Tema dell’indagine sono le “buone prassi” di integrazione/inclusione dei bambini con disabilità nelle scuole e nei nidi d’infanzia del Comune di Bologna. La prima parte della ricerca è di tipo storico ed è consistita nell'analisi di 123 documentazioni educative conservate presso il Centro Risorse Educative e Scolastiche (Ri.E.Sco) del Comune di Bologna a partire dal 1979 per individuare, mediante una griglia predisposta, le buone prassi attuate. Ci si è rivolti poi al presente, analizzando i Piani Educativi Individualizzati realizzati nell'anno scolastico 2016-17 e intervistando le figure che a vario titolo (insegnanti di sezione, insegnanti “di sostegno”, educatrici delle cooperative sociali) si occupano dei bambini disabili nelle scuole dell’infanzia e dei nidi del quartiere S. Stefano di Bologna. Dalle analisi effettuate sembra emergere nei servizi considerati la presenza di una cultura di comunità, che sostiene i processi di integrazione/ inclusione, che deve essere costantemente alimentata. Occorre continuare a investire con forte intenzionalità pedagogica ed educativa, facendo sì che la cultura dell’inclusione sia messa a fondamento di ogni professionalità coinvolta nel gruppo di lavoro e si concretizzi in scelte e in azioni chiaramente valutabili. Si tratta quindi di continuare a promuovere: – una capillare “formazione in situazione”, che risponda ai bisogni specifici di ogni contesto educativo. Solo mediante una ricerca/azione/ formazione sarà possibile diffondere uno sguardo inclusivo anche tra i professionisti stessi e quindi praticare il co-teaching e il sostegno diffuso, evitando processi di delega e qualsiasi forma di esclusione sia del bambino con disabilità sia di colui che viene percepito come “suo” educatore/insegnante “di sostegno”; – una formazione sulla “didattica attiva” per promuovere la partecipazione di ogni singolo bambino e il lavoro collaborativo; – una costante documentazione e auto-valutazione dei processi di integrazione/inclusione attivati e dei risultati conseguiti da parte degli educatori/insegnanti.
Sandri, P., Rossi, L., Sansoni, A. (2019). Buone prassi di integrazione/inclusione nei nidi e nelle scuole d’infanzia del Comune di Bologna. Milano : Franco Angeli.
Buone prassi di integrazione/inclusione nei nidi e nelle scuole d’infanzia del Comune di Bologna
Patrizia Sandri;
2019
Abstract
Tema dell’indagine sono le “buone prassi” di integrazione/inclusione dei bambini con disabilità nelle scuole e nei nidi d’infanzia del Comune di Bologna. La prima parte della ricerca è di tipo storico ed è consistita nell'analisi di 123 documentazioni educative conservate presso il Centro Risorse Educative e Scolastiche (Ri.E.Sco) del Comune di Bologna a partire dal 1979 per individuare, mediante una griglia predisposta, le buone prassi attuate. Ci si è rivolti poi al presente, analizzando i Piani Educativi Individualizzati realizzati nell'anno scolastico 2016-17 e intervistando le figure che a vario titolo (insegnanti di sezione, insegnanti “di sostegno”, educatrici delle cooperative sociali) si occupano dei bambini disabili nelle scuole dell’infanzia e dei nidi del quartiere S. Stefano di Bologna. Dalle analisi effettuate sembra emergere nei servizi considerati la presenza di una cultura di comunità, che sostiene i processi di integrazione/ inclusione, che deve essere costantemente alimentata. Occorre continuare a investire con forte intenzionalità pedagogica ed educativa, facendo sì che la cultura dell’inclusione sia messa a fondamento di ogni professionalità coinvolta nel gruppo di lavoro e si concretizzi in scelte e in azioni chiaramente valutabili. Si tratta quindi di continuare a promuovere: – una capillare “formazione in situazione”, che risponda ai bisogni specifici di ogni contesto educativo. Solo mediante una ricerca/azione/ formazione sarà possibile diffondere uno sguardo inclusivo anche tra i professionisti stessi e quindi praticare il co-teaching e il sostegno diffuso, evitando processi di delega e qualsiasi forma di esclusione sia del bambino con disabilità sia di colui che viene percepito come “suo” educatore/insegnante “di sostegno”; – una formazione sulla “didattica attiva” per promuovere la partecipazione di ogni singolo bambino e il lavoro collaborativo; – una costante documentazione e auto-valutazione dei processi di integrazione/inclusione attivati e dei risultati conseguiti da parte degli educatori/insegnanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.