L’Associazione Mecenate 90, il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e Unioncamere, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il sostegno di FederlegnoArredo, ha promosso un Consulto informale per l’ideazione di ECOLUOGHI per l’abitare sostenibile, articolato in due filoni: 1. Case per un abitare sostenibile, allo scopo di stimolare la riqualificazione architettonica e ambientale dei territori italiani, promuovere uno sviluppo sostenibile e riconnettere l’architettura con i paesaggi; 2. Progetti di rigenerazione urbana,allo scopo di stimolare la riqualificazione architettonica e ambientale delle città e dei territori italiani per contenere il consumo di suolo e prevenire i danni ambientali. La Giuria, formata oltre che da chi scrive, con il ruolo di Vice Presidente, da Giuseppe Barbieri, in qualità di Presidente, Orazio Carpenzano, Maurizio Carta, Carlo Gasparrini, Mosè Ricci e Luca Zevi, ha potuto apprezzare proposte che offrono un quadro interessante e articolato per misurare il grado di consapevolezza raggiunto nella ricerca progettuale sul ruolo strategico che i temi ambientali devono assumere per la costruzione di un abitare sostenibile neldelicato, prezioso e fragile territorio italiano. La proposta “Domani”, premiata nel filone “Case per un abitare sostenibile”, propone di intervenire nella città esistente con addizioni volumetriche, leggere, modulari, smontabili, trasportabili, flessibili, che si aggiungano con discrezione al costruito per ridisegnare il paesaggio urbano, prestando attenzione alle risorse. È l’idea di una progettazione per strati, semplici, disassemblabili, componibili per funzioni compatibili. Ogni strato è una risposta a una necessità, ha una sua durata nel tempo, ha una sua incidenza economica. La progettazione per strati proposta ripensa l’approccio al progetto di architettura in funzione della sua adattabilità nel tempo, della possibilità di essere costruito per frammenti, uno dopo l’altro e del suo eventuale disassemblaggio. Individuate ormai tecnologie e tecniche per l’efficienza energetica e la sostenibilità delle costruzioni, il tema del domani dovrà vedere risolto anche quello dei rifiuti, che richiedono altre idee per una speranza di successo. La prefabbricazione avanzata, con cui “Domani” verrà realizzata, garantisce flessibilità, smontaggio e sostituibilità di componenti e sistemi e si muove perciò nella direzione di ridurre scarti di lavorazione, sfridi, produzione di polveri e rifiuti di cantiere. “Domani” consuma anche meno suolo vergine, visto che si insedia sul costruito, incrementando la densità dei quartieri consolidati, per ridurre spostamenti e infrastrutture, migliorando la vita delle persone. Questo il giudizio finale elaborato dalla Giuria. «La proposta si caratterizza come intervento sull’esistente attraverso l’addizione di porzioni incrementali di volumetrie. Architetture modulari, smontabili, flessibili, assemblabili per strati, disseminabili in differenti contesti funzionali e quindi con un’idea di disassemblaggio e di adattività. In questo senso la proposta definisce “frammenti semplici” o moduli minimi con qualche innovazione sulle spazialità grazie anche a una buona “risposta” strutturale (tecnologia in acciaio)».
Andrea Rinaldi (2018). DOMANI. Rimini : Maggioli.
DOMANI
Andrea Rinaldi
2018
Abstract
L’Associazione Mecenate 90, il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e Unioncamere, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il sostegno di FederlegnoArredo, ha promosso un Consulto informale per l’ideazione di ECOLUOGHI per l’abitare sostenibile, articolato in due filoni: 1. Case per un abitare sostenibile, allo scopo di stimolare la riqualificazione architettonica e ambientale dei territori italiani, promuovere uno sviluppo sostenibile e riconnettere l’architettura con i paesaggi; 2. Progetti di rigenerazione urbana,allo scopo di stimolare la riqualificazione architettonica e ambientale delle città e dei territori italiani per contenere il consumo di suolo e prevenire i danni ambientali. La Giuria, formata oltre che da chi scrive, con il ruolo di Vice Presidente, da Giuseppe Barbieri, in qualità di Presidente, Orazio Carpenzano, Maurizio Carta, Carlo Gasparrini, Mosè Ricci e Luca Zevi, ha potuto apprezzare proposte che offrono un quadro interessante e articolato per misurare il grado di consapevolezza raggiunto nella ricerca progettuale sul ruolo strategico che i temi ambientali devono assumere per la costruzione di un abitare sostenibile neldelicato, prezioso e fragile territorio italiano. La proposta “Domani”, premiata nel filone “Case per un abitare sostenibile”, propone di intervenire nella città esistente con addizioni volumetriche, leggere, modulari, smontabili, trasportabili, flessibili, che si aggiungano con discrezione al costruito per ridisegnare il paesaggio urbano, prestando attenzione alle risorse. È l’idea di una progettazione per strati, semplici, disassemblabili, componibili per funzioni compatibili. Ogni strato è una risposta a una necessità, ha una sua durata nel tempo, ha una sua incidenza economica. La progettazione per strati proposta ripensa l’approccio al progetto di architettura in funzione della sua adattabilità nel tempo, della possibilità di essere costruito per frammenti, uno dopo l’altro e del suo eventuale disassemblaggio. Individuate ormai tecnologie e tecniche per l’efficienza energetica e la sostenibilità delle costruzioni, il tema del domani dovrà vedere risolto anche quello dei rifiuti, che richiedono altre idee per una speranza di successo. La prefabbricazione avanzata, con cui “Domani” verrà realizzata, garantisce flessibilità, smontaggio e sostituibilità di componenti e sistemi e si muove perciò nella direzione di ridurre scarti di lavorazione, sfridi, produzione di polveri e rifiuti di cantiere. “Domani” consuma anche meno suolo vergine, visto che si insedia sul costruito, incrementando la densità dei quartieri consolidati, per ridurre spostamenti e infrastrutture, migliorando la vita delle persone. Questo il giudizio finale elaborato dalla Giuria. «La proposta si caratterizza come intervento sull’esistente attraverso l’addizione di porzioni incrementali di volumetrie. Architetture modulari, smontabili, flessibili, assemblabili per strati, disseminabili in differenti contesti funzionali e quindi con un’idea di disassemblaggio e di adattività. In questo senso la proposta definisce “frammenti semplici” o moduli minimi con qualche innovazione sulle spazialità grazie anche a una buona “risposta” strutturale (tecnologia in acciaio)».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.