Una ricerca da noi condotta nel 1989 a Catania, attraverso colloqui biografici con immigrati senegalesi giunti di recente nella società italiana, segnalava la grande capacità del gruppo di riannodare la sua struttura tradi-zionale a rete – nel caso osservato innestata nella confraternita musulmana muridiyya. I legami sociali e l’appartenenza religiosa che presiedeva alla struttura del network erano corroborati da una serie di altri fattori fra loro integrati (sul piano logistico: il sistema delle case collegate tramite un’ambasciata sui generis; su quello strutturale: il comune inserimento nel settore dell’ambulantato; su quello culturale-simbolico: l’appartenenza e l’attiva partecipazione alla tariqa murid), che hanno per un lungo periodo impedito o quanto meno frenato ogni modalità d’integrazione con la società ospitante, preservando contemporaneamente la co-munità dei senegalesi a Catania da ogni tentazione di devianza criminale. Tuttavia, concludevamo all’epoca, il graduale venir meno della funzione carismatica dei leaders spirituali e il parallelo emergere di businessmen senegalesi, grazie al loro notevole potere clientelare sui seguaci della confraternita, lasciano aperta ogni pro-spettiva di evoluzione futura. Nel nuovo secolo attraverso successive indagini da noi condotte a Catania e nel litorale adriatico cominciano ad emergere con maggiore nettezza e precisione i tratti di tale evoluzione. Essi appaiono eminentemente collegati all’integrazione strutturale realizzata dai senegalesi attraverso il loro gra-duale passaggio dal lavoro autonomo (ambulantato) a quello dipendente particolarmente nelle aree industria-lizzate del settentrione d’Italia che si accompagna a processi latenti di secolarizzazione, di frantumazione e sfilacciamento dei network religiosi così che, venendo meno il rigido controllo da parte del gruppo sull’individuo, si segnala l’insorgenza dei primi fenomeni di devianza fra i senegalesi.
G. Scidà (2008). Catania 1989-2002: la comunità senegalese rivisitata. PALERMO : Fondazione Ignazio Buttitta.
Catania 1989-2002: la comunità senegalese rivisitata
SCIDA', GIUSEPPE
2008
Abstract
Una ricerca da noi condotta nel 1989 a Catania, attraverso colloqui biografici con immigrati senegalesi giunti di recente nella società italiana, segnalava la grande capacità del gruppo di riannodare la sua struttura tradi-zionale a rete – nel caso osservato innestata nella confraternita musulmana muridiyya. I legami sociali e l’appartenenza religiosa che presiedeva alla struttura del network erano corroborati da una serie di altri fattori fra loro integrati (sul piano logistico: il sistema delle case collegate tramite un’ambasciata sui generis; su quello strutturale: il comune inserimento nel settore dell’ambulantato; su quello culturale-simbolico: l’appartenenza e l’attiva partecipazione alla tariqa murid), che hanno per un lungo periodo impedito o quanto meno frenato ogni modalità d’integrazione con la società ospitante, preservando contemporaneamente la co-munità dei senegalesi a Catania da ogni tentazione di devianza criminale. Tuttavia, concludevamo all’epoca, il graduale venir meno della funzione carismatica dei leaders spirituali e il parallelo emergere di businessmen senegalesi, grazie al loro notevole potere clientelare sui seguaci della confraternita, lasciano aperta ogni pro-spettiva di evoluzione futura. Nel nuovo secolo attraverso successive indagini da noi condotte a Catania e nel litorale adriatico cominciano ad emergere con maggiore nettezza e precisione i tratti di tale evoluzione. Essi appaiono eminentemente collegati all’integrazione strutturale realizzata dai senegalesi attraverso il loro gra-duale passaggio dal lavoro autonomo (ambulantato) a quello dipendente particolarmente nelle aree industria-lizzate del settentrione d’Italia che si accompagna a processi latenti di secolarizzazione, di frantumazione e sfilacciamento dei network religiosi così che, venendo meno il rigido controllo da parte del gruppo sull’individuo, si segnala l’insorgenza dei primi fenomeni di devianza fra i senegalesi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.