Progetto PRIN 2006: PROT. 2006105904_005 L'analisi delle testimonianze manoscritte in lingua gotica prodotte in epoca carolingia (Wien, ÖNB, cod. 795, ff. 20r-v e Paris, BNF, lat. 528, f. 71v) è stato un argomento sino ad oggi piuttosto marginale all'interno degli studi sulla lingua e letteratura gotica. Forse perché messi in ombra dalle altre fonti manoscritte bibliche, forse perché non apportatori di sostanziali novità ed arricchimento lessicale, i Gotica Carolina meritavano tuttavia un'attenzione molto più approfondita, anche perché – sebbene poveri di contenuti lessicali – rappresentano due testimonianze assolutamente essenziali per interrogarsi da un lato sulla fortuna della lingua gotica al di fuori dell'Italia ostrogota (dalla quale provengono la sostanziale totalità delle fonti in lingua gotica), dall'altro sulla sopravvivenza, vitale e/o erudita e/o antiquaria della lingua gotica in età carolingia e in area francese. Per questa serie di motivazioni si è proposta un'unità di ricerca all'interno del progetto PRIN Composizione, trasmissione e instabilità del testo germanico medievale: nuovi criteri e modelli di edizione che ponesse i Gotica Carolina al centro dell'analisi, con lo scopo di fornire, alla fine del percorso di ricerca, un'edizione critica delle testimonianze gotiche. Si è proceduto dapprima ad analisi di tipo codicologico, coscienti – alla luce anche delle recenti teorie della New Philology – che un testo debba essere studiato soltanto dopo aver compreso il contesto intertestuale in cui si colloca. Appariva dunque necessaria una disamina dei due codici, che è stata compiuta dapprima per il codice parigino, poi per il codice viennese. Per quanto riguarda il caso del manoscritto di Parigi, i risultati dell'indagine sono confluiti nell'articolo I Gotica Parisina nel codice Bibliothèque Nationale de France, lat. 528, in Il plurilinguismo in area germanica nel medioevo, a cura di Lucia Sinisi, Bari: Palomar, 2005, pp. 301-339, nel quale si è proceduto a un'ampia discussione di tipo codicologico che ha permesso di inquadrare la tipologia degli altri testi del codice e, soprattutto, le diverse mani intervenute non solo a redigere i testi ma, soprattutto, a glossarli. La determinazione delle mani e degli inchiostri ha permesso di stabilire che i Gotica Parisina, così come evidente anche da un esame autoptico sono caratterizzati da due inchiostri diversi frutto del lavoro di due diversi glossatori all'interno del manoscritto. L'analisi autoptica ha poi rivelato la particolare lezione di un antroponimo, Zaoraobabelis, sino ad ora corretto in Zauraubabelis – lectio facilior – ma che non trova giustificazioni sulla pagina manoscritta, in cui il glossatore senza dubbio corregge le due U con due O. Si è dunque proposta una spiegazione per la lezione manoscritta che tiene conto delle interferenze grafo-fonematiche dialettali dell'area occitanica in cui il manoscritto dovette essere presente intorno alla metà del IX secolo. Per quanto riguarda invece il manoscritto viennese, sicuramente più noto per la presenza di importanti testi alcuiniani, l'indagine autoptica e codicologica non ha presentato particolari difficoltà e novità. Di questa testimonianza viennese si è invece ripercorsa la via che portò al recupero e alla trascrizione delle informazioni. I risultati della indagine, dapprima esposti al convegno I Germani e la scrittura, XXXIII Convegno dell'Associazione Italiana di Filologia Germanica (Pescara, 7-9 giugno 2006), sono poi confluiti nella pubblicazione dei relativi atti con un articolo dal titolo La ricezione della scrittura gotica in età carolingia: il caso dei Gotica Vindobonensia, in I Germani e la scrittura. Atti del XXXIII Convegno dell'Associazione Italiana di Filologia Germanica (Pescara 7-9 giugno 2006), a cura di Elisabetta Fazzini e Eleonora Cianci, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2007, pp. 13-38. In quell'articolo si ricostruisce l'ambiente culturale che ha al proprio centro Arno, abate di ...
A. Zironi (2006). Sopravvivenze gotiche in epoca carolingia. I Gotica Parisina e Vindobonensia: edizione ed analisi codicologica.
Sopravvivenze gotiche in epoca carolingia. I Gotica Parisina e Vindobonensia: edizione ed analisi codicologica
ZIRONI, ALESSANDRO
2006
Abstract
Progetto PRIN 2006: PROT. 2006105904_005 L'analisi delle testimonianze manoscritte in lingua gotica prodotte in epoca carolingia (Wien, ÖNB, cod. 795, ff. 20r-v e Paris, BNF, lat. 528, f. 71v) è stato un argomento sino ad oggi piuttosto marginale all'interno degli studi sulla lingua e letteratura gotica. Forse perché messi in ombra dalle altre fonti manoscritte bibliche, forse perché non apportatori di sostanziali novità ed arricchimento lessicale, i Gotica Carolina meritavano tuttavia un'attenzione molto più approfondita, anche perché – sebbene poveri di contenuti lessicali – rappresentano due testimonianze assolutamente essenziali per interrogarsi da un lato sulla fortuna della lingua gotica al di fuori dell'Italia ostrogota (dalla quale provengono la sostanziale totalità delle fonti in lingua gotica), dall'altro sulla sopravvivenza, vitale e/o erudita e/o antiquaria della lingua gotica in età carolingia e in area francese. Per questa serie di motivazioni si è proposta un'unità di ricerca all'interno del progetto PRIN Composizione, trasmissione e instabilità del testo germanico medievale: nuovi criteri e modelli di edizione che ponesse i Gotica Carolina al centro dell'analisi, con lo scopo di fornire, alla fine del percorso di ricerca, un'edizione critica delle testimonianze gotiche. Si è proceduto dapprima ad analisi di tipo codicologico, coscienti – alla luce anche delle recenti teorie della New Philology – che un testo debba essere studiato soltanto dopo aver compreso il contesto intertestuale in cui si colloca. Appariva dunque necessaria una disamina dei due codici, che è stata compiuta dapprima per il codice parigino, poi per il codice viennese. Per quanto riguarda il caso del manoscritto di Parigi, i risultati dell'indagine sono confluiti nell'articolo I Gotica Parisina nel codice Bibliothèque Nationale de France, lat. 528, in Il plurilinguismo in area germanica nel medioevo, a cura di Lucia Sinisi, Bari: Palomar, 2005, pp. 301-339, nel quale si è proceduto a un'ampia discussione di tipo codicologico che ha permesso di inquadrare la tipologia degli altri testi del codice e, soprattutto, le diverse mani intervenute non solo a redigere i testi ma, soprattutto, a glossarli. La determinazione delle mani e degli inchiostri ha permesso di stabilire che i Gotica Parisina, così come evidente anche da un esame autoptico sono caratterizzati da due inchiostri diversi frutto del lavoro di due diversi glossatori all'interno del manoscritto. L'analisi autoptica ha poi rivelato la particolare lezione di un antroponimo, Zaoraobabelis, sino ad ora corretto in Zauraubabelis – lectio facilior – ma che non trova giustificazioni sulla pagina manoscritta, in cui il glossatore senza dubbio corregge le due U con due O. Si è dunque proposta una spiegazione per la lezione manoscritta che tiene conto delle interferenze grafo-fonematiche dialettali dell'area occitanica in cui il manoscritto dovette essere presente intorno alla metà del IX secolo. Per quanto riguarda invece il manoscritto viennese, sicuramente più noto per la presenza di importanti testi alcuiniani, l'indagine autoptica e codicologica non ha presentato particolari difficoltà e novità. Di questa testimonianza viennese si è invece ripercorsa la via che portò al recupero e alla trascrizione delle informazioni. I risultati della indagine, dapprima esposti al convegno I Germani e la scrittura, XXXIII Convegno dell'Associazione Italiana di Filologia Germanica (Pescara, 7-9 giugno 2006), sono poi confluiti nella pubblicazione dei relativi atti con un articolo dal titolo La ricezione della scrittura gotica in età carolingia: il caso dei Gotica Vindobonensia, in I Germani e la scrittura. Atti del XXXIII Convegno dell'Associazione Italiana di Filologia Germanica (Pescara 7-9 giugno 2006), a cura di Elisabetta Fazzini e Eleonora Cianci, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2007, pp. 13-38. In quell'articolo si ricostruisce l'ambiente culturale che ha al proprio centro Arno, abate di ...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.