Questo numero di Ocula è dedicato alla moda e cioè a quell’universo che comprende insiemi di espressioni, di rappresentazioni, di modi di essere e di comportamento in spazi e tempi definiti. Il De Mauro la definisce come “la tendenza generale o atteggiamento predominante, che caratterizza un preciso momento storico e influenza il modo di vivere e di comportarsi”, “il gusto predominante che influenza in un determinato periodo il modo di abbigliarsi, di acconciarsi”, “l’industria, il commercio dell’abbigliamento con specifico riferimento agli aspetti innovativi e creativi” e ancora “in una distribuzione di una variabile definita su un insieme non continuo di valori, quello che compare con una maggiore frequenza” (www.demauroparavia.it/70798). La moda non può essere ridotta ad una unica definizione, né rimanda ad un unico spettro di valori, ma permette di riflettere ad ampio raggio su sistemi di vita diversi. Affrontare la moda significa cioè volere discutere di un insieme di argomenti, chiamando in causa discipline differenti. Per queste ragioni il presente numero di Ocula si arricchisce di interventi scritti da studiosi che si interrogano a vario modo sulle questioni inerenti la moda e che offrono diversi punti di vista. Accanto alla semiotica trovano dunque spazio i due approcci classici dei fashion studies: la sociologia e la storia. Come ci ricorda una delle definizioni più sopra citate, la moda si colloca in un preciso periodo, dunque può essere considerata per il suo stretto legame con la storia, proponendosi come una chiave di analisi della dimensione diacronica di un certo tipo di fenomeni. La storia diviene quindi essenziale per la comprensione degli eventi della moda, poiché essi sono sempre legati alla loro tempo, al loro svolgersi, al loro evolversi e al loro mutamento. Accanto agli aspetti storici la moda chiama in causa spazi, distanze, luoghi nei quali prende forma; mostra le influenze che da questi derivano e rivela la propria forza nel lasciarvi tracce e segni, andando ad incidere nella formazione di nuovi stili culturali. Partecipa alla formazione di quei gusti globalizzati di cui tanto si sente parlare, che non disegnano solo panorami del presente, ma che hanno radici, di nuovo, nel passato. La distanza nello spazio, infatti, è sempre anche distanza nel tempo, sia pure con una dislocazione non meramente cronologica. La storia è inoltre quella parte della traiettoria degli eventi sulla quale possiamo gettare uno sguardo, sia pure impreciso e parziale, allo scopo di ipotizzare la traiettoria futura.
G. Proni, A. Mascio (2007). Ocula numero 8, luglio 2007, Comunicazione e segni nella moda. http://www.ocula.it/rivista.php?id=11. RIMINI : Il Pasquino.
Ocula numero 8, luglio 2007, Comunicazione e segni nella moda. http://www.ocula.it/rivista.php?id=11
PRONI, GIAMPAOLO;MASCIO, ANTONELLA
2007
Abstract
Questo numero di Ocula è dedicato alla moda e cioè a quell’universo che comprende insiemi di espressioni, di rappresentazioni, di modi di essere e di comportamento in spazi e tempi definiti. Il De Mauro la definisce come “la tendenza generale o atteggiamento predominante, che caratterizza un preciso momento storico e influenza il modo di vivere e di comportarsi”, “il gusto predominante che influenza in un determinato periodo il modo di abbigliarsi, di acconciarsi”, “l’industria, il commercio dell’abbigliamento con specifico riferimento agli aspetti innovativi e creativi” e ancora “in una distribuzione di una variabile definita su un insieme non continuo di valori, quello che compare con una maggiore frequenza” (www.demauroparavia.it/70798). La moda non può essere ridotta ad una unica definizione, né rimanda ad un unico spettro di valori, ma permette di riflettere ad ampio raggio su sistemi di vita diversi. Affrontare la moda significa cioè volere discutere di un insieme di argomenti, chiamando in causa discipline differenti. Per queste ragioni il presente numero di Ocula si arricchisce di interventi scritti da studiosi che si interrogano a vario modo sulle questioni inerenti la moda e che offrono diversi punti di vista. Accanto alla semiotica trovano dunque spazio i due approcci classici dei fashion studies: la sociologia e la storia. Come ci ricorda una delle definizioni più sopra citate, la moda si colloca in un preciso periodo, dunque può essere considerata per il suo stretto legame con la storia, proponendosi come una chiave di analisi della dimensione diacronica di un certo tipo di fenomeni. La storia diviene quindi essenziale per la comprensione degli eventi della moda, poiché essi sono sempre legati alla loro tempo, al loro svolgersi, al loro evolversi e al loro mutamento. Accanto agli aspetti storici la moda chiama in causa spazi, distanze, luoghi nei quali prende forma; mostra le influenze che da questi derivano e rivela la propria forza nel lasciarvi tracce e segni, andando ad incidere nella formazione di nuovi stili culturali. Partecipa alla formazione di quei gusti globalizzati di cui tanto si sente parlare, che non disegnano solo panorami del presente, ma che hanno radici, di nuovo, nel passato. La distanza nello spazio, infatti, è sempre anche distanza nel tempo, sia pure con una dislocazione non meramente cronologica. La storia è inoltre quella parte della traiettoria degli eventi sulla quale possiamo gettare uno sguardo, sia pure impreciso e parziale, allo scopo di ipotizzare la traiettoria futura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.