Marcello Palingenio Stellato1, un capuano maestro di scuola a Forlì tra il 1535 ed il 1537, è autore di un lungo poema didattico esametrico, lo Zodiacus vitae pubblicato la prima a Venezia nel 1535, che conobbe tra il 1537 ed il 1871 circa una sessantina di ristampe solo ed unicamente in paesi d’oltralpe per il fatto di essere stato incluso tra i libri proibiti sin dal primo Index librorum prohibitorum romano del 1557. Le ragioni di questa condanna sono complesse, ma certamente esse vanno viste nel sostanziale neopaganesimo platonico del poema e poi principalmente nel fatto che la povera salma dell’autore, morto a Forlì in un anno non precisato dopo il 1537, fu disseppelita e bruciata essendo stata rilevata nell’opera e nell’insegnamento del Palingenio la negazione della divi- nità di Cristo. Lo Zodiacus vitae è universalmente noto, dalla onorata menzione che ne fece Bruno nel De immenso et innumerabilibus sino ai lavori del Koyrè, per il fatto di contenere nel suo libro, Pisces, la pri- ma chiara affermazione dell’infinità spaziale dell’universo.
Franco Bacchelli (2014). L’utilità della guerra secondo Palingenio. Pisa : Edizioni Il Campano.
L’utilità della guerra secondo Palingenio
Franco Bacchelli
2014
Abstract
Marcello Palingenio Stellato1, un capuano maestro di scuola a Forlì tra il 1535 ed il 1537, è autore di un lungo poema didattico esametrico, lo Zodiacus vitae pubblicato la prima a Venezia nel 1535, che conobbe tra il 1537 ed il 1871 circa una sessantina di ristampe solo ed unicamente in paesi d’oltralpe per il fatto di essere stato incluso tra i libri proibiti sin dal primo Index librorum prohibitorum romano del 1557. Le ragioni di questa condanna sono complesse, ma certamente esse vanno viste nel sostanziale neopaganesimo platonico del poema e poi principalmente nel fatto che la povera salma dell’autore, morto a Forlì in un anno non precisato dopo il 1537, fu disseppelita e bruciata essendo stata rilevata nell’opera e nell’insegnamento del Palingenio la negazione della divi- nità di Cristo. Lo Zodiacus vitae è universalmente noto, dalla onorata menzione che ne fece Bruno nel De immenso et innumerabilibus sino ai lavori del Koyrè, per il fatto di contenere nel suo libro, Pisces, la pri- ma chiara affermazione dell’infinità spaziale dell’universo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.