Le lesioni traumatiche cerebrali (TBI) sono classificate in primarie e in secondarie, a seconda della cronologia di comparsa e del meccanismo fisiopatologico che le genera. Le lesioni primarie – espressione fisiopatologica diretta del trau- ma cranico originario – compaiono al momento dell’impatto trau- matico e vengono distinte topograficamente in intra-assiali (contu- sione cerebrale, danno assonale diffuso, ematoma intracerebra- le) ed extra-assiali (emorragia/ematoma epidurale, subdurale, in- traventricolare). Le lesioni traumatiche secondarie compaiono a distanza di tempo variabile dall’evento traumatico e sono, in genere, la conseguen- za di un complesso meccanismo fisiopatologico scatenato dalle lesioni traumatiche primarie, potenzialmente prevenibili con un ef- ficace triage e un’efficiente monitorizzazione del paziente critico. Il trauma cerebrale è un evento patologico dinamico e progres- sivo; e le varie lesioni secondarie rappresentano i diversi possibili aspetti di un medesimo processo fisiopatologico vascolare, fisico e biochimico, innescato dalla lesione primaria a seconda della gravità di questa. Evidentemente, per massimizzare il recupero del paziente e per contenere quanto più possibile i danni successivi, è sul meccanismo patogenetico che occorre agire con finalità pre- ventiva. Fondamentali sono un attento e costante monitoraggio neuroradiologico ed emodinamico. Quest’ultimo comprende la valutazione di alcuni parametri quali l’ossigenazione cerebrale (Sat.%.o2), la pressione di perfusione cerebrale (CPP), la pres- sione intracranica (ICP), la pressione sistemica. L’assistenza al paziente con trauma cranio-encefalico richiede, pertanto, la tem- pestiva correzione dei parametri emodinamici tramite interventi farmacologici (idratazione iperosmolare, cauta iperventilazione, appropriata sedazione) ed eventualmente chirurgici (evacuazione di ematoma intracranico, craniotomia decompressiva, drenaggio liquorale). La gestione del trauma cerebrale è dunque focalizzata sulla prevenzione e sulla terapia del processo patologico alla base delle lesioni secondarie; il suo fine è sostanzialmente quello di mantenere una ottimale perfusione cerebrale.

P. Perrotta, P.F. (2012). Lesioni secondarie. Bologna : Centauro s.r.l. - Edizioni Scientifiche.

Lesioni secondarie

P. Feraco
Writing – Review & Editing
2012

Abstract

Le lesioni traumatiche cerebrali (TBI) sono classificate in primarie e in secondarie, a seconda della cronologia di comparsa e del meccanismo fisiopatologico che le genera. Le lesioni primarie – espressione fisiopatologica diretta del trau- ma cranico originario – compaiono al momento dell’impatto trau- matico e vengono distinte topograficamente in intra-assiali (contu- sione cerebrale, danno assonale diffuso, ematoma intracerebra- le) ed extra-assiali (emorragia/ematoma epidurale, subdurale, in- traventricolare). Le lesioni traumatiche secondarie compaiono a distanza di tempo variabile dall’evento traumatico e sono, in genere, la conseguen- za di un complesso meccanismo fisiopatologico scatenato dalle lesioni traumatiche primarie, potenzialmente prevenibili con un ef- ficace triage e un’efficiente monitorizzazione del paziente critico. Il trauma cerebrale è un evento patologico dinamico e progres- sivo; e le varie lesioni secondarie rappresentano i diversi possibili aspetti di un medesimo processo fisiopatologico vascolare, fisico e biochimico, innescato dalla lesione primaria a seconda della gravità di questa. Evidentemente, per massimizzare il recupero del paziente e per contenere quanto più possibile i danni successivi, è sul meccanismo patogenetico che occorre agire con finalità pre- ventiva. Fondamentali sono un attento e costante monitoraggio neuroradiologico ed emodinamico. Quest’ultimo comprende la valutazione di alcuni parametri quali l’ossigenazione cerebrale (Sat.%.o2), la pressione di perfusione cerebrale (CPP), la pres- sione intracranica (ICP), la pressione sistemica. L’assistenza al paziente con trauma cranio-encefalico richiede, pertanto, la tem- pestiva correzione dei parametri emodinamici tramite interventi farmacologici (idratazione iperosmolare, cauta iperventilazione, appropriata sedazione) ed eventualmente chirurgici (evacuazione di ematoma intracranico, craniotomia decompressiva, drenaggio liquorale). La gestione del trauma cerebrale è dunque focalizzata sulla prevenzione e sulla terapia del processo patologico alla base delle lesioni secondarie; il suo fine è sostanzialmente quello di mantenere una ottimale perfusione cerebrale.
2012
TRAUMI CRANICI E SPINALI
1
113
P. Perrotta, P.F. (2012). Lesioni secondarie. Bologna : Centauro s.r.l. - Edizioni Scientifiche.
P. Perrotta, P. Feraco
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/712719
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact