Per lungo tempo, nella storia del nostro paese, l’espressione «biblioteca pubblica» ha avuto il significato prevalente di «biblioteca statale aperta al pubblico»; qualcosa di molto diverso rispetto al modello anglosassone di public library, intesa come biblioteca legata all’autonomia degli enti locali e caratterizzata da un servizio “diffuso” alla cittadinanza. La situazione italiana dei primi decenni del Novecento vide piuttosto delinearsi un «dualismo bibliotecario» tra biblioteche pubbliche governative, da una parte, e biblioteche popolari, di natura essenzialmente privata e legate a movimenti associativi, dall’altra. Negli anni Trenta la riorganizzazione delle biblioteche popolari, che fu accompagnata da un articolato dibattito interno all’amministrazione bibliotecaria, e il nuovo impulso dato alle soprintendenze bibliografiche – gli organi periferici dello Stato che detenevano la funzione di stimolo e controllo sulle biblioteche comunali e provinciali delle rispettive aree regionali –, sembrarono delineare quella che si potrebbe definire “una via italiana alla biblioteca pubblica”, che rimaneva, tuttavia, inevitabilmente staccata da ogni idea di autonomia locale.
Carlo De Maria (2016). Biblioteche. Bologna : Bradypus.
Biblioteche
Carlo De Maria
2016
Abstract
Per lungo tempo, nella storia del nostro paese, l’espressione «biblioteca pubblica» ha avuto il significato prevalente di «biblioteca statale aperta al pubblico»; qualcosa di molto diverso rispetto al modello anglosassone di public library, intesa come biblioteca legata all’autonomia degli enti locali e caratterizzata da un servizio “diffuso” alla cittadinanza. La situazione italiana dei primi decenni del Novecento vide piuttosto delinearsi un «dualismo bibliotecario» tra biblioteche pubbliche governative, da una parte, e biblioteche popolari, di natura essenzialmente privata e legate a movimenti associativi, dall’altra. Negli anni Trenta la riorganizzazione delle biblioteche popolari, che fu accompagnata da un articolato dibattito interno all’amministrazione bibliotecaria, e il nuovo impulso dato alle soprintendenze bibliografiche – gli organi periferici dello Stato che detenevano la funzione di stimolo e controllo sulle biblioteche comunali e provinciali delle rispettive aree regionali –, sembrarono delineare quella che si potrebbe definire “una via italiana alla biblioteca pubblica”, che rimaneva, tuttavia, inevitabilmente staccata da ogni idea di autonomia locale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.