I resti umani costituiscono una fonte preziosa, e talora unica, di informazioni da cui ricostruire i caratteristici fisici e le vicende della vita di individui vissuti nel passato. Quando poi il campione di individui analizzato è sufficientemente numeroso e rappresentativo di una popolazione, è possibile trarre informazioni di carattere più generale circa la struttura antropologica e demografica della popolazione stessa, nonché sulle sue condizioni di vita, di salute e di sussistenza. Ciò diviene tanto più interessante quando, disponendo di una stratificazione diacronica degli individui, è possibile analizzare queste caratteristiche nelle loro variazioni nel tempo. Questa rarissima circostanza connota il rinvenimento della “comunità dei morti” di Roccapelago proveniente dalla cripta della chiesa locale. Per questo si può parlare di rinvenimento eccezionale, reso ancor più importante dall’integrità e dalla parziale mummificazione dei resti, dalla numerosità degli inumati e dalla loro stratificazione che si estende dalla fine del XVI a tutto il XVIII secolo, e che rappresenta la popolazione di questa piccola comunità montana per un arco di oltre due secoli. In questo ambizioso contesto interdisciplinare si pone, a dieci anni dalla scoperta, il lavoro di ricerca contenuto in questo volume: lo studio comparato di più fonti informative, di natura antropologica e documentaria, ha proprio lo scopo di ricostruire, quanto più e più accuratamente possibile della vita della gente di questo territorio dell’Alto Frignano, fruendo di volta in volta di approfondimenti specifici, attraverso indagini di laboratorio, fra le quali l’analisi del DNA antico (aDNA), lo studio paleobotanico, il dosaggio degli isotopi stabili, gli esami istologici dei tessuti, suggeriti da indizi emersi dallo studio dei resti umani o tra le pieghe dei tessuti mummificati o dalle pagine dei registri parrocchiali.
Le mummie di Roccapelago. La morte che racconta la vita, dieci anni di studi su di una piccola comunità appenninica del XVI-XVIII secolo
Mirko Traversari
2019
Abstract
I resti umani costituiscono una fonte preziosa, e talora unica, di informazioni da cui ricostruire i caratteristici fisici e le vicende della vita di individui vissuti nel passato. Quando poi il campione di individui analizzato è sufficientemente numeroso e rappresentativo di una popolazione, è possibile trarre informazioni di carattere più generale circa la struttura antropologica e demografica della popolazione stessa, nonché sulle sue condizioni di vita, di salute e di sussistenza. Ciò diviene tanto più interessante quando, disponendo di una stratificazione diacronica degli individui, è possibile analizzare queste caratteristiche nelle loro variazioni nel tempo. Questa rarissima circostanza connota il rinvenimento della “comunità dei morti” di Roccapelago proveniente dalla cripta della chiesa locale. Per questo si può parlare di rinvenimento eccezionale, reso ancor più importante dall’integrità e dalla parziale mummificazione dei resti, dalla numerosità degli inumati e dalla loro stratificazione che si estende dalla fine del XVI a tutto il XVIII secolo, e che rappresenta la popolazione di questa piccola comunità montana per un arco di oltre due secoli. In questo ambizioso contesto interdisciplinare si pone, a dieci anni dalla scoperta, il lavoro di ricerca contenuto in questo volume: lo studio comparato di più fonti informative, di natura antropologica e documentaria, ha proprio lo scopo di ricostruire, quanto più e più accuratamente possibile della vita della gente di questo territorio dell’Alto Frignano, fruendo di volta in volta di approfondimenti specifici, attraverso indagini di laboratorio, fra le quali l’analisi del DNA antico (aDNA), lo studio paleobotanico, il dosaggio degli isotopi stabili, gli esami istologici dei tessuti, suggeriti da indizi emersi dallo studio dei resti umani o tra le pieghe dei tessuti mummificati o dalle pagine dei registri parrocchiali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.