Alla luce della storiografia il saggio ricostruisce la vicenda della classe media americana come un afterthought dello storico: una visione non originariamente intesa dalle figure chiamate a metterla in scena nella narrazione storiografica, bensì successivamente delineata per raffigurare un ordine compiuto e duraturo, architrave della tradizione liberale americana. Non solo all’obiettivo storio- grafico è sfuggita la presenza di una lower middle class la cui condizione economica e sociale convergeva con quella operaia, cosicchè valori e ideali delle figure più istruite, con reddito e qualifiche più elevate, sono stati ampliati alle fasce basse del lavoro non manuale. Soprattutto, non tenendo presente che le figure impiegatizie non dispone- vano se non in modo frammentato e indefinito del termine middle class nel vocabo- lario del loro tempo, la storiografia non ha considerato la marginalità del concetto nel campo semantico delle scienze sociali. Da questa prospettiva, assumendo cioè come terreno di indagine quello costituito dalle scienze sociali del progressismo, il saggio mostra come fra Otto e Novecento la classe media della storiografia svesta i panni di protagonista della storia nazionale, per indossare quelli di una comparsa che sarebbe entrata in scena soltanto guardando all’interno della produzione, fra le pieghe del mercato, al margine della società. La ricerca dell’ordine attraverso l’individuazione di un soggetto terzo al conflitto fra capitale e lavoro era incerta e incompiuta. Sebbene la storiografia abbia narrato la consapevole e autorevole ascesa della classe media nel tornante di tempo che oltreoceano coincideva con la conclusione dell’età liberale, dalla letteratura scientifica middle class emerge come espressione non di un ordine ritrovato dopo la grande depressione di fine secolo, ma di un disordine duraturo: l’introvabile middle class delle scienze sociali riflette il mancato compimento dell’ordine liberale del progressismo americano.

L’introvabile middle class: la ricerca dell’ordine del progressismo americano

matteo battistini
2020

Abstract

Alla luce della storiografia il saggio ricostruisce la vicenda della classe media americana come un afterthought dello storico: una visione non originariamente intesa dalle figure chiamate a metterla in scena nella narrazione storiografica, bensì successivamente delineata per raffigurare un ordine compiuto e duraturo, architrave della tradizione liberale americana. Non solo all’obiettivo storio- grafico è sfuggita la presenza di una lower middle class la cui condizione economica e sociale convergeva con quella operaia, cosicchè valori e ideali delle figure più istruite, con reddito e qualifiche più elevate, sono stati ampliati alle fasce basse del lavoro non manuale. Soprattutto, non tenendo presente che le figure impiegatizie non dispone- vano se non in modo frammentato e indefinito del termine middle class nel vocabo- lario del loro tempo, la storiografia non ha considerato la marginalità del concetto nel campo semantico delle scienze sociali. Da questa prospettiva, assumendo cioè come terreno di indagine quello costituito dalle scienze sociali del progressismo, il saggio mostra come fra Otto e Novecento la classe media della storiografia svesta i panni di protagonista della storia nazionale, per indossare quelli di una comparsa che sarebbe entrata in scena soltanto guardando all’interno della produzione, fra le pieghe del mercato, al margine della società. La ricerca dell’ordine attraverso l’individuazione di un soggetto terzo al conflitto fra capitale e lavoro era incerta e incompiuta. Sebbene la storiografia abbia narrato la consapevole e autorevole ascesa della classe media nel tornante di tempo che oltreoceano coincideva con la conclusione dell’età liberale, dalla letteratura scientifica middle class emerge come espressione non di un ordine ritrovato dopo la grande depressione di fine secolo, ma di un disordine duraturo: l’introvabile middle class delle scienze sociali riflette il mancato compimento dell’ordine liberale del progressismo americano.
2020
Strategie dell’ordine: categorie, fratture e soggetti
187
206
matteo battistini
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