Vengono esaminati due argomentazioni sulla scienza. La prima argomentazione separa la scienza dalle sue origini storiche e culturali assumendo che essa si occupi di una realtà indipendente dalla cultura e dalla storia. La seconda argomentazione sottolinea invece la sua «origine storica unica» e le condizioni culturalmente distintive in cui è sorta. Entrambe le argomentazioni hanno un notevole impatto sulla questione dei diritti umani. La prima rende la scienza un prodotto facilmente esportabile in forza della sua (pretesa) universalità e un modello per l’esportazione di sistemi di valori (ritenuti) analogamente universali. La seconda giustifica il diritto della (superiore) civiltà occidentale a intervenire nelle vite di genti esotiche e scientificamente sottosviluppate per strapparle alla loro indolenza infantile e portarle sul sicuro cammino della modernità e della scienza. Si sostiene che entrambe le argomentazioni mancano di solide basi – la prima dipende da una filosofia della scienza alquanto discutibile; la seconda è una variante della tradizionale “argomentazione orientalista”. La conclusione è che la scienza non può essere usata come argomento né a sostegno dell’universalità dei diritti umani né del diritto a imporli.
A. Artosi (2008). Diritti umani: la scienza non è un argomento. BOLOGNA : Bononia University Press.
Diritti umani: la scienza non è un argomento
ARTOSI, ALBERTO
2008
Abstract
Vengono esaminati due argomentazioni sulla scienza. La prima argomentazione separa la scienza dalle sue origini storiche e culturali assumendo che essa si occupi di una realtà indipendente dalla cultura e dalla storia. La seconda argomentazione sottolinea invece la sua «origine storica unica» e le condizioni culturalmente distintive in cui è sorta. Entrambe le argomentazioni hanno un notevole impatto sulla questione dei diritti umani. La prima rende la scienza un prodotto facilmente esportabile in forza della sua (pretesa) universalità e un modello per l’esportazione di sistemi di valori (ritenuti) analogamente universali. La seconda giustifica il diritto della (superiore) civiltà occidentale a intervenire nelle vite di genti esotiche e scientificamente sottosviluppate per strapparle alla loro indolenza infantile e portarle sul sicuro cammino della modernità e della scienza. Si sostiene che entrambe le argomentazioni mancano di solide basi – la prima dipende da una filosofia della scienza alquanto discutibile; la seconda è una variante della tradizionale “argomentazione orientalista”. La conclusione è che la scienza non può essere usata come argomento né a sostegno dell’universalità dei diritti umani né del diritto a imporli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.