Scopo della ricerca: La fissazione del solco inframammario è un tempo fondamentale in tutte le tecniche di mastopessi a T invertita, a L o a J per impedire le discesa dello stesso al momento della rotazione della ghiandola. Tuttavia, il settore dermico corrispondente ai quadranti inferiori alloggia i rami terminali del ramo anteriore della branca laterale del 4° nervo intercostale che è il principale responsabile della sensibilità del complesso areola-capezzolo. La loro interruzione comporta una significativa riduzione della sensibilità del complesso stesso. Inoltre, la sezione del derma comporta la perdita di questo quale elemento di sostegno del seno. Metodologia: La tecnica da noi messa a punto prevede, dopo la disepidermizzazione eseguita secondo quanto previsto dalla metodica di mastopessi scelta, l’esecuzione di 5-6 incisioni di circa 2 mm lungo la linea su cui si esegue tradizionalmente l’incisione dermica. Attraverso questi minimi accessi, si raggiunge agevolmente per via smussa la fascia muscolare che viene afferrata saldamente e sollevata mediante una pinza “mosquito” di Kocher. Un punto in Polipropilene 4/0 viene passato attraverso la fascia così sollevata ed ancorato al derma profondo in corrispondenza del solco sottomammario. Con questa tecnica, dal 2000 al 2004 sono state trattate 22 pazienti che presentavano ptosi di grado 2 e 46 con ptosi di grado 3 (sec. Regnault). I risultati estetici sono stati valutati dalle pazienti a 3 mesi dall’intervento mediante questionario. Alle pazienti era poi richiesto di giudicare il grado di alterazione della sensibilità (iposensibilità e/o ipersensibilità) dell’areola e del capezzolo e le eventuali ripercussioni di questo sulla propria vita di relazione. Risultati: I risultati estetici a 3 mesi sono stati giudicati dalle pazienti ottimali o buoni in tutti i casi. L’alterazione della sensibilità, nelle pazienti sottoposte ad intervento primario (58) è stata valutata come minima (19% dei casi) o nulla (81% dei casi), senza alcuna ripercussione sulla vita di relazione. Le 10 pazienti che avevano già subito in precedenza una mastopessi con tecnica tradizionale (mastopessi secondaria) presentavano, al contrario, un’importante alterazione della sensibilità (ridotta: 50% dei casi, molto ridotta nel rimanente 50% dei casi), con significativo danno della vita di relazione. Tuttavia, poiché detta alterazione era presente prima dell’intervento e non si è verificata un’ulteriore riduzione della sensibilità, il grado di soddisfazione delle pazienti è stato comunque elevato (100% soddisfazione alta, vs 5% alta e 95% molto alta negli interventi primari). Non si sono verificate complicanze correlabili alla tecnica proposta. Conclusioni: La tecnica di fissazione transdermica del solco sottomammario in corso di mastopessi consente di ottenere una valida stabilizzazione della piega inframammaria minimizzando le ripercussioni sulla sensibilità del NAC ed ottimizzando l’utilizzo del tessuto dermico nel sostegno al seno.

MASTOPESSI CON FISSAZIONE DEL SOLCO INFRAMAMMARIO SENZA INTERRUZIONE DEL DERMA

PANETTIERE, PIETRO;
2005

Abstract

Scopo della ricerca: La fissazione del solco inframammario è un tempo fondamentale in tutte le tecniche di mastopessi a T invertita, a L o a J per impedire le discesa dello stesso al momento della rotazione della ghiandola. Tuttavia, il settore dermico corrispondente ai quadranti inferiori alloggia i rami terminali del ramo anteriore della branca laterale del 4° nervo intercostale che è il principale responsabile della sensibilità del complesso areola-capezzolo. La loro interruzione comporta una significativa riduzione della sensibilità del complesso stesso. Inoltre, la sezione del derma comporta la perdita di questo quale elemento di sostegno del seno. Metodologia: La tecnica da noi messa a punto prevede, dopo la disepidermizzazione eseguita secondo quanto previsto dalla metodica di mastopessi scelta, l’esecuzione di 5-6 incisioni di circa 2 mm lungo la linea su cui si esegue tradizionalmente l’incisione dermica. Attraverso questi minimi accessi, si raggiunge agevolmente per via smussa la fascia muscolare che viene afferrata saldamente e sollevata mediante una pinza “mosquito” di Kocher. Un punto in Polipropilene 4/0 viene passato attraverso la fascia così sollevata ed ancorato al derma profondo in corrispondenza del solco sottomammario. Con questa tecnica, dal 2000 al 2004 sono state trattate 22 pazienti che presentavano ptosi di grado 2 e 46 con ptosi di grado 3 (sec. Regnault). I risultati estetici sono stati valutati dalle pazienti a 3 mesi dall’intervento mediante questionario. Alle pazienti era poi richiesto di giudicare il grado di alterazione della sensibilità (iposensibilità e/o ipersensibilità) dell’areola e del capezzolo e le eventuali ripercussioni di questo sulla propria vita di relazione. Risultati: I risultati estetici a 3 mesi sono stati giudicati dalle pazienti ottimali o buoni in tutti i casi. L’alterazione della sensibilità, nelle pazienti sottoposte ad intervento primario (58) è stata valutata come minima (19% dei casi) o nulla (81% dei casi), senza alcuna ripercussione sulla vita di relazione. Le 10 pazienti che avevano già subito in precedenza una mastopessi con tecnica tradizionale (mastopessi secondaria) presentavano, al contrario, un’importante alterazione della sensibilità (ridotta: 50% dei casi, molto ridotta nel rimanente 50% dei casi), con significativo danno della vita di relazione. Tuttavia, poiché detta alterazione era presente prima dell’intervento e non si è verificata un’ulteriore riduzione della sensibilità, il grado di soddisfazione delle pazienti è stato comunque elevato (100% soddisfazione alta, vs 5% alta e 95% molto alta negli interventi primari). Non si sono verificate complicanze correlabili alla tecnica proposta. Conclusioni: La tecnica di fissazione transdermica del solco sottomammario in corso di mastopessi consente di ottenere una valida stabilizzazione della piega inframammaria minimizzando le ripercussioni sulla sensibilità del NAC ed ottimizzando l’utilizzo del tessuto dermico nel sostegno al seno.
2005
Atti del 54° Congresso della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica
n.a.
n.a.
P. Panettiere; L. Marchetti; D. Accorsi
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