FOCUS CALAMARO: UN TEATRO DI VOCI E PERSONE a cura di Gerardo Guccini La Soffitta (gennaio-giugno 2019) - Alma Mater Studiorum. Università di Bologna, Dipartimento delle Arti. In collaborazione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione/Arena del Sole La drammaturga, regista e attrice Lucia Calamaro è una apparizione lungamente attesa. Anche se non se ne rendevano contro, spettatore e artisti la stavano in realtà aspettando. La sua opera dipana, infatti, presenze e vite che coniugano aspetti restati a lungo disgiunti e come sospettosi l'uno dell'altro: il teatro e lo sguardo tragico sulla vita. Nel teatro di Lucia Calamaro, il mandato espressivo del dramma – che parla di esistenze, linguaggi, destini – è stato raccolto dalle voci dei personaggi. Le voci parlano a chi le scrive e, venendo riportate sulla carta, si dispongono ad essere di nuovo, attraverso l'attore, espressioni di persone presenti. Le voci di Lucia Calamaro manifestano individui vissuti, ricordati, perduti, immaginati. Invididui che, per esistere, non hanno bisogno a priori di una storia, di una sceneggiatura, di un ambiente e di un tempo diegetico, perché tutto procede da loro a cominciare dalla dimensione temporale, che non si accorda a modelli prefissati e rigidi ma alle particolari nature dei parlanti. In Diario del tempo (2014), i flussi verbali e gli esercizi ginnici dell'attrice segmentano i tempi dell'azione scenica. Nella Vita ferma (2016), l'interagire di vivi e morti evoca una temporalità magmatica che annulla l'irreversibilità del vivere. Nell' Origine del mondo, ritratto di un interno (2011), il tempo rispecchia le diversità fra le parlanti: il tempo di Daria (la madre) è letargico e si confronta all'esistere delle cose inanimate (il frigo, gli scaffali, la padella....); quello di Federica (la figlia) consta di un passato e di un futuro che vengono spiati, rimpianti, percorsi; quello della nonna (non a caso, la stessa Calamaro) occhieggia il tempo delle relazioni drammatiche. Nel recente Si nota all'imbrunire, che rientra nel presente progetto, le battute di Silvio – uno straordinario Silvio Orlando – presentano una vera e propria summa di trattamenti temporali, dalla lapidaria affermazione «il futuro di ieri è oggi: per questo ti scoraggi» alla relatività dell'età anagrafica e della misurazione per ore: «a stasera mancano ben otto ore, è ancora mezzogiorno… / otto è tanto / preferisco quando ne mancano solo due o tre alla sera / mi sembra molto più ragionevole / otto è assurdo». La morte e il lutto ricorrono nelle drammaturgie di Lucia Calamaro, tuttavia l'ironia, ancor più del lamento oppure dell'autoanalisi, caratterizza le sue voci bizzose e refrattarie a seppellirsi in un sentimento, in una riflessione, in un'espressività a senso unico. Sono, queste sue voci, continuamente consapevoli del fatto che la vita transitoria d'ogni momento è un rigoglioso e beffardo antidoto alla tragicità dei destini, che pure la inglobano (senza però domarla). Il progetto che Ert e il Centro La Soffitta dedicano a Lucia Calamaro affianca alla rappresentazione di "Si nota all'imbrunire" due momenti rispettivamenti dedicati all'approfondimento di questo teatro rappresentativo come pochi altri dell'odierna vitalità del tragico, e alla simbiosi fra scrittura, drammaturgia e vissuto, che lo anima dall'interno. Si tratta della presentazione delle più recenti pubblicazioni dedicate all'opera di Lucia Calamaro e della conversazione-lettura La vita in prosa condotta dalla stessa drammaturga. Nata a Roma, Lucia Calamaro si trasferisce, tredicenne, a Montevideo per seguire il padre diplomatico. In Sud America incomincia la sua formazione, che prosegue a Parigi, dove si laurea in Arte ed Estetica all'università della Sorbona, diviene allieva dell'attore, mimo e pedagogo francese Jaques Lecoq e partecipa alla creazione dell'Ethnoscénologie, disciplina fondata da Jean Duvignaud e da Jean-Marie Pradier, fondatori della disciplina. Nel 2002 si trasferisce a Roma per una borsa di specializzazione in Drammaturgia Antica e Versificazione. Nella capitale collabora con diverse strutture: il Centro Sociale Villaggio Globale, il Centro Rialto Sant'Ambrogio, il Teatro Furio Camillo. Nel 2003 fonda l’associazione Malebolge e attraverso di essa dà corpo alla propria scrittura scenica, allestendo, nel 2003, "Medea, tracce" e "Woyzeck", nel 2004, "Guerra", nel 2005, "Cattivi maestri", nel 2006, "Tumore, uno spettacolo desolato", nel 2008, "Magick, autobiografia della vergogna", che debutta al Teatro India nell’ambito del progetto “giovani talenti”. Nel 2011 inizia il particolare percorso di scrittura e composizione scenica che la porta a realizzare" L'origine del mondo, ritratto di un interno" con cui vince il premio UBU per un nuovo testo italiano e la ricerca drammaturgica. Nel 2014 debutta a Roma, al Teatro India, "Diario del tempo, l'epopea quotidiana". A quest'opera seguono "La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo" (2016) e "Si nota all'imbrunire" (2018). Nel 2012 la casa editrice Editoria&Spettacolo pubblica "Il ritorno della madre – il teatro di Lucia Calamar" o a cura di Renato Palazzi. Nel 2017, Actes Sud pubblica "La vie suspendue" suivi de "L’origine du monde" (2017), anticipando l'edizione degli originali in lingua italiana di queste stesse drammaturgie da parte dell'Einaudi (2018). Segue il calendario del Progetto FOCUS CALAMARO Martedì 16 aprile, DAMSLab/Teatro, ore 16 PRESENTAZIONE DELLA RACCOLTA “LA VITA FERMA. L'ORIGINE DEL MONDO” pubblicata da Einaudi all’interno della collana Collezione di teatro E DEGLI ATTI DEL CONVEGNO "IL TEATRO DI LUCIA CALAMARO: UN INFINITO INTERIORE" (Università di Montpellier, 22 novembre 2017), in "Prove di Drammaturgia" (nn. 1-2/2018). Saranno presenti il direttore di ERT Fondazione Claudio Longhi e i curatori del convegno. Conduce l'incontro Gerardo Guccini. Organizzato da RIRRA 21 – Université Paul Valery Montapellier 3 in collaborazione con l'UMR Litt&Arts – Université Grenoble Alpes, il Convegno del 2017 ha affrontato il teatro di Lucia Calamaro inquadrandolo nel contesto della produzione scenica contemporanea. I suoi Atti, finora inediti, vengono presentati per la prima volta nella traduzione italiana.   Martedì 16 aprile, DAMSLab/Teatro, ore 19 Conversazione/lettura di Lucia Calamaro LA VITA IN PROSA brani da Diario del tempo e Autobiografia della vergogna. Magik montati e rivisti dall'autrice Spesso i personaggi di Lucia Calamaro hanno i nomi degli attori che li fanno esistere in scena: Silvio (Orlando), Daria (De Florian), Alice (Redini), Riccardo (Goretti)...  Qui, la voci scritte dei personaggi ritornano nella voce di Lucia Calamaro individuando nella drammaturga il protagonista dilatato dell'opera drammatica.   da mercoledì 17 a venerdì 19 aprile, ore 21 | Arena del Sole/Sala Leo de Berardinis SI NOTA ALL’IMBRUNIRE (solitudine da paese spopolato) di Lucia Calamaro con Silvio Orlando e con (in ordine alfabetico) Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini scene Roberto Crea costumi Ornella e Marina Campanale luci Umile Vainieri regia Lucia Calamaro produzione Cardellino srl in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia Spettacolo presentato nell’ambito del protocollo d’intesa tra Napoli Teatro Festival Italia e Festival dei Due Mondi di Spoleto.

Focus Calamaro. Un teatro di voci e persone

Gerardo Guccini
2019

Abstract

FOCUS CALAMARO: UN TEATRO DI VOCI E PERSONE a cura di Gerardo Guccini La Soffitta (gennaio-giugno 2019) - Alma Mater Studiorum. Università di Bologna, Dipartimento delle Arti. In collaborazione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione/Arena del Sole La drammaturga, regista e attrice Lucia Calamaro è una apparizione lungamente attesa. Anche se non se ne rendevano contro, spettatore e artisti la stavano in realtà aspettando. La sua opera dipana, infatti, presenze e vite che coniugano aspetti restati a lungo disgiunti e come sospettosi l'uno dell'altro: il teatro e lo sguardo tragico sulla vita. Nel teatro di Lucia Calamaro, il mandato espressivo del dramma – che parla di esistenze, linguaggi, destini – è stato raccolto dalle voci dei personaggi. Le voci parlano a chi le scrive e, venendo riportate sulla carta, si dispongono ad essere di nuovo, attraverso l'attore, espressioni di persone presenti. Le voci di Lucia Calamaro manifestano individui vissuti, ricordati, perduti, immaginati. Invididui che, per esistere, non hanno bisogno a priori di una storia, di una sceneggiatura, di un ambiente e di un tempo diegetico, perché tutto procede da loro a cominciare dalla dimensione temporale, che non si accorda a modelli prefissati e rigidi ma alle particolari nature dei parlanti. In Diario del tempo (2014), i flussi verbali e gli esercizi ginnici dell'attrice segmentano i tempi dell'azione scenica. Nella Vita ferma (2016), l'interagire di vivi e morti evoca una temporalità magmatica che annulla l'irreversibilità del vivere. Nell' Origine del mondo, ritratto di un interno (2011), il tempo rispecchia le diversità fra le parlanti: il tempo di Daria (la madre) è letargico e si confronta all'esistere delle cose inanimate (il frigo, gli scaffali, la padella....); quello di Federica (la figlia) consta di un passato e di un futuro che vengono spiati, rimpianti, percorsi; quello della nonna (non a caso, la stessa Calamaro) occhieggia il tempo delle relazioni drammatiche. Nel recente Si nota all'imbrunire, che rientra nel presente progetto, le battute di Silvio – uno straordinario Silvio Orlando – presentano una vera e propria summa di trattamenti temporali, dalla lapidaria affermazione «il futuro di ieri è oggi: per questo ti scoraggi» alla relatività dell'età anagrafica e della misurazione per ore: «a stasera mancano ben otto ore, è ancora mezzogiorno… / otto è tanto / preferisco quando ne mancano solo due o tre alla sera / mi sembra molto più ragionevole / otto è assurdo». La morte e il lutto ricorrono nelle drammaturgie di Lucia Calamaro, tuttavia l'ironia, ancor più del lamento oppure dell'autoanalisi, caratterizza le sue voci bizzose e refrattarie a seppellirsi in un sentimento, in una riflessione, in un'espressività a senso unico. Sono, queste sue voci, continuamente consapevoli del fatto che la vita transitoria d'ogni momento è un rigoglioso e beffardo antidoto alla tragicità dei destini, che pure la inglobano (senza però domarla). Il progetto che Ert e il Centro La Soffitta dedicano a Lucia Calamaro affianca alla rappresentazione di "Si nota all'imbrunire" due momenti rispettivamenti dedicati all'approfondimento di questo teatro rappresentativo come pochi altri dell'odierna vitalità del tragico, e alla simbiosi fra scrittura, drammaturgia e vissuto, che lo anima dall'interno. Si tratta della presentazione delle più recenti pubblicazioni dedicate all'opera di Lucia Calamaro e della conversazione-lettura La vita in prosa condotta dalla stessa drammaturga. Nata a Roma, Lucia Calamaro si trasferisce, tredicenne, a Montevideo per seguire il padre diplomatico. In Sud America incomincia la sua formazione, che prosegue a Parigi, dove si laurea in Arte ed Estetica all'università della Sorbona, diviene allieva dell'attore, mimo e pedagogo francese Jaques Lecoq e partecipa alla creazione dell'Ethnoscénologie, disciplina fondata da Jean Duvignaud e da Jean-Marie Pradier, fondatori della disciplina. Nel 2002 si trasferisce a Roma per una borsa di specializzazione in Drammaturgia Antica e Versificazione. Nella capitale collabora con diverse strutture: il Centro Sociale Villaggio Globale, il Centro Rialto Sant'Ambrogio, il Teatro Furio Camillo. Nel 2003 fonda l’associazione Malebolge e attraverso di essa dà corpo alla propria scrittura scenica, allestendo, nel 2003, "Medea, tracce" e "Woyzeck", nel 2004, "Guerra", nel 2005, "Cattivi maestri", nel 2006, "Tumore, uno spettacolo desolato", nel 2008, "Magick, autobiografia della vergogna", che debutta al Teatro India nell’ambito del progetto “giovani talenti”. Nel 2011 inizia il particolare percorso di scrittura e composizione scenica che la porta a realizzare" L'origine del mondo, ritratto di un interno" con cui vince il premio UBU per un nuovo testo italiano e la ricerca drammaturgica. Nel 2014 debutta a Roma, al Teatro India, "Diario del tempo, l'epopea quotidiana". A quest'opera seguono "La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo" (2016) e "Si nota all'imbrunire" (2018). Nel 2012 la casa editrice Editoria&Spettacolo pubblica "Il ritorno della madre – il teatro di Lucia Calamar" o a cura di Renato Palazzi. Nel 2017, Actes Sud pubblica "La vie suspendue" suivi de "L’origine du monde" (2017), anticipando l'edizione degli originali in lingua italiana di queste stesse drammaturgie da parte dell'Einaudi (2018). Segue il calendario del Progetto FOCUS CALAMARO Martedì 16 aprile, DAMSLab/Teatro, ore 16 PRESENTAZIONE DELLA RACCOLTA “LA VITA FERMA. L'ORIGINE DEL MONDO” pubblicata da Einaudi all’interno della collana Collezione di teatro E DEGLI ATTI DEL CONVEGNO "IL TEATRO DI LUCIA CALAMARO: UN INFINITO INTERIORE" (Università di Montpellier, 22 novembre 2017), in "Prove di Drammaturgia" (nn. 1-2/2018). Saranno presenti il direttore di ERT Fondazione Claudio Longhi e i curatori del convegno. Conduce l'incontro Gerardo Guccini. Organizzato da RIRRA 21 – Université Paul Valery Montapellier 3 in collaborazione con l'UMR Litt&Arts – Université Grenoble Alpes, il Convegno del 2017 ha affrontato il teatro di Lucia Calamaro inquadrandolo nel contesto della produzione scenica contemporanea. I suoi Atti, finora inediti, vengono presentati per la prima volta nella traduzione italiana.   Martedì 16 aprile, DAMSLab/Teatro, ore 19 Conversazione/lettura di Lucia Calamaro LA VITA IN PROSA brani da Diario del tempo e Autobiografia della vergogna. Magik montati e rivisti dall'autrice Spesso i personaggi di Lucia Calamaro hanno i nomi degli attori che li fanno esistere in scena: Silvio (Orlando), Daria (De Florian), Alice (Redini), Riccardo (Goretti)...  Qui, la voci scritte dei personaggi ritornano nella voce di Lucia Calamaro individuando nella drammaturga il protagonista dilatato dell'opera drammatica.   da mercoledì 17 a venerdì 19 aprile, ore 21 | Arena del Sole/Sala Leo de Berardinis SI NOTA ALL’IMBRUNIRE (solitudine da paese spopolato) di Lucia Calamaro con Silvio Orlando e con (in ordine alfabetico) Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini scene Roberto Crea costumi Ornella e Marina Campanale luci Umile Vainieri regia Lucia Calamaro produzione Cardellino srl in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia Spettacolo presentato nell’ambito del protocollo d’intesa tra Napoli Teatro Festival Italia e Festival dei Due Mondi di Spoleto.
2019
Gerardo Guccini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/742793
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