L’agricoltura, come tutti i comparti produttivi, necessita di continue innovazioni e ricerche specializzate. Tutto ciò diviene necessario e improrogabile in conseguenza della constatazione delle gravi carenze alimentari in larga parte del globo, aggravate dal progressivo riscaldamento della terra. Per questo occorrono incessanti processi di adeguamento e perfezionamento che richiedono tuttavia una adeguata formazione professionale degli addetti o almeno una preparazione migliore di quanto sia stato fatto finora anche nei paesi sviluppati. A fine si suggerisce di puntare alla ricerca di nuove varietà, allargando il ristretto campo di quelle utilizzate per l’alimentazione umana, poiché, in caso contrario, all’aumentare della popolazione, aumenterebbe l’estensione di coltivazioni già ampiamente distribuite che comportano estensività di monocultura la quale comporta generalmente danni ambientali e scarso rendimento economico. Un’ulteriore prospettiva richiede di puntare pure alla produzione agricola non alimentare, al fine di sopperire alle mutate esigenze della società. Si situa, a tal proposito, la possibilità di utilizzare aree marginali e piante resistenti agli inconvenienti di suoli e clima, tra cui si collocano molte piante utilizzabili a fini energetici. In tal modo, l’agricoltura offrirebbe sbocchi al debito energetico della maggior parte dei paesi del mondo, i più ricchi dei quali potrebbero contribuire con i loro surplus e con le loro tecnologie a risollevare le condizioni dei paesi poveri, qualora questi volgessero alla energia verde i terreni altrimenti non utilizzabili a fini alimentari.
Quale futuro per l'agricoltura?
GALVANI, ADRIANA
2008
Abstract
L’agricoltura, come tutti i comparti produttivi, necessita di continue innovazioni e ricerche specializzate. Tutto ciò diviene necessario e improrogabile in conseguenza della constatazione delle gravi carenze alimentari in larga parte del globo, aggravate dal progressivo riscaldamento della terra. Per questo occorrono incessanti processi di adeguamento e perfezionamento che richiedono tuttavia una adeguata formazione professionale degli addetti o almeno una preparazione migliore di quanto sia stato fatto finora anche nei paesi sviluppati. A fine si suggerisce di puntare alla ricerca di nuove varietà, allargando il ristretto campo di quelle utilizzate per l’alimentazione umana, poiché, in caso contrario, all’aumentare della popolazione, aumenterebbe l’estensione di coltivazioni già ampiamente distribuite che comportano estensività di monocultura la quale comporta generalmente danni ambientali e scarso rendimento economico. Un’ulteriore prospettiva richiede di puntare pure alla produzione agricola non alimentare, al fine di sopperire alle mutate esigenze della società. Si situa, a tal proposito, la possibilità di utilizzare aree marginali e piante resistenti agli inconvenienti di suoli e clima, tra cui si collocano molte piante utilizzabili a fini energetici. In tal modo, l’agricoltura offrirebbe sbocchi al debito energetico della maggior parte dei paesi del mondo, i più ricchi dei quali potrebbero contribuire con i loro surplus e con le loro tecnologie a risollevare le condizioni dei paesi poveri, qualora questi volgessero alla energia verde i terreni altrimenti non utilizzabili a fini alimentari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.