Nel mondo della moda la “sorellanza” non può che far pensare alle sorelle Fontana, tre donne, Zoe, Micol e Giovanna che hanno dato un contributo significativo alla diffusione del Made in Italy nel mondo. La casa di moda da loro fondata riporta nel nome la loro unione, “Sorelle Fontana”, a sottolineare l’appartenenza familiare ma anche il forte legame che le ha unite, nella vita come nel lavoro. Le tre sorelle hanno infatti rappresentato un modello importante nell’ambito della creazione di nuovi stili, approdando al mercato americano grazie – soprattutto – alla realizzazione di abiti per star hollywoodiane. Una forza tutta femminile che traspare nelle opere, come nelle interviste e nei racconti che le ritraggono, in cui appare anche una quarta donna, la madre, che oltre ad averle avviate alla professione, le ha sempre sostenute e stimolate. Una unione che viene fortemente evidenziata nel marchio come nei bozzetti, nei cartellini dei vestiti e nelle loro parole: un soggetto plurale, che firma e si propone al suo pubblico come una singolarità, coesa e femminile: semplicemente “Sorelle Fontana”. Dietro questa etichetta i singoli nomi scompaiono, per congiungersi in una sola unità. Il loro modo di “fare moda” insieme, senza svelare mai una precisa definizione di ruoli, come la stessa Micol descrive nel suo “Specchio a tre luci” (1991) è stato raccontato in una recente produzione RAI, una miniserie dal titolo “Atelier Fontana. Le sorelle della moda” in cui la narrazione evidenzia momenti significativi dell’essere donna - e donna lavoratrice - in un mondo non sempre aperto al talento femminile.

Trame di sorellanza fra storia e fiction. Le narrazioni sulle sorelle Fontana

Mascio
2019

Abstract

Nel mondo della moda la “sorellanza” non può che far pensare alle sorelle Fontana, tre donne, Zoe, Micol e Giovanna che hanno dato un contributo significativo alla diffusione del Made in Italy nel mondo. La casa di moda da loro fondata riporta nel nome la loro unione, “Sorelle Fontana”, a sottolineare l’appartenenza familiare ma anche il forte legame che le ha unite, nella vita come nel lavoro. Le tre sorelle hanno infatti rappresentato un modello importante nell’ambito della creazione di nuovi stili, approdando al mercato americano grazie – soprattutto – alla realizzazione di abiti per star hollywoodiane. Una forza tutta femminile che traspare nelle opere, come nelle interviste e nei racconti che le ritraggono, in cui appare anche una quarta donna, la madre, che oltre ad averle avviate alla professione, le ha sempre sostenute e stimolate. Una unione che viene fortemente evidenziata nel marchio come nei bozzetti, nei cartellini dei vestiti e nelle loro parole: un soggetto plurale, che firma e si propone al suo pubblico come una singolarità, coesa e femminile: semplicemente “Sorelle Fontana”. Dietro questa etichetta i singoli nomi scompaiono, per congiungersi in una sola unità. Il loro modo di “fare moda” insieme, senza svelare mai una precisa definizione di ruoli, come la stessa Micol descrive nel suo “Specchio a tre luci” (1991) è stato raccontato in una recente produzione RAI, una miniserie dal titolo “Atelier Fontana. Le sorelle della moda” in cui la narrazione evidenzia momenti significativi dell’essere donna - e donna lavoratrice - in un mondo non sempre aperto al talento femminile.
2019
L’eredità di Antigone Sorelle e sorellanza nelle letterature, nel teatro, nelle arti e nella politica
343
358
Mascio
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