I molluschi bivalvi costituiscono in tutto il mondo, Italia compresa, una delle principali risorse alimentari. La capacità dei molluschi di filtrare elevati volumi di acqua rende tali organismi in grado di accumulare microrganismi potenzialmente patogeni per l'uomo. Questa abilità costituisce motivo di notevole preoccupazione soprattutto quando i molluschi sono ingeriti crudi o poco cotti. L'attuale normativa italiana prevede la ricerca di tossine algali, Escherichia coli, Salmonella spp. e metalli pesanti. Tuttavia, un'enorme quantità di deiezioni contenenti anche protozoi parassiti di interesse zoonosico viene riversata, attraverso reflui zootecnici e urbani o tramite le acque di dilavamento, nei fiumi. Questi, confluendo verso le acque costiere possono contaminare il mare e quindi i molluschi bivalvi. Tra le diverse specie di microrganismi parassitari, Giardia, Cryptosporidium e Toxoplasma assumono oggi notevole interesse in considerazione del loro possibile ruolo zoonosico; sulla base delle più recenti acquisizioni è stato, infatti, dimostrato che alcuni genotipi di questi parassiti possono essere condivisi dagli animali e dall'uomo. Isolati di Giardia e Cryptosporidium, anche zoonosici, sono stati evidenziati in alcuni esemplari di molluschi bivalvi (ostriche, cozze, vongole, noci di mare, ecc) in diverse zone costiere del mondo, mentre Toxoplasma, seppur ben descritto in mammiferi marini, risulta segnalato in un’unica occasione in mitili negli USA. In Italia, preliminari segnalazioni di cisti di Giardia e oocisti di Cryptosporidium in vongole della costa abruzzese e di coccidi riferibili a Toxoplasma in molluschi dell'alto Adriatico, hanno rappresentato il punto di partenza per l'avvio di indagini finalizzate a monitorare, in maniera approfondita, la diffusione di Giardia, Cryptosporidium e Toxoplasma in diverse specie di molluschi bivalvi autoctoni marini e lagunari allevati in banchi naturali e/o artificiali lungo le coste italiane. Tali indagini sono state condotte nell’ambito del progetto biennale “Protozoi di interesse zoonosico in molluschi bivalvi marini e lagunari: studio molecolare per una valutazione dell'inquinamento ambientale e del rischio per il consumatore” finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca (PRIN 2005). Questo opuscolo ha lo scopo di presentare i risultati di tutte le ricerche, condotte in Italia sull’argomento, illustrando nel contempo le attuali conoscenze su Cryptosporidium, Giardia e Toxoplasma, in modo da fare il punto della situazione sul potenziale ruolo dei molluschi bivalvi nella trasmissione di questi protozoi zoonosici al consumatore

PROTOZOI DI INTERESSE ZOONOSICO IN MOLLUSCHI BIVALVI: quale rischio per il consumatore? Note scientifiche pratiche

CAFFARA, MONICA;FIORAVANTI, MARIALETIZIA;
2008

Abstract

I molluschi bivalvi costituiscono in tutto il mondo, Italia compresa, una delle principali risorse alimentari. La capacità dei molluschi di filtrare elevati volumi di acqua rende tali organismi in grado di accumulare microrganismi potenzialmente patogeni per l'uomo. Questa abilità costituisce motivo di notevole preoccupazione soprattutto quando i molluschi sono ingeriti crudi o poco cotti. L'attuale normativa italiana prevede la ricerca di tossine algali, Escherichia coli, Salmonella spp. e metalli pesanti. Tuttavia, un'enorme quantità di deiezioni contenenti anche protozoi parassiti di interesse zoonosico viene riversata, attraverso reflui zootecnici e urbani o tramite le acque di dilavamento, nei fiumi. Questi, confluendo verso le acque costiere possono contaminare il mare e quindi i molluschi bivalvi. Tra le diverse specie di microrganismi parassitari, Giardia, Cryptosporidium e Toxoplasma assumono oggi notevole interesse in considerazione del loro possibile ruolo zoonosico; sulla base delle più recenti acquisizioni è stato, infatti, dimostrato che alcuni genotipi di questi parassiti possono essere condivisi dagli animali e dall'uomo. Isolati di Giardia e Cryptosporidium, anche zoonosici, sono stati evidenziati in alcuni esemplari di molluschi bivalvi (ostriche, cozze, vongole, noci di mare, ecc) in diverse zone costiere del mondo, mentre Toxoplasma, seppur ben descritto in mammiferi marini, risulta segnalato in un’unica occasione in mitili negli USA. In Italia, preliminari segnalazioni di cisti di Giardia e oocisti di Cryptosporidium in vongole della costa abruzzese e di coccidi riferibili a Toxoplasma in molluschi dell'alto Adriatico, hanno rappresentato il punto di partenza per l'avvio di indagini finalizzate a monitorare, in maniera approfondita, la diffusione di Giardia, Cryptosporidium e Toxoplasma in diverse specie di molluschi bivalvi autoctoni marini e lagunari allevati in banchi naturali e/o artificiali lungo le coste italiane. Tali indagini sono state condotte nell’ambito del progetto biennale “Protozoi di interesse zoonosico in molluschi bivalvi marini e lagunari: studio molecolare per una valutazione dell'inquinamento ambientale e del rischio per il consumatore” finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca (PRIN 2005). Questo opuscolo ha lo scopo di presentare i risultati di tutte le ricerche, condotte in Italia sull’argomento, illustrando nel contempo le attuali conoscenze su Cryptosporidium, Giardia e Toxoplasma, in modo da fare il punto della situazione sul potenziale ruolo dei molluschi bivalvi nella trasmissione di questi protozoi zoonosici al consumatore
2008
38
Berrilli F.; Caffara M.; Capelli G.; Fioravanti M.L.; Frangipane di Regalbono A.; Giangaspero A.
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