La domanda Q121 Ganci sul tetto [per fermare la neve] non è stata produttiva in 14 punti d'indagine. Nella maggior parte delle restanti località, si è ottenuta come risposta una parola composta da [verbo+nome]. Il primo membro del composto è una forma corradicale dell’italiano parare o, anche se più raramente, di fermare; il secondo membro è costituito da un sostantivo corradicale dell’italiano neve, o del dialettale fiòca, o dell’italiano valanga (ma solo a Chialamberto), o ancora dell’italiano nevàio (ma solo a Limone Piemonte). Ad Aisone, Bardonecchia, Bellino, Canosio, Sestriere, Boves e Frabosa Soprana il tipo elicitato è coetimologico dell’italiano barra, talvolta alterato tramite suffisso. Si sono raccolti anche i lessotipi busca (a Ribordone), croc, ciàrgia e cuàrda (ad Argentera), gancc (a Boves), cràvie e craviùn (a Briga Alta), e ocche (ad Entracque). Per gli informatori di Bardonecchia, Canosio, Carema, Chianocco, Coazze, Mattie, Moncalieri, Monterosso Grana e Sampeyre i ganci oggetto della domanda non si usavano e non si usano; a Sestriere, invece, si dice che ci sono ancora adesso. Sempre secondo quanto riferito, a Bellino i ganci vengono montati solo sui tetti di zinco e non su quelli di pietra; ad Argentera si aggiunge che le ciàrgias sono sbarre in legno, tenute da ganci chiamati croc, ma questi sono stati sostituiti dalle cuàrdë perché facili a rompersi con il gelo. Anche a Briga Alta viene riferito che le cràvie sono travi di legno, tenute da ganci o corde, che si mettono sopra il tetto per evitare che la neve lo faccia collassare; in questo punto d'inchiesta, inoltre, i craviùn identificano le traversine che si mettono sotto il tetto.
Miola Emanuele (2019). V-II 131 II ganci sul tetto (per fermare la neve). Torino : Regione Piemonte-Atlante Linguistico Italiano.
V-II 131 II ganci sul tetto (per fermare la neve)
Miola Emanuele
2019
Abstract
La domanda Q121 Ganci sul tetto [per fermare la neve] non è stata produttiva in 14 punti d'indagine. Nella maggior parte delle restanti località, si è ottenuta come risposta una parola composta da [verbo+nome]. Il primo membro del composto è una forma corradicale dell’italiano parare o, anche se più raramente, di fermare; il secondo membro è costituito da un sostantivo corradicale dell’italiano neve, o del dialettale fiòca, o dell’italiano valanga (ma solo a Chialamberto), o ancora dell’italiano nevàio (ma solo a Limone Piemonte). Ad Aisone, Bardonecchia, Bellino, Canosio, Sestriere, Boves e Frabosa Soprana il tipo elicitato è coetimologico dell’italiano barra, talvolta alterato tramite suffisso. Si sono raccolti anche i lessotipi busca (a Ribordone), croc, ciàrgia e cuàrda (ad Argentera), gancc (a Boves), cràvie e craviùn (a Briga Alta), e ocche (ad Entracque). Per gli informatori di Bardonecchia, Canosio, Carema, Chianocco, Coazze, Mattie, Moncalieri, Monterosso Grana e Sampeyre i ganci oggetto della domanda non si usavano e non si usano; a Sestriere, invece, si dice che ci sono ancora adesso. Sempre secondo quanto riferito, a Bellino i ganci vengono montati solo sui tetti di zinco e non su quelli di pietra; ad Argentera si aggiunge che le ciàrgias sono sbarre in legno, tenute da ganci chiamati croc, ma questi sono stati sostituiti dalle cuàrdë perché facili a rompersi con il gelo. Anche a Briga Alta viene riferito che le cràvie sono travi di legno, tenute da ganci o corde, che si mettono sopra il tetto per evitare che la neve lo faccia collassare; in questo punto d'inchiesta, inoltre, i craviùn identificano le traversine che si mettono sotto il tetto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.