Dallo studio delle prime forme di antropizzazione delle aree desertiche – gli insediamenti ipogei, i recinti sacri, le corti abitate – l’Autore individua gli archetipi di quella “architettura delle terra aride” che si rintraccia in molti paesi, dall’Iran all’Africa del Nord, fino al bacino mediterraneo e alle nostre regioni meridionali. In queste architetture, le “condizioni di necessità” – la difesa dagli eccessi del clima, la scarsità di risorse – diventano i principi generatori di un processo di affinamento dei tipi edilizi e le ragioni dello sviluppo di soluzioni tecniche sempre più complesse ed efficaci: dalle chiusure grigliate che attenuano la radiazione solare e accelerano i flussi d’aria che le attraversano, alle coperture a volte che aumentano la circolazione dell’aria nei locali, alle torri del vento per il raffrescamento naturale, ai sistemi di umidificazione e di ombreggiamento. Elementi questi che solo recentemente stiamo cercando di riacquisire per riproporli come base di nuovi progetti di architettura. A conferma di ciò l’Autore pone ad epilogo del contributo un suo progetto ultimato nel sud del Sahara algerino: la Casa de la Mujer, centro polifunzionale per le donne saharawi realizzato in terra cruda, applicando molti dei saperi costruttivi tradizionali indagati nel corso dei suoi studi. Ne risulta un’architettura, nuova e tradizionale allo stesso tempo, che nasce dal luogo e per il luogo: un’altra architettura del deserto.
Guido Moretti (2008). “Abitare il deserto. La Casa de la Mujer a Rabouni (Algeria) per l’Unione delle donne saharawi”. TORINO : Politecnico di Torino.
“Abitare il deserto. La Casa de la Mujer a Rabouni (Algeria) per l’Unione delle donne saharawi”
MORETTI, GUIDO
2008
Abstract
Dallo studio delle prime forme di antropizzazione delle aree desertiche – gli insediamenti ipogei, i recinti sacri, le corti abitate – l’Autore individua gli archetipi di quella “architettura delle terra aride” che si rintraccia in molti paesi, dall’Iran all’Africa del Nord, fino al bacino mediterraneo e alle nostre regioni meridionali. In queste architetture, le “condizioni di necessità” – la difesa dagli eccessi del clima, la scarsità di risorse – diventano i principi generatori di un processo di affinamento dei tipi edilizi e le ragioni dello sviluppo di soluzioni tecniche sempre più complesse ed efficaci: dalle chiusure grigliate che attenuano la radiazione solare e accelerano i flussi d’aria che le attraversano, alle coperture a volte che aumentano la circolazione dell’aria nei locali, alle torri del vento per il raffrescamento naturale, ai sistemi di umidificazione e di ombreggiamento. Elementi questi che solo recentemente stiamo cercando di riacquisire per riproporli come base di nuovi progetti di architettura. A conferma di ciò l’Autore pone ad epilogo del contributo un suo progetto ultimato nel sud del Sahara algerino: la Casa de la Mujer, centro polifunzionale per le donne saharawi realizzato in terra cruda, applicando molti dei saperi costruttivi tradizionali indagati nel corso dei suoi studi. Ne risulta un’architettura, nuova e tradizionale allo stesso tempo, che nasce dal luogo e per il luogo: un’altra architettura del deserto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.