Il termine “comportamento” entra ufficialmente nella storia dell’arte italiana con la proposta critica formulata da Francesco Arcangeli e Renato Barilli per il Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 1972. Questa nozione indica l’insieme delle pratiche estetiche incentrate sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente emerse sul finire degli anni Sessanta – Antiform, Body Art, Conceptual Art, Land Art, Arte Povera – e assume rispetto a esse un ruolo di sistemazione teorica. L’agire dell’artista, l’esercizio di facoltà fisiche e mentali, costituisce infatti il denominatore comune a tutte queste esperienze, tese a evidenziare la natura “transattiva” dell’esserci, l’indissolubile legame esistente tra individuo e mondo. Applicando gli strumenti della fenomenologia critica, Pasquale Fameli prende in esame i precetti teorici dell’Arte Povera e li rapporta alle soluzioni messe a punto dai suoi esponenti, indagandone le relazioni con le coeve esperienze internazionali. Compiendo una ricognizione ad ampio raggio degli artisti attivi in Italia tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta, l’autore traccia un articolato percorso tra le poetiche del Comportamento, individuando strategie e modalità operative alternative a quelle poveriste, al fine di restituire la varietà e la vitalità estetica di quella fertile stagione.
Pasquale Fameli (2019). Esperienza come forma. Le poetiche del Comportamento in Italia negli anni Settanta. Bologna : Bononia University Press.
Esperienza come forma. Le poetiche del Comportamento in Italia negli anni Settanta
Pasquale Fameli
2019
Abstract
Il termine “comportamento” entra ufficialmente nella storia dell’arte italiana con la proposta critica formulata da Francesco Arcangeli e Renato Barilli per il Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 1972. Questa nozione indica l’insieme delle pratiche estetiche incentrate sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente emerse sul finire degli anni Sessanta – Antiform, Body Art, Conceptual Art, Land Art, Arte Povera – e assume rispetto a esse un ruolo di sistemazione teorica. L’agire dell’artista, l’esercizio di facoltà fisiche e mentali, costituisce infatti il denominatore comune a tutte queste esperienze, tese a evidenziare la natura “transattiva” dell’esserci, l’indissolubile legame esistente tra individuo e mondo. Applicando gli strumenti della fenomenologia critica, Pasquale Fameli prende in esame i precetti teorici dell’Arte Povera e li rapporta alle soluzioni messe a punto dai suoi esponenti, indagandone le relazioni con le coeve esperienze internazionali. Compiendo una ricognizione ad ampio raggio degli artisti attivi in Italia tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta, l’autore traccia un articolato percorso tra le poetiche del Comportamento, individuando strategie e modalità operative alternative a quelle poveriste, al fine di restituire la varietà e la vitalità estetica di quella fertile stagione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.