Il presente contributo analizza gli articoli della stampa araba sull'attacco del 7 gennaio 2015 alla sede della rivista satirica Charlie Hebdo, che portò all'uccisione di dodici persone. Nei media occidentali la condanna per la strage, descritta come un vile attentato alla libertà di espressione, fu immediata e unanime. Qualche tempo dopo, l’11 febbraio, il cinquantaquattrenne Craig Stephen Hicks uccise tre ragazzi musulmani nei pressi dell’Università di Chapel Hill, in North Carolina. I media inizialmente ignorarono l’accaduto, ma i social network lo portarono immediatamente alla ribalta invadendo la rete con gli hashtag #MuslimLivesMatter (“Le vite dei musulmani contano”) e #ChapelHillShooting (“Sparatoria di Chapel Hill”), accusando i mezzi di comunicazione occidentali di dare spazio solo alle notizie in cui i musulmani sono i carnefici e di trascurare invece quelle in cui sono le vittime. Questa accusa si ritrova nella maggioranza dei media arabi, dove le due stragi di Charlie Hebdo e Chapell Hill – in un certo modo l’una specchio dell’altra – si intrecciano negli articoli di opinione, dando vita a un’ampia gamma di commenti e analisi. Offriamo qui una rassegna dei temi principali che ne emergono, utile per capire come la questione del terrorismo venga trattata al di fuori dell’Europa.
Ines Peta (2016). Da Charlie Hebdo a Chapel Hill: stragi incrociate nella lettura dei media arabi. Venezia : Marsilio.
Da Charlie Hebdo a Chapel Hill: stragi incrociate nella lettura dei media arabi
Ines Peta
2016
Abstract
Il presente contributo analizza gli articoli della stampa araba sull'attacco del 7 gennaio 2015 alla sede della rivista satirica Charlie Hebdo, che portò all'uccisione di dodici persone. Nei media occidentali la condanna per la strage, descritta come un vile attentato alla libertà di espressione, fu immediata e unanime. Qualche tempo dopo, l’11 febbraio, il cinquantaquattrenne Craig Stephen Hicks uccise tre ragazzi musulmani nei pressi dell’Università di Chapel Hill, in North Carolina. I media inizialmente ignorarono l’accaduto, ma i social network lo portarono immediatamente alla ribalta invadendo la rete con gli hashtag #MuslimLivesMatter (“Le vite dei musulmani contano”) e #ChapelHillShooting (“Sparatoria di Chapel Hill”), accusando i mezzi di comunicazione occidentali di dare spazio solo alle notizie in cui i musulmani sono i carnefici e di trascurare invece quelle in cui sono le vittime. Questa accusa si ritrova nella maggioranza dei media arabi, dove le due stragi di Charlie Hebdo e Chapell Hill – in un certo modo l’una specchio dell’altra – si intrecciano negli articoli di opinione, dando vita a un’ampia gamma di commenti e analisi. Offriamo qui una rassegna dei temi principali che ne emergono, utile per capire come la questione del terrorismo venga trattata al di fuori dell’Europa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.