La Città-Terra o Earth City è un modello di architettura-città ovvero l’esemplificazione di un modello megastrutturale che incarna tutti i temi progettuali affrontati da Leonardo Ricci nel corso di una vita dedicata all’architettura, un modello ideale elaborato dall’architetto parallelamente nel corso della propria attività didattica presso alcune delle più illustri università americane e presso la Facoltà di architettura di Firenze negli anni sessanta. In Italia in particolare lo studio progettuale per la Città-Terra viene portato avanti a seguito dell’alluvione che colpì Firenze nel 1966: i danni subiti dalla città infatti fornirono all’architetto gli spunti per pensare ad una città che rinasce da ciò che resta del tutto rinnovata e proprio le idee rivoluzionarie di Leonardo Ricci andranno ad influenzare il lavoro dei gruppi di architettura radicale italiana della generazione successiva. Ricci inizia un intenso scambio con gli Stati Uniti nel 1952 che si intensifica nel 1959, quando il Preside della Scuola di Architettura del Massachussets Institute of Technology (Cambridge, Massachussets), il professore e architetto italiano naturalizzato negli Stati Uniti Pietro Belluschi lo convoca, insieme ad altri studiosi, artisti e progettisti italiani di fama internazionale come Kenzo Tange, Lewis Mumford e Paul Nelson, e successivamente Pierluigi Nervi, Ernesto Nathan Rogers, Gillo Dorfles e Mirko Balsadella, come visiting professor per tenere un corso in Urban Design. Sono gli anni in cui Pietro Belluschi pensa di fondare insieme ai più brillanti studiosi sul tema nuove teorie “radical visual” per rivitalizzare il campo dell’architettura e della scienza in generale dopo la crisi del movimento moderno, le stesse che daranno vita ad una collana diretta da Kepes intitolata “The Man-Made Object”, la quale a sua volta farà nascere in Gyorgy Keepes l’idea di fondare il CAVS (Center for Advanced Visual Studies) al M.I.T. nel 1967. Per Leonardo Ricci i contatti con gli Stati Uniti saranno fondamentali perchè segneranno un punto di di compimento e di svolta per la sua ricerca in campo architettonico e urbanistico, urbatettonico per usare le sue parole. Nonostante i progetti elaborati con gli studenti prima presso MIT, poi Penn State University, University of Florida e Kentucky University siano utopici da un lato dall’altro invece dimostrano una grande concretezza e come l’architetto riesca nell’intento di riunire tutti i temi progettuali a lui cari e a lungo studiati nel corso di una intera attività professionale e didattica. Sono progetti che portano in sé i propositi del progetto dello spazio comunitario portato alla scala territoriale e quindi sono connotati da una forte spinta a soddisfare esigenze sociali in continuo cambiamento facendo leva sulle teorie megastrutturali emergenti proprio in quegli anni negli Stati Uniti.

Earth City

Ilaria Cattabriga
2019

Abstract

La Città-Terra o Earth City è un modello di architettura-città ovvero l’esemplificazione di un modello megastrutturale che incarna tutti i temi progettuali affrontati da Leonardo Ricci nel corso di una vita dedicata all’architettura, un modello ideale elaborato dall’architetto parallelamente nel corso della propria attività didattica presso alcune delle più illustri università americane e presso la Facoltà di architettura di Firenze negli anni sessanta. In Italia in particolare lo studio progettuale per la Città-Terra viene portato avanti a seguito dell’alluvione che colpì Firenze nel 1966: i danni subiti dalla città infatti fornirono all’architetto gli spunti per pensare ad una città che rinasce da ciò che resta del tutto rinnovata e proprio le idee rivoluzionarie di Leonardo Ricci andranno ad influenzare il lavoro dei gruppi di architettura radicale italiana della generazione successiva. Ricci inizia un intenso scambio con gli Stati Uniti nel 1952 che si intensifica nel 1959, quando il Preside della Scuola di Architettura del Massachussets Institute of Technology (Cambridge, Massachussets), il professore e architetto italiano naturalizzato negli Stati Uniti Pietro Belluschi lo convoca, insieme ad altri studiosi, artisti e progettisti italiani di fama internazionale come Kenzo Tange, Lewis Mumford e Paul Nelson, e successivamente Pierluigi Nervi, Ernesto Nathan Rogers, Gillo Dorfles e Mirko Balsadella, come visiting professor per tenere un corso in Urban Design. Sono gli anni in cui Pietro Belluschi pensa di fondare insieme ai più brillanti studiosi sul tema nuove teorie “radical visual” per rivitalizzare il campo dell’architettura e della scienza in generale dopo la crisi del movimento moderno, le stesse che daranno vita ad una collana diretta da Kepes intitolata “The Man-Made Object”, la quale a sua volta farà nascere in Gyorgy Keepes l’idea di fondare il CAVS (Center for Advanced Visual Studies) al M.I.T. nel 1967. Per Leonardo Ricci i contatti con gli Stati Uniti saranno fondamentali perchè segneranno un punto di di compimento e di svolta per la sua ricerca in campo architettonico e urbanistico, urbatettonico per usare le sue parole. Nonostante i progetti elaborati con gli studenti prima presso MIT, poi Penn State University, University of Florida e Kentucky University siano utopici da un lato dall’altro invece dimostrano una grande concretezza e come l’architetto riesca nell’intento di riunire tutti i temi progettuali a lui cari e a lungo studiati nel corso di una intera attività professionale e didattica. Sono progetti che portano in sé i propositi del progetto dello spazio comunitario portato alla scala territoriale e quindi sono connotati da una forte spinta a soddisfare esigenze sociali in continuo cambiamento facendo leva sulle teorie megastrutturali emergenti proprio in quegli anni negli Stati Uniti.
2019
Leonardo Ricci 100. Scrittura, pittura e architettura. 100 note a margine dell'Anonimo del XX secolo
223
228
Ilaria Cattabriga
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/685444
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