sec. a.C., il santuario risulta (ritualmente) dismesso e abbandonato nel corso dell’età triumvirale-augustea, momento in cui il sito venne rioccupato – con evidente cambio di funzione – da un insediamento rustico
In corso di stampa
2016
Enrico Giorgi; Francesco Belfiori
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