"Tra i temi suggeriti dai testi qui raccolti c’è innanzi tutto quello, sempre controverso ma imprescindibile, del rapporto tra la vita e l’opera. Non possiamo cioè fare a meno di chiederci: a) quanto e come del vissuto del poeta si trasferisce nell’opera (e nel caso della poesia e in particolare quella lirica dobbiamo presupporre che si tratti di una porzione importante); b) (e si tratta di una questione più delicata) che ruolo deve avere nella analisi e nella comprensione del testo la conoscenza, più o meno dettagliata, della vita dell’autore. Nessuno giustamente condivide il metodo e la sostanza delle vecchie psicobiografie, ma il problema rimane e non può essere facilmente eluso, specie in una prospettiva che voglia ispirarsi alla psicologia e alla psicoanalisi. (...) L’importanza dell’elemento biografico è ancora più diretta e determinante nel caso in cui sia riscontrabile nell’artista qualche disturbo psichico, più o meno grave. (...) Consideriamo infine la questione della poesia nell’ottica della sua ricezione e analizziamo alcuni dei meccanismi psichici che intervengono nella lettura del testo. (...) La libertà e la creatività dell’autore e del lettore si confrontano dunque con l’oggettività “altra” del testo, con la necessità e la ineludibilità della sua specifica formulazione, che obbedisce a norme e criteri che non appartengono né alla soggettività dell’autore né a quella del lettore: lo stile, dunque, come “ponte” tra l’una e l’altra, che prescinde dall’una e dall’altra e fa dell’opera qualcosa di completamente e oggettivamente autonomo. È così che l’opera viene inserita in uno spazio privilegiato che in termini estetici possiamo identificare con il contesto istituzionale del mondo dell’arte, con le sue leggi e i suoi capricci, e che in termini psicologici è riconducibile allo “spazio potenziale” dell’esperienza transizionale descritta da Winnicott: qualcosa appunto che sta a metà tra interno ed esterno, tra fantasia e realtà e in cui possono effettivamente incontrarsi e convivere le diverse esigenze dell’autore, del lettore nonché dello storico e del critico.
Stefano Ferrari (2009). Introduzione. FIRENZE : Nicomp L.E..
Introduzione
FERRARI, STEFANO
2009
Abstract
"Tra i temi suggeriti dai testi qui raccolti c’è innanzi tutto quello, sempre controverso ma imprescindibile, del rapporto tra la vita e l’opera. Non possiamo cioè fare a meno di chiederci: a) quanto e come del vissuto del poeta si trasferisce nell’opera (e nel caso della poesia e in particolare quella lirica dobbiamo presupporre che si tratti di una porzione importante); b) (e si tratta di una questione più delicata) che ruolo deve avere nella analisi e nella comprensione del testo la conoscenza, più o meno dettagliata, della vita dell’autore. Nessuno giustamente condivide il metodo e la sostanza delle vecchie psicobiografie, ma il problema rimane e non può essere facilmente eluso, specie in una prospettiva che voglia ispirarsi alla psicologia e alla psicoanalisi. (...) L’importanza dell’elemento biografico è ancora più diretta e determinante nel caso in cui sia riscontrabile nell’artista qualche disturbo psichico, più o meno grave. (...) Consideriamo infine la questione della poesia nell’ottica della sua ricezione e analizziamo alcuni dei meccanismi psichici che intervengono nella lettura del testo. (...) La libertà e la creatività dell’autore e del lettore si confrontano dunque con l’oggettività “altra” del testo, con la necessità e la ineludibilità della sua specifica formulazione, che obbedisce a norme e criteri che non appartengono né alla soggettività dell’autore né a quella del lettore: lo stile, dunque, come “ponte” tra l’una e l’altra, che prescinde dall’una e dall’altra e fa dell’opera qualcosa di completamente e oggettivamente autonomo. È così che l’opera viene inserita in uno spazio privilegiato che in termini estetici possiamo identificare con il contesto istituzionale del mondo dell’arte, con le sue leggi e i suoi capricci, e che in termini psicologici è riconducibile allo “spazio potenziale” dell’esperienza transizionale descritta da Winnicott: qualcosa appunto che sta a metà tra interno ed esterno, tra fantasia e realtà e in cui possono effettivamente incontrarsi e convivere le diverse esigenze dell’autore, del lettore nonché dello storico e del critico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.