Le analisi di Robert Castel hanno attraversato campi diversi, senza lasciarsi però intrappolare da categorie concettuali e linguaggi preconfezionati e senza chiudersi nei recinti degli studi specialistici. Si è occupato di fotografia senza diventare sociologo dell’arte, ha indagato i rapporti tra discipline della psiche, istituzioni ed esperienza della malattia mentale senza diventare sociologo della follia, ha approfondito il modo in cui la vulnerabilità si produce in relazione alle trasformazioni del lavoro, si incarna nello spazio urbano o si configura come terreno delle politiche e dell’intervento sociale, non riproducendo per l’ennesima volta gli itinerari cognitivi già dati nella sociologia del lavoro, del welfare, urbana e così via, che tendono a separare, piuttosto che a mettere in relazione e hanno l’effetto di tecnicizzare e de-politicizzare le questioni in gioco. Al contrario, l’approccio di Castel implica la natura pubblica delle materie affrontate: la vulnerabilità riguarda l’insieme della società e non solo coloro che, nel frame degli specialisti, sono portatori delle soluzioni (gli esperti, i tecnici) e coloro che possono essere solo portatori di domande e oggetto di quei saperi esperti (le vittime, appunto della vulnerabilità); e lo stesso vale per il tema della malattia mentale, i problemi legati ai processi migratori e così via.
Vando Borghi (2015). Del presente, oltre il contemporaneo. Bologna : Editrice Socialmente.
Del presente, oltre il contemporaneo
Vando Borghi
2015
Abstract
Le analisi di Robert Castel hanno attraversato campi diversi, senza lasciarsi però intrappolare da categorie concettuali e linguaggi preconfezionati e senza chiudersi nei recinti degli studi specialistici. Si è occupato di fotografia senza diventare sociologo dell’arte, ha indagato i rapporti tra discipline della psiche, istituzioni ed esperienza della malattia mentale senza diventare sociologo della follia, ha approfondito il modo in cui la vulnerabilità si produce in relazione alle trasformazioni del lavoro, si incarna nello spazio urbano o si configura come terreno delle politiche e dell’intervento sociale, non riproducendo per l’ennesima volta gli itinerari cognitivi già dati nella sociologia del lavoro, del welfare, urbana e così via, che tendono a separare, piuttosto che a mettere in relazione e hanno l’effetto di tecnicizzare e de-politicizzare le questioni in gioco. Al contrario, l’approccio di Castel implica la natura pubblica delle materie affrontate: la vulnerabilità riguarda l’insieme della società e non solo coloro che, nel frame degli specialisti, sono portatori delle soluzioni (gli esperti, i tecnici) e coloro che possono essere solo portatori di domande e oggetto di quei saperi esperti (le vittime, appunto della vulnerabilità); e lo stesso vale per il tema della malattia mentale, i problemi legati ai processi migratori e così via.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.