Non possiamo sapere se i riusi di proverbi classici da parte di Costantino Manasse fossero fini e funzionali, ma si deve constatare che comunque non si tratta di riprese e allusioni passive: egli ridesta espressioni ormai assopite ricamando su di esse con dotte volute, rinunciando alla lapidarietà per dar vita ad analitiche quanto personali rielaborazioni. Si può inoltre dedurre che adottasse spostamenti semantici, ma questi, come nel caso del precetto del silenzio impartito non a una donna ma a un giovane e del fatto che chi nutre una serpe in seno è uno che tratta familiarmente un estraneo, dovevano essere di lieve entità, facilmente inseribili nell’alveo della tradizione.
Sul riuso di topoi proverbiali in Costantino Manasse
R. Tosi
2019
Abstract
Non possiamo sapere se i riusi di proverbi classici da parte di Costantino Manasse fossero fini e funzionali, ma si deve constatare che comunque non si tratta di riprese e allusioni passive: egli ridesta espressioni ormai assopite ricamando su di esse con dotte volute, rinunciando alla lapidarietà per dar vita ad analitiche quanto personali rielaborazioni. Si può inoltre dedurre che adottasse spostamenti semantici, ma questi, come nel caso del precetto del silenzio impartito non a una donna ma a un giovane e del fatto che chi nutre una serpe in seno è uno che tratta familiarmente un estraneo, dovevano essere di lieve entità, facilmente inseribili nell’alveo della tradizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.