L’attuale crisi del sistema di risoluzione delle controversie dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), dovuta al veto che dal 2016 gli Stati Uniti esercitano sulla nomina dei membri dell’Organo d’appello del sistema multilaterale degli scambi, impone alla comunità scientifica di approfondire l’analisi dell’attività del Tribunale permanente creato a Marrakech, per valutare il fondamento delle critiche poste dall’amministrazione statunitense alla base del blocco all’elezione dei giudici di secondo grado del contenzioso ginevrino. L’obiettivo del presente lavoro è di mettere in luce l’approccio inclusivo adottato dall’Organo d’appello dell’OMC per promuovere una giurisprudenza del sistema multilaterale il più possibile informata, partecipata ed aperta. Infatti, sin dai suoi primi passi, la World Economic Court ha avuto piena consapevolezza del significativo potere del pilastro giurisdizionale rispetto a quello politico, dovuto al meccanismo di adozione dei reports di primo e secondo grado, come pure delle contromisure, attraverso il meccanismo del reverse consensus, a differenza del processo decisionale che caratterizza il pilastro politico, in primis nell’attività della Conferenza ministeriale e Consiglio generale dell’OMC, i quali approvano i loro atti per consensus positivo, o, comunque, a maggioranza, qualificata o semplice. Presentando il sistema di risoluzione delle controversie negoziato durante l’Uruguay Round come “an extraordinary achievement that comes close to a miracle,” Claus-Dieter Ehlermann, il giudice dell’Unione europea eletto nella prima compagine dell’Organo d’appello, molto opportunamente considerava che l’esistenza di detto sistema non avrebbe dovuto essere data per scontata e come garantita per sempre, e che, quindi, era necessario adoperarsi costantemente per consolidare ed ulteriormente sviluppare il contenzioso ginevrino, con cautela e in completa indipendenza. Pertanto, in questo nostro scritto, dopo aver illustrato i tratti distintivi del funzionamento del Tribunale permanente dell’OMC, si cercherà di mettere in evidenza la giurisprudenza dell’Organo d’appello che ha, sistematicamente, collegato il sistema multilaterale degli scambi ai valori espressi dalla Comunità internazionale, aperto il contenzioso ginevrino alla partecipazione della società civile e dei Membri OMC che avessero importanti prospettive interpretative, o, comunque, un interesse sistemico all’interpretazione del diritto di Marrakech, e reso pubbliche le udienze a fronte dell’accordo in tal senso delle parti di una controversia. Si intende, così, far emergere il rilevante contributo che l’Organo d’appello ha dato all’affermazione della rule of law nella governance del commercio internazionale attraverso l’approccio inclusivo forgiato per lo sviluppo della giurisprudenza ginevrina. A fronte di tale contributo, è, indubbiamente, doveroso, continuare ad adoperarsi per superare l’attuale crisi e garantire un sempre più efficace, equo e partecipato sistema di risoluzione delle controversie per il commercio internazionale.

L’approccio inclusivo dell’Organo d’appello dell’OMC per una giurisprudenza informata, partecipata, ed aperta

Elisa Baroncini
2019

Abstract

L’attuale crisi del sistema di risoluzione delle controversie dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), dovuta al veto che dal 2016 gli Stati Uniti esercitano sulla nomina dei membri dell’Organo d’appello del sistema multilaterale degli scambi, impone alla comunità scientifica di approfondire l’analisi dell’attività del Tribunale permanente creato a Marrakech, per valutare il fondamento delle critiche poste dall’amministrazione statunitense alla base del blocco all’elezione dei giudici di secondo grado del contenzioso ginevrino. L’obiettivo del presente lavoro è di mettere in luce l’approccio inclusivo adottato dall’Organo d’appello dell’OMC per promuovere una giurisprudenza del sistema multilaterale il più possibile informata, partecipata ed aperta. Infatti, sin dai suoi primi passi, la World Economic Court ha avuto piena consapevolezza del significativo potere del pilastro giurisdizionale rispetto a quello politico, dovuto al meccanismo di adozione dei reports di primo e secondo grado, come pure delle contromisure, attraverso il meccanismo del reverse consensus, a differenza del processo decisionale che caratterizza il pilastro politico, in primis nell’attività della Conferenza ministeriale e Consiglio generale dell’OMC, i quali approvano i loro atti per consensus positivo, o, comunque, a maggioranza, qualificata o semplice. Presentando il sistema di risoluzione delle controversie negoziato durante l’Uruguay Round come “an extraordinary achievement that comes close to a miracle,” Claus-Dieter Ehlermann, il giudice dell’Unione europea eletto nella prima compagine dell’Organo d’appello, molto opportunamente considerava che l’esistenza di detto sistema non avrebbe dovuto essere data per scontata e come garantita per sempre, e che, quindi, era necessario adoperarsi costantemente per consolidare ed ulteriormente sviluppare il contenzioso ginevrino, con cautela e in completa indipendenza. Pertanto, in questo nostro scritto, dopo aver illustrato i tratti distintivi del funzionamento del Tribunale permanente dell’OMC, si cercherà di mettere in evidenza la giurisprudenza dell’Organo d’appello che ha, sistematicamente, collegato il sistema multilaterale degli scambi ai valori espressi dalla Comunità internazionale, aperto il contenzioso ginevrino alla partecipazione della società civile e dei Membri OMC che avessero importanti prospettive interpretative, o, comunque, un interesse sistemico all’interpretazione del diritto di Marrakech, e reso pubbliche le udienze a fronte dell’accordo in tal senso delle parti di una controversia. Si intende, così, far emergere il rilevante contributo che l’Organo d’appello ha dato all’affermazione della rule of law nella governance del commercio internazionale attraverso l’approccio inclusivo forgiato per lo sviluppo della giurisprudenza ginevrina. A fronte di tale contributo, è, indubbiamente, doveroso, continuare ad adoperarsi per superare l’attuale crisi e garantire un sempre più efficace, equo e partecipato sistema di risoluzione delle controversie per il commercio internazionale.
2019
Liber Amicorum Angelo Davì, La vita giuridica internazionale nell’età della globalizzazione,
1767
1800
Elisa Baroncini
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