La creazione dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), scaturita dai negoziati dell’Uruguay Round, ha dato vita ad un sofisticato meccanismo multilaterale, entrato in vigore il 1 gennaio 1995, che rappresenta il quadro giuridico di riferimento per la liberalizzazione degli scambi internazionali. Ne fanno attualmente parte 164 Membri, tra cui tutte le maggiori potenze economiche mondiali, consolidate ed emergenti -in particolare, ma non solo, Stati Uniti, Unione europea, Cina, Russia. I Membri dell’OMC si confrontano sistematicamente a livello politico, ma anche dinanzi ad un avanzato meccanismo giurisdizionale, caratterizzato da un Tribunale permanente, l’Organo d’appello dell’OMC, che è stato autorevolmente definito come “the most successful appellate mechanism in international history.” Ora, il sistema dell’OMC promuove un modello di sviluppo economico sostenibile: infatti, come chiaramente statuito nel Preambolo dell’Accordo istitutivo dell’OMC, l’obiettivo degli Accordi di Marrakech è quello di innalzare costantemente il tenore di vita della popolazione mondiale attraverso l’espansione della produzione e della circolazione di beni e servizi, avendo cura, però, di preservare l’uso ottimale delle risorse mondiali, proteggere l’ambiente e prestare attenzione ai bisogni e alle esigenze espressi dal diverso livello di sviluppo economico dei Membri OMC. Il principio dello sviluppo sostenibile, quindi, rappresenta il paradigma nella cui prospettiva devono essere interpretati ed applicati gli Accordi OMC, con la conseguenza che, sovente, le dispute incardinate nel sistema ginevrino hanno ad oggetto proprio il rapporto tra liberalizzazione degli scambi e tutela dei non-trade values, dunque dei valori sociali ed ambientali che non possono non essere considerati anche dal mondo produttivo. Pertanto, soprattutto l’Organo d’appello dell’OMC ha avuto spesso il compito di dare corpo e spessore ai non-trade values che devono essere rispettati dal sistema OMC, apportando un notevole contributo alla loro affermazione e al loro consolidamento nella comunità internazionale. L’intento del presente saggio sarà quello di tratteggiare tale giurisprudenza ginevrina, dopo aver adeguatamente presentato l’Organo d’appello nei suoi profili istituzionali. Nonostante il ragguardevole lavoro sinora svolto, infatti, il Tribunale permanente dell’OMC rischia di essere paralizzato dal veto statunitense alla nomina dei suoi nuovi giudici. La presa di posizione degli Stati Uniti è dovuta anche all’incapacità dello stesso pilastro politico, il cui funzionamento è imperniato sul consensus positivo, di approfondire le regole multilaterali esistenti e di individuarne di nuove per sopperire alle esigenze di governance della global economy, a fronte della produttività senza precedenti del meccanismo multilaterale di risoluzione delle controversie, i cui reports vengono adottati quasi automaticamente grazie al reverse consensus. Nel presente lavoro ci si prefigge, pertanto, di mostrare la rilevanza, l’apprezzabilità e la necessità dell’attività giurisprudenziale dell’Organo d’appello dell’OMC nella definizione dei valori della Comunità internazionale, nella speranza che l’attuale crisi sul suo funzionamento riesca ad essere superata, grazie, finalmente, ad una ritrovata capacità dell’indispensabile produttività normativa che spetta al pilastro politico dell’OMC.

Organo d’appello dell’OMC e non-trade values

Elisa Baroncini
2019

Abstract

La creazione dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), scaturita dai negoziati dell’Uruguay Round, ha dato vita ad un sofisticato meccanismo multilaterale, entrato in vigore il 1 gennaio 1995, che rappresenta il quadro giuridico di riferimento per la liberalizzazione degli scambi internazionali. Ne fanno attualmente parte 164 Membri, tra cui tutte le maggiori potenze economiche mondiali, consolidate ed emergenti -in particolare, ma non solo, Stati Uniti, Unione europea, Cina, Russia. I Membri dell’OMC si confrontano sistematicamente a livello politico, ma anche dinanzi ad un avanzato meccanismo giurisdizionale, caratterizzato da un Tribunale permanente, l’Organo d’appello dell’OMC, che è stato autorevolmente definito come “the most successful appellate mechanism in international history.” Ora, il sistema dell’OMC promuove un modello di sviluppo economico sostenibile: infatti, come chiaramente statuito nel Preambolo dell’Accordo istitutivo dell’OMC, l’obiettivo degli Accordi di Marrakech è quello di innalzare costantemente il tenore di vita della popolazione mondiale attraverso l’espansione della produzione e della circolazione di beni e servizi, avendo cura, però, di preservare l’uso ottimale delle risorse mondiali, proteggere l’ambiente e prestare attenzione ai bisogni e alle esigenze espressi dal diverso livello di sviluppo economico dei Membri OMC. Il principio dello sviluppo sostenibile, quindi, rappresenta il paradigma nella cui prospettiva devono essere interpretati ed applicati gli Accordi OMC, con la conseguenza che, sovente, le dispute incardinate nel sistema ginevrino hanno ad oggetto proprio il rapporto tra liberalizzazione degli scambi e tutela dei non-trade values, dunque dei valori sociali ed ambientali che non possono non essere considerati anche dal mondo produttivo. Pertanto, soprattutto l’Organo d’appello dell’OMC ha avuto spesso il compito di dare corpo e spessore ai non-trade values che devono essere rispettati dal sistema OMC, apportando un notevole contributo alla loro affermazione e al loro consolidamento nella comunità internazionale. L’intento del presente saggio sarà quello di tratteggiare tale giurisprudenza ginevrina, dopo aver adeguatamente presentato l’Organo d’appello nei suoi profili istituzionali. Nonostante il ragguardevole lavoro sinora svolto, infatti, il Tribunale permanente dell’OMC rischia di essere paralizzato dal veto statunitense alla nomina dei suoi nuovi giudici. La presa di posizione degli Stati Uniti è dovuta anche all’incapacità dello stesso pilastro politico, il cui funzionamento è imperniato sul consensus positivo, di approfondire le regole multilaterali esistenti e di individuarne di nuove per sopperire alle esigenze di governance della global economy, a fronte della produttività senza precedenti del meccanismo multilaterale di risoluzione delle controversie, i cui reports vengono adottati quasi automaticamente grazie al reverse consensus. Nel presente lavoro ci si prefigge, pertanto, di mostrare la rilevanza, l’apprezzabilità e la necessità dell’attività giurisprudenziale dell’Organo d’appello dell’OMC nella definizione dei valori della Comunità internazionale, nella speranza che l’attuale crisi sul suo funzionamento riesca ad essere superata, grazie, finalmente, ad una ritrovata capacità dell’indispensabile produttività normativa che spetta al pilastro politico dell’OMC.
2019
Frontiere di tutela dei diritti fondamentali (a settanta anni dalla Costituzione italiana)
175
208
Elisa Baroncini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/706519
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