Lo studio analizza la disciplina italiana e comunitaria dello squilibrio delle posizioni contrattuali facendo particolare riferimento all'attuazione che il Capo XIV Bis c.c. da alla Direttiva del Consiglio CEE 93/13/CEE concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori. L'armonizzazione che la direttiva persegue è aperta a integrazioni da parte del diritto degli Stati membri. Ne è seguito che essa e la giurisprudenza comunitaria che l'ha riguardata hanno costituito soltanto un elemento di impulso di un processo evolutivo che, partito dagli artt. 1366 e 1375 c.c. e sollecitato dalla Costituzione, ha trovato specificazione nel Capo XIV Bis, in importanti contributi della Corte costituzionale, nella l. n. 281 del 1998 e nelle leggi sull'usura e sulla subfornitura. In linea con ciò l'autore a) rileva che l'Italia, a differenza di altri paesi CE, ha potuto accogliere una nozione ristretta di consumatore per privilegiare una tutela personalistica di questo b) sulla base di valori giuridici fondamentali dell'ordinamento italiano ritiene che il danno morale determinato da clausole abusive sia risarcibile e che queste siano colpite da nullità relativa; c) reputa che il succedersi alla l. 52 del 1996 delle leggi sull'usura e sulla subfornitura abbia eroso il carattere eccezionale tradizionalmente attribuito alla rescissione ultra dimidium e si sia affermato un principio tutelante da squilibri contrattuali anche soggetti non garantiti da tali leggi; d) facendo infine riferimento specifico a rimedi individual-successivi via via accolti dal regime italiano e da quello comunitario illustra come il rapporto tra questi si sia venuto ad assestare secondo linee ispirate ad un'idea di cross fertilization e di confronto.Introduzione: l'opportunità di studiare la materia facendo particolare riferimento alla disciplina della tutela dei consumatori da clausole abusive

Lo squilibrio delle posizioni contrattuali nel diritto italiano e nel diritto comunitario

Pieralberto Mengozzi
2004

Abstract

Lo studio analizza la disciplina italiana e comunitaria dello squilibrio delle posizioni contrattuali facendo particolare riferimento all'attuazione che il Capo XIV Bis c.c. da alla Direttiva del Consiglio CEE 93/13/CEE concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori. L'armonizzazione che la direttiva persegue è aperta a integrazioni da parte del diritto degli Stati membri. Ne è seguito che essa e la giurisprudenza comunitaria che l'ha riguardata hanno costituito soltanto un elemento di impulso di un processo evolutivo che, partito dagli artt. 1366 e 1375 c.c. e sollecitato dalla Costituzione, ha trovato specificazione nel Capo XIV Bis, in importanti contributi della Corte costituzionale, nella l. n. 281 del 1998 e nelle leggi sull'usura e sulla subfornitura. In linea con ciò l'autore a) rileva che l'Italia, a differenza di altri paesi CE, ha potuto accogliere una nozione ristretta di consumatore per privilegiare una tutela personalistica di questo b) sulla base di valori giuridici fondamentali dell'ordinamento italiano ritiene che il danno morale determinato da clausole abusive sia risarcibile e che queste siano colpite da nullità relativa; c) reputa che il succedersi alla l. 52 del 1996 delle leggi sull'usura e sulla subfornitura abbia eroso il carattere eccezionale tradizionalmente attribuito alla rescissione ultra dimidium e si sia affermato un principio tutelante da squilibri contrattuali anche soggetti non garantiti da tali leggi; d) facendo infine riferimento specifico a rimedi individual-successivi via via accolti dal regime italiano e da quello comunitario illustra come il rapporto tra questi si sia venuto ad assestare secondo linee ispirate ad un'idea di cross fertilization e di confronto.Introduzione: l'opportunità di studiare la materia facendo particolare riferimento alla disciplina della tutela dei consumatori da clausole abusive
2004
251
88-13-25371-0
Pieralberto Mengozzi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/722087
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