Febea, alias Olga Ossani (1857-1933), fa parte di quel gruppo di persone di ampio respiro intel- lettuale troppo in fretta dimenticate dalla storia ufficiale e a cui la cultura italiana è fortemente debitrice per l’alto valore civile e umano. Giornalista di grande rilievo (collaborò con presti- giosi giornali quali «Il Capitan Fracassa» e «Cro- naca Bizantina»), abile scrittrice ed educatrice im- pegnata in prima fila nel sociale, è stata soprattutto la figura di riferimento per tutte quelle donne che, a cavallo fra XIX e XX secolo, hanno contribuito a far sorgere una nuova coscienza intorno al ruolo femminile nella società contemporanea. Oltre a questo però, la prima “suffragetta d’Italia”, è stata anche una fine osservatrice dei fatti del suo tempo, una instancabile animatrice dei più rinomati salotti cultuale dell’epoca e, parimenti, una donna capace di grandi passioni, soprattutto amorose. Fra queste, quella con il giovanissimo Gabriele d’Annunzio, qui analizzato attraverso lo studio del lungo carteggio intercorso fra i due per oltre qua- rant’anni, in cui si possono seguire alcune vicende particolari legate alla figura del grande Poeta come, ad esempio, la genesi biografica de Il Piacere (sarà infatti Febea a ispirare la figura di Elena Muti), op- pure la nascita del mito di San Sebastiano. Amica, tra gli altri, di Eduardo Scarfoglio, Ugo Ojetti, Diego Angeli, Adolfo de Bosis, Eleono- ra Duse, Matilde Serao, Teresa Labriola, Maria Montessori e Grazia Deledda, Febea rappresentò, di fatto, l’archetipo della nuova donna del vente- simo secolo: audace, caparbia e indipendente.
giuseppe virelli (2019). FEBEA. Gabriele d'Annunzio e Olga Ossani "attraverso" le carte. Argelato (BO) : Minerva.
FEBEA. Gabriele d'Annunzio e Olga Ossani "attraverso" le carte
giuseppe virelli
2019
Abstract
Febea, alias Olga Ossani (1857-1933), fa parte di quel gruppo di persone di ampio respiro intel- lettuale troppo in fretta dimenticate dalla storia ufficiale e a cui la cultura italiana è fortemente debitrice per l’alto valore civile e umano. Giornalista di grande rilievo (collaborò con presti- giosi giornali quali «Il Capitan Fracassa» e «Cro- naca Bizantina»), abile scrittrice ed educatrice im- pegnata in prima fila nel sociale, è stata soprattutto la figura di riferimento per tutte quelle donne che, a cavallo fra XIX e XX secolo, hanno contribuito a far sorgere una nuova coscienza intorno al ruolo femminile nella società contemporanea. Oltre a questo però, la prima “suffragetta d’Italia”, è stata anche una fine osservatrice dei fatti del suo tempo, una instancabile animatrice dei più rinomati salotti cultuale dell’epoca e, parimenti, una donna capace di grandi passioni, soprattutto amorose. Fra queste, quella con il giovanissimo Gabriele d’Annunzio, qui analizzato attraverso lo studio del lungo carteggio intercorso fra i due per oltre qua- rant’anni, in cui si possono seguire alcune vicende particolari legate alla figura del grande Poeta come, ad esempio, la genesi biografica de Il Piacere (sarà infatti Febea a ispirare la figura di Elena Muti), op- pure la nascita del mito di San Sebastiano. Amica, tra gli altri, di Eduardo Scarfoglio, Ugo Ojetti, Diego Angeli, Adolfo de Bosis, Eleono- ra Duse, Matilde Serao, Teresa Labriola, Maria Montessori e Grazia Deledda, Febea rappresentò, di fatto, l’archetipo della nuova donna del vente- simo secolo: audace, caparbia e indipendente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.