Il dipinto in questione è il pendant di una tela, raffigurante Venere e Vulcano, dagli anni ottanta del secolo scorso custodita presso la Staatsgalerie di Stoccarda: la ricomposizione della coppia costituisce un ulteriore progresso nella ricostruzione non solo del percorso giovanile del grande pittore bolognese, uno dei maggiori artisti ti italiani della seconda metà del Settecento, ma anche nella comprensione dei percorsi dell'arte in Italia, negli anni in cui l'attenzione per il nuovo classico conviveva con stilemi di cultura rococò, con esiti di assoluta qualità. Si dimostra come ogni lettura diminutiva della scuola pittorica bolognese, le opere dei cui protagonisti, siano essi il Bigari o il Creti, ideali maestri del Gandolfi per forme e colori, non possono essere definite "barocchette", un termine che non si attaglia alla cultura di questi grandi: il richiamo al soggiorno bolognese del 1761 di Fragonard, avanzato in questo testo, che con il nostro fu certo in contatto è in questa direzione, per sfatare finalmente quella lettura che isola in una sorta di provincialismo il Settecento della città di Bologna, che tale non fu sino alla restaurazione ottocentesca, quando le vicende politiche e sociali portarono a minori possibilità di ricerca e aggiornamento.

Donatella Biagi (2019). Gaetano Gandolfi, Hercules and Omphale, c. 1765. Bologna : Grafiche Zanini.

Gaetano Gandolfi, Hercules and Omphale, c. 1765

Donatella Biagi
2019

Abstract

Il dipinto in questione è il pendant di una tela, raffigurante Venere e Vulcano, dagli anni ottanta del secolo scorso custodita presso la Staatsgalerie di Stoccarda: la ricomposizione della coppia costituisce un ulteriore progresso nella ricostruzione non solo del percorso giovanile del grande pittore bolognese, uno dei maggiori artisti ti italiani della seconda metà del Settecento, ma anche nella comprensione dei percorsi dell'arte in Italia, negli anni in cui l'attenzione per il nuovo classico conviveva con stilemi di cultura rococò, con esiti di assoluta qualità. Si dimostra come ogni lettura diminutiva della scuola pittorica bolognese, le opere dei cui protagonisti, siano essi il Bigari o il Creti, ideali maestri del Gandolfi per forme e colori, non possono essere definite "barocchette", un termine che non si attaglia alla cultura di questi grandi: il richiamo al soggiorno bolognese del 1761 di Fragonard, avanzato in questo testo, che con il nostro fu certo in contatto è in questa direzione, per sfatare finalmente quella lettura che isola in una sorta di provincialismo il Settecento della città di Bologna, che tale non fu sino alla restaurazione ottocentesca, quando le vicende politiche e sociali portarono a minori possibilità di ricerca e aggiornamento.
2019
Fondantico Tefaf Maastricht 2019
78
82
Donatella Biagi (2019). Gaetano Gandolfi, Hercules and Omphale, c. 1765. Bologna : Grafiche Zanini.
Donatella Biagi
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