Il volume intende interrogarsi sui rapporti tra letteratura e architettura portandosi alla radice di una possibile relazione strutturale tra le due discipline, senza limitarsi alla rilevazione tematica (pur essenziale) nei testi letterari di luoghi o figure in qualche modo interessanti per la cultura architettonica. Se il progetto architettonico moderno, nelle sue pratiche ideative e operative, ha eletto a strumento privilegiato la rappresentazione per immagini, confinando la scrittura nell’ambito della teoria o della burocrazia, resta il fatto che una dimensione narrativa è ineliminabile dal processo creativo della architettura nel momento in cui, misurandosi con i suoi possibili destinatari e proponendosi la vita di concreti esseri umani come misura, è costretta a immaginare la vita, passata o futura, che attraverso essa scorre e prende forma. D’altro lato la letteratura, nel suo immaginare la vita, o nel suo descriverla, non può che confrontarsi con la struttura, l’organizzazione e le forme dello spazio e dei luoghi in cui le azioni si svolgono e con il modo in cui tali contesti si modificano nel corso del tempo. Il centro di interesse del volume è l’individuazione di casi di studio in cui la affinità strutturale tra letteratura e architettura emerge come elemento caratterizzante il processo creativo. Da un lato, i contributi ospitati nel volume riguardano opere letterarie la cui matrice è una forma architettonica: una forma archetipa, un oggetto, un edificio, una città: immagini-matrici, allo stesso tempo plastiche, oniriche, metaforiche, generative di forme, collocate al centro dell’universo rappresentativo ed estetico, rinnovando i modi e le figure dello spazio rappresentato o inaugurando nuovi modelli, strategie e dispositivi della narrazione. Questa vocazione eminentemente costruttiva del rapporto tra lo spazio letterario e lo spazio architettonico (a partire da opere esemplari come la “cattedrale” proustiana o il “labirinto” borghesiano) si afferma tanto nella molteplicità dei paradigmi di correlazione delle opere “globali” – cicli o serie di romanzi, romanzi fiume, opere-mondo – che nella progettualità teorica e poietica tesa ad innervare nella costituzione spaziale dell’opera l’esplorazione delle sue leggi formali, la riapertura dei suoi possibili, la reinvenzione del suo rapporto con la realtà e della sua coappartenenza al mondo. Da un’altra prospettiva, i contributi presenti nel volume riguardano opere di architettura – disegni, scritti, costruzioni – in cui la scrittura svolge un ruolo non sussidiario nel processo creativo ma diviene strumento per includere nel progetto la componente circostanziale della vita che si immagina svolgersi, o essersi svolta, nei luoghi, o in relazione agli oggetti, progettati. L’individuazione di una struttura narrativa nel progetto di architettura si rivolgerà tanto ai processi di ideazione basati su procedimenti letterari (la fase di ideazione del luogo o dell’oggetto che precede la sua formalizzazione grafica, definendo un programma, non solo funzionale, sulla cui scorta articolare il progetto) quanto all’uso della scrittura in tutte le fasi di sviluppo del progetto con particolare attenzione al rapporto tra immagine e testo scritto. Saranno quindi oggetto di interesse le diverse forme letterarie praticate dalla architettura – il testo teorico, il cahier, gli accompagnamenti testuali alle diverse fasi di formalizzazione – purché colte nel loro contribuire in modo sostanziale alla ideazione, o costruzione, di architetture, intendendo il termine nella sua accezione più ampia e senza limitazioni di scala.
Andrea Borsari, M.C.S. (2019). Archiletture. Forma e narrazione tra architettura e letteratura. Sesto San Giovanni (MI) : Mimesis.
Archiletture. Forma e narrazione tra architettura e letteratura
Andrea Borsari;Matteo Cassani Simonetti;Giulio Iacoli
2019
Abstract
Il volume intende interrogarsi sui rapporti tra letteratura e architettura portandosi alla radice di una possibile relazione strutturale tra le due discipline, senza limitarsi alla rilevazione tematica (pur essenziale) nei testi letterari di luoghi o figure in qualche modo interessanti per la cultura architettonica. Se il progetto architettonico moderno, nelle sue pratiche ideative e operative, ha eletto a strumento privilegiato la rappresentazione per immagini, confinando la scrittura nell’ambito della teoria o della burocrazia, resta il fatto che una dimensione narrativa è ineliminabile dal processo creativo della architettura nel momento in cui, misurandosi con i suoi possibili destinatari e proponendosi la vita di concreti esseri umani come misura, è costretta a immaginare la vita, passata o futura, che attraverso essa scorre e prende forma. D’altro lato la letteratura, nel suo immaginare la vita, o nel suo descriverla, non può che confrontarsi con la struttura, l’organizzazione e le forme dello spazio e dei luoghi in cui le azioni si svolgono e con il modo in cui tali contesti si modificano nel corso del tempo. Il centro di interesse del volume è l’individuazione di casi di studio in cui la affinità strutturale tra letteratura e architettura emerge come elemento caratterizzante il processo creativo. Da un lato, i contributi ospitati nel volume riguardano opere letterarie la cui matrice è una forma architettonica: una forma archetipa, un oggetto, un edificio, una città: immagini-matrici, allo stesso tempo plastiche, oniriche, metaforiche, generative di forme, collocate al centro dell’universo rappresentativo ed estetico, rinnovando i modi e le figure dello spazio rappresentato o inaugurando nuovi modelli, strategie e dispositivi della narrazione. Questa vocazione eminentemente costruttiva del rapporto tra lo spazio letterario e lo spazio architettonico (a partire da opere esemplari come la “cattedrale” proustiana o il “labirinto” borghesiano) si afferma tanto nella molteplicità dei paradigmi di correlazione delle opere “globali” – cicli o serie di romanzi, romanzi fiume, opere-mondo – che nella progettualità teorica e poietica tesa ad innervare nella costituzione spaziale dell’opera l’esplorazione delle sue leggi formali, la riapertura dei suoi possibili, la reinvenzione del suo rapporto con la realtà e della sua coappartenenza al mondo. Da un’altra prospettiva, i contributi presenti nel volume riguardano opere di architettura – disegni, scritti, costruzioni – in cui la scrittura svolge un ruolo non sussidiario nel processo creativo ma diviene strumento per includere nel progetto la componente circostanziale della vita che si immagina svolgersi, o essersi svolta, nei luoghi, o in relazione agli oggetti, progettati. L’individuazione di una struttura narrativa nel progetto di architettura si rivolgerà tanto ai processi di ideazione basati su procedimenti letterari (la fase di ideazione del luogo o dell’oggetto che precede la sua formalizzazione grafica, definendo un programma, non solo funzionale, sulla cui scorta articolare il progetto) quanto all’uso della scrittura in tutte le fasi di sviluppo del progetto con particolare attenzione al rapporto tra immagine e testo scritto. Saranno quindi oggetto di interesse le diverse forme letterarie praticate dalla architettura – il testo teorico, il cahier, gli accompagnamenti testuali alle diverse fasi di formalizzazione – purché colte nel loro contribuire in modo sostanziale alla ideazione, o costruzione, di architetture, intendendo il termine nella sua accezione più ampia e senza limitazioni di scala.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.