La biografia differisce da quelle già esistenti per tre ragioni principali: 1. In termini di contenuto, la chiave di interpretazione, spiegata dal sottotitolo, è del tutto diversa da quelle utilizzate fino ad ora: il profilo di Castro non è studiato attraverso il prisma della guerra fredda e della storia del marxismo, ma del populismo e della tradizione religiosa e politica dell’America latina. Letta su tale sfondo, la sua parabola umana e politica è la continuazione ideale dell’eterna lotta della cristianità ispanica contro la modernità liberale nata nel mondo protestante: la sua biografia, la sua formazione, il suo universo morale, il suo immaginario politico e sociale, il suo regime esprimono la concezione organica del mondo, tipica della cattolicità iberica premoderna, in guerra col razionalismo illuminista. Questo lo rende un leader religioso, più che politico ; e una figura universale, in quanto coerente erede della tradizione anti-moderna della cristianità spagnola. La natura totalitaria del suo regime non è frutto di emulazione degli alleati socialisti, ma dell’impronta organicista già riscontrabile nel passato coloniale, nelle riduzioni gesuitiche del Paraguay e, in tempi moderni, nel peronismo, nel falangismo e nei populismi latini in genere, di cui il castrismo è parente stretto: si tratta di un universo ideale unanimista, gerarchico, corporativo, inclusivo ma manicheo, teso a moralizzare e convertire l'umanità con croce e spada, simboli dei re cattolici. In tal senso, ripropone l’ideale confessionale della Spagna antica: come i re cattolici imposero la pureza de sangre espellendo musulmani ed ebrei dopo la Reconquista, così Castro perseguì l'unanimità di fede (la sua fede) cacciando o perseguitando, dopo la Rivoluzione, i cubani «corrotti» dalla modernità liberale. Il suo comunismo è così da intendersi come un'utopia cristiana e tale rimase fino agli ultimi giorni, quando invocò l’unione di cristiani e musulmani contro il peccato liberale e capitalista. 2. Sul piano metodologico, la biografia si distingue perché è il lavoro di uno storico che si è dedicato per venticinque anni allo studio dei rapporti tra politica e religione in America Latina. Le biografie esistenti, in cambio, sono opera di giornalisti o diplomatici. È anche la primo, a mia conoscenza, che include l'intera vita di Fidel Castro, ossia scritta dopo la sua morte. Queste caratteristiche consentono una prospettiva articolata contestualizzata di Castro e del castrismo. Oltre a occuparsi delle diverse dimensioni della sua azione politica, sociale, culturale e internazionale, il lavoro presta particolare attenzione all'ideologia, alla liturgia politica, alla simbologia e al linguaggio. 3. Le fonti. Si tratta di un saggio interpretativo e i discorsi di Fidel Castro sono la fonte principale: tutti, anche i minori. A questi si aggiungono fonti archivistiche (principalmente archivi diplomatici: FRUS e presidenze americane, archivi del Centro Wilson sulle relazioni con alleati socialisti e guerre in Africa, dispacci di wikileaks ecc.) E molta memorialistica. Oltre a questo, infine, una vasta bibliografia accademica e non accademica.
L.Zanatta (2019). Fidel Castro, l'ultimo "Re cattolico". Roma : Salerno.
Fidel Castro, l'ultimo "Re cattolico"
L. Zanatta
2019
Abstract
La biografia differisce da quelle già esistenti per tre ragioni principali: 1. In termini di contenuto, la chiave di interpretazione, spiegata dal sottotitolo, è del tutto diversa da quelle utilizzate fino ad ora: il profilo di Castro non è studiato attraverso il prisma della guerra fredda e della storia del marxismo, ma del populismo e della tradizione religiosa e politica dell’America latina. Letta su tale sfondo, la sua parabola umana e politica è la continuazione ideale dell’eterna lotta della cristianità ispanica contro la modernità liberale nata nel mondo protestante: la sua biografia, la sua formazione, il suo universo morale, il suo immaginario politico e sociale, il suo regime esprimono la concezione organica del mondo, tipica della cattolicità iberica premoderna, in guerra col razionalismo illuminista. Questo lo rende un leader religioso, più che politico ; e una figura universale, in quanto coerente erede della tradizione anti-moderna della cristianità spagnola. La natura totalitaria del suo regime non è frutto di emulazione degli alleati socialisti, ma dell’impronta organicista già riscontrabile nel passato coloniale, nelle riduzioni gesuitiche del Paraguay e, in tempi moderni, nel peronismo, nel falangismo e nei populismi latini in genere, di cui il castrismo è parente stretto: si tratta di un universo ideale unanimista, gerarchico, corporativo, inclusivo ma manicheo, teso a moralizzare e convertire l'umanità con croce e spada, simboli dei re cattolici. In tal senso, ripropone l’ideale confessionale della Spagna antica: come i re cattolici imposero la pureza de sangre espellendo musulmani ed ebrei dopo la Reconquista, così Castro perseguì l'unanimità di fede (la sua fede) cacciando o perseguitando, dopo la Rivoluzione, i cubani «corrotti» dalla modernità liberale. Il suo comunismo è così da intendersi come un'utopia cristiana e tale rimase fino agli ultimi giorni, quando invocò l’unione di cristiani e musulmani contro il peccato liberale e capitalista. 2. Sul piano metodologico, la biografia si distingue perché è il lavoro di uno storico che si è dedicato per venticinque anni allo studio dei rapporti tra politica e religione in America Latina. Le biografie esistenti, in cambio, sono opera di giornalisti o diplomatici. È anche la primo, a mia conoscenza, che include l'intera vita di Fidel Castro, ossia scritta dopo la sua morte. Queste caratteristiche consentono una prospettiva articolata contestualizzata di Castro e del castrismo. Oltre a occuparsi delle diverse dimensioni della sua azione politica, sociale, culturale e internazionale, il lavoro presta particolare attenzione all'ideologia, alla liturgia politica, alla simbologia e al linguaggio. 3. Le fonti. Si tratta di un saggio interpretativo e i discorsi di Fidel Castro sono la fonte principale: tutti, anche i minori. A questi si aggiungono fonti archivistiche (principalmente archivi diplomatici: FRUS e presidenze americane, archivi del Centro Wilson sulle relazioni con alleati socialisti e guerre in Africa, dispacci di wikileaks ecc.) E molta memorialistica. Oltre a questo, infine, una vasta bibliografia accademica e non accademica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.