Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi episodi di scambi e sovrapposizioni tra arte e letteratura. Si potrebbero fare gli esempi di Orhan Pamuk che con Il museo dell’Innocenza scrive un libro e parallelamente costruisce realmente il museo descritto nel romanzo; oppure di Michel Houellebecq che, oltre a misurarsi in più occasioni con l’ecfrastica nozionale — inventando artisti e opere d’arte nei suoi romanzi — viene sempre più spesso invitato nel ruolo di artista visivo in importanti mostre internazionali sia collettive, per esempio nell’ultima edizione di Manifesta, sia personali, Rester Vivant al Palais de Tokyo di Parigi. In questo territorio di confine Enrique Vila-Matas è sicuramente una delle figure più importanti nel panorama internazionale, soprattutto per il suo costante dialogo con temi e problemi legati alla sfera visiva e per il suo dialogo/collaborazione con due figure artistiche, Sophie Calle e Dominique Gonzalez-Foerster, che a loro volta, attraverso le loro opere, si sono avvicinate in modo sempre più profondo alla letteratura e ai problemi legati alla narrazione. In particolare cercheremo di analizzare come lo scrittore con entrambe le artiste, in modo diverso ma ugualmente interessante, ha costruito una rete di narrazioni in cui oltre a un più consueto scambio di idee ha dato vita a un intreccio in cui vengono messi in discussione non solo i confini tra le due arti, anche attraverso degli inediti scambi di ruolo, ma anche tra la sfera del reale e quella della finzione
R. Pinto (2019). INCROCI TRA ARTE E LETTERATURA. ENRIQUE VILA-MATAS, SOPHIE CALLE, DOMINIQUE GONZALEZ-FOERSTER. Milano-Udine : Mimesis.
INCROCI TRA ARTE E LETTERATURA. ENRIQUE VILA-MATAS, SOPHIE CALLE, DOMINIQUE GONZALEZ-FOERSTER
R. Pinto
2019
Abstract
Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi episodi di scambi e sovrapposizioni tra arte e letteratura. Si potrebbero fare gli esempi di Orhan Pamuk che con Il museo dell’Innocenza scrive un libro e parallelamente costruisce realmente il museo descritto nel romanzo; oppure di Michel Houellebecq che, oltre a misurarsi in più occasioni con l’ecfrastica nozionale — inventando artisti e opere d’arte nei suoi romanzi — viene sempre più spesso invitato nel ruolo di artista visivo in importanti mostre internazionali sia collettive, per esempio nell’ultima edizione di Manifesta, sia personali, Rester Vivant al Palais de Tokyo di Parigi. In questo territorio di confine Enrique Vila-Matas è sicuramente una delle figure più importanti nel panorama internazionale, soprattutto per il suo costante dialogo con temi e problemi legati alla sfera visiva e per il suo dialogo/collaborazione con due figure artistiche, Sophie Calle e Dominique Gonzalez-Foerster, che a loro volta, attraverso le loro opere, si sono avvicinate in modo sempre più profondo alla letteratura e ai problemi legati alla narrazione. In particolare cercheremo di analizzare come lo scrittore con entrambe le artiste, in modo diverso ma ugualmente interessante, ha costruito una rete di narrazioni in cui oltre a un più consueto scambio di idee ha dato vita a un intreccio in cui vengono messi in discussione non solo i confini tra le due arti, anche attraverso degli inediti scambi di ruolo, ma anche tra la sfera del reale e quella della finzioneI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.