Da qualche anno la biologia molecolare è entrata di prepotenza nei metodi di identificazione e riconoscimento del patrimonio genetico delle piante, comprese quelle arboree da frutto. L’analisi del DNA rappresenta il primo strumento per rispondere tecnicamente alla conservazione di specie e varietà o per caratterizzare quelle di nuova introduzione. Queste ultime, derivate dalle attività costitutive del “breeding” internazionale, sono spesso policlonali e protette da diritti di proprietà intellettuale, oggetto poi di “esclusiva” per la propagazione commerciale, per cui anche il “fingerprinting” diventa strumento caratterizzante e di garanzia. Infatti, chiunque svolga oggi attività di miglioramento genetico o ricerche di biologia riproduttiva, pomologia, fisiologia, ecologia delle produzioni, non si affida più soltanto ai descrittori delle classiche schede pomologiche, ove sono indicati i caratteri qualitativi e quantitativi dell’albero agronomicamente e/o tassonomicamente importanti, ma deve avvalersi del supporto di analisi del DNA, attraverso una serie di marcatori polimorfici ad alta riproducibilità, in grado cioè di “genotipizzare” il materiale genetico in studio, fissando le differenze a livello molecolare fra una varietà e l’altra. D’altra parte, il settore delle piante arboree sta attraversando un momento di grande sviluppo nella direzione delle tecnologie molecolari applicate a tutte le materie scientifiche che sottendono l’arboricoltura. Tale impulso non sarebbe stato possibile senza l’impiego di tecnologie altamente innovative, che istituzioni e centri di ricerca applicati alla fruttiviticoltura hanno recepito e contribuito a sviluppare. Questa nota intende puntualizzare il significato delle ricerche, ed in particolare di quelle del Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna, intorno al nuovo lemma “genotipizzazione”, che fino a qualche anno fa avrebbe significato unicamente “fingerprinting” (cioè impronta genetica) e che oggi invece è diventato un “plus” di conoscenza per un salto qualitativo di grande rilevanza, specialmente nel miglioramento genetico e negli studi di genomica e post-genomica, specie nel campo della fisiologia applicata alle produzioni ortofrutticole e viticole.

Genotipizzazione delle piante arboree da frutto

DONDINI, LUCA;SANSAVINI, SILVIERO;
2008

Abstract

Da qualche anno la biologia molecolare è entrata di prepotenza nei metodi di identificazione e riconoscimento del patrimonio genetico delle piante, comprese quelle arboree da frutto. L’analisi del DNA rappresenta il primo strumento per rispondere tecnicamente alla conservazione di specie e varietà o per caratterizzare quelle di nuova introduzione. Queste ultime, derivate dalle attività costitutive del “breeding” internazionale, sono spesso policlonali e protette da diritti di proprietà intellettuale, oggetto poi di “esclusiva” per la propagazione commerciale, per cui anche il “fingerprinting” diventa strumento caratterizzante e di garanzia. Infatti, chiunque svolga oggi attività di miglioramento genetico o ricerche di biologia riproduttiva, pomologia, fisiologia, ecologia delle produzioni, non si affida più soltanto ai descrittori delle classiche schede pomologiche, ove sono indicati i caratteri qualitativi e quantitativi dell’albero agronomicamente e/o tassonomicamente importanti, ma deve avvalersi del supporto di analisi del DNA, attraverso una serie di marcatori polimorfici ad alta riproducibilità, in grado cioè di “genotipizzare” il materiale genetico in studio, fissando le differenze a livello molecolare fra una varietà e l’altra. D’altra parte, il settore delle piante arboree sta attraversando un momento di grande sviluppo nella direzione delle tecnologie molecolari applicate a tutte le materie scientifiche che sottendono l’arboricoltura. Tale impulso non sarebbe stato possibile senza l’impiego di tecnologie altamente innovative, che istituzioni e centri di ricerca applicati alla fruttiviticoltura hanno recepito e contribuito a sviluppare. Questa nota intende puntualizzare il significato delle ricerche, ed in particolare di quelle del Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna, intorno al nuovo lemma “genotipizzazione”, che fino a qualche anno fa avrebbe significato unicamente “fingerprinting” (cioè impronta genetica) e che oggi invece è diventato un “plus” di conoscenza per un salto qualitativo di grande rilevanza, specialmente nel miglioramento genetico e negli studi di genomica e post-genomica, specie nel campo della fisiologia applicata alle produzioni ortofrutticole e viticole.
2008
Miti, arte e scienza nella pomologia italiana
Dondini L.; Sansavini S.; Venturi S.
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