Gli studi sui disturbi alimentari ed evacuativi in età evolutiva sottolineano l’importanza di valutare le caratteristiche individuali del bambino e le sue relazioni all’interno della famiglia, che possono essere all’origine di una difficile corrispondenza tra gli stili autoregolativi e di comportamento del bambino e le aspettative degli adulti, che risentono a loro volta delle esperienze passate con le proprie figure di accudimento. Gli approcci clinici si focalizzano quindi con attenzione sulla qualità della relazione bambino/adulto e sono orientati all’identificazione precoce e all’intervento sulle relazioni disfunzionali con le figure primarie di accudimento per prevenire l’insorgenza di disturbi individuali successivi, causati dalle difficoltà di regolazione affettiva e dai fallimenti interattivi durante l’infanzia. Nei quadri clinico-diagnostici assumono una particolare rilevanza i disturbi del comportamento alimentare ed evacuativo che esprimono una protesta psicosomatica, alla cui base si rintraccia una frustrazione (da parte dell’adulto) della motivazione nel bambino a fare da solo in campo alimentare ed evacuatorio. Nell’ambito dell’intervento a orientamento psicoanalitico, integrato con i principi della psicologia della Gestalt, viene presentata la Giocoterapia Focale (GF), appositamente ideata da Giancarlo Trombini per i disturbi della condotta alimentare ed evacuativa nei bambini in età prescolare. Viene quindi descritto come tale tecnica è stata ripresa e inserita da Elena Trombini nel campo diagnostico-terapeutico allargato ai genitori, inserendosi in tal modo nel contesto clinico attuale che rivolge sempre maggiore attenzione alla dimensione narrativa del piccolo paziente nel suo contesto familiare. La GF consente di mettere in risalto le caratteristiche dell’autonomia nel rapporto con il cibo e con i contenuti evacuativi. Essa si basa su un punto di partenza organizzato che permette al bambino di esprimere la motivazione a fare da solo in una condotta autoregolata, che sviluppa l’alleanza con i genitori e l’integrazione del gruppo familiare. La GF attuata, quando possibile, in un contesto allargato bambino/genitori, aiuta anche i genitori a prendere parte al gioco e a cogliere i reali interessi del bambino espressi in esso, i suoi desideri, paure e rabbie. Il bambino che si rifiuta di mangiare o di defecare può essere visto dai genitori non più soltanto come un corpo che ha bisogno di nutrirsi e che rischia la propria salute. Il comportamento alimentare ed evacuatorio non è più registrato soltanto sotto l’aspetto biologico, ora è possibile interpretarlo nel suo significato psicologico. I genitori, incentivati a diventare anch’essi giocatori, hanno la possibilità di sperimentare la loro capacità di giocare e provare una piacevole partecipazione. Essi possono così recuperare il proprio sé infantile giocoso e creativo accanto agli aspetti osservativi del sé adulto. In tal modo il gioco può diventare il gioco di tutti e questo piacere nella condivisione può aiutare a vedere gli aspetti psicologici connessi alla funzione fisiologica del mangiare e dell’evacuare, senza limitarsi al solo problema benessere-malessere corporeo.
E. Trombini (2008). Psicoterapia dei disturbi alimentari ed evacuativi in età prescolare. MACERATA : Edizione SIMPLE.
Psicoterapia dei disturbi alimentari ed evacuativi in età prescolare
TROMBINI, ELENA
2008
Abstract
Gli studi sui disturbi alimentari ed evacuativi in età evolutiva sottolineano l’importanza di valutare le caratteristiche individuali del bambino e le sue relazioni all’interno della famiglia, che possono essere all’origine di una difficile corrispondenza tra gli stili autoregolativi e di comportamento del bambino e le aspettative degli adulti, che risentono a loro volta delle esperienze passate con le proprie figure di accudimento. Gli approcci clinici si focalizzano quindi con attenzione sulla qualità della relazione bambino/adulto e sono orientati all’identificazione precoce e all’intervento sulle relazioni disfunzionali con le figure primarie di accudimento per prevenire l’insorgenza di disturbi individuali successivi, causati dalle difficoltà di regolazione affettiva e dai fallimenti interattivi durante l’infanzia. Nei quadri clinico-diagnostici assumono una particolare rilevanza i disturbi del comportamento alimentare ed evacuativo che esprimono una protesta psicosomatica, alla cui base si rintraccia una frustrazione (da parte dell’adulto) della motivazione nel bambino a fare da solo in campo alimentare ed evacuatorio. Nell’ambito dell’intervento a orientamento psicoanalitico, integrato con i principi della psicologia della Gestalt, viene presentata la Giocoterapia Focale (GF), appositamente ideata da Giancarlo Trombini per i disturbi della condotta alimentare ed evacuativa nei bambini in età prescolare. Viene quindi descritto come tale tecnica è stata ripresa e inserita da Elena Trombini nel campo diagnostico-terapeutico allargato ai genitori, inserendosi in tal modo nel contesto clinico attuale che rivolge sempre maggiore attenzione alla dimensione narrativa del piccolo paziente nel suo contesto familiare. La GF consente di mettere in risalto le caratteristiche dell’autonomia nel rapporto con il cibo e con i contenuti evacuativi. Essa si basa su un punto di partenza organizzato che permette al bambino di esprimere la motivazione a fare da solo in una condotta autoregolata, che sviluppa l’alleanza con i genitori e l’integrazione del gruppo familiare. La GF attuata, quando possibile, in un contesto allargato bambino/genitori, aiuta anche i genitori a prendere parte al gioco e a cogliere i reali interessi del bambino espressi in esso, i suoi desideri, paure e rabbie. Il bambino che si rifiuta di mangiare o di defecare può essere visto dai genitori non più soltanto come un corpo che ha bisogno di nutrirsi e che rischia la propria salute. Il comportamento alimentare ed evacuatorio non è più registrato soltanto sotto l’aspetto biologico, ora è possibile interpretarlo nel suo significato psicologico. I genitori, incentivati a diventare anch’essi giocatori, hanno la possibilità di sperimentare la loro capacità di giocare e provare una piacevole partecipazione. Essi possono così recuperare il proprio sé infantile giocoso e creativo accanto agli aspetti osservativi del sé adulto. In tal modo il gioco può diventare il gioco di tutti e questo piacere nella condivisione può aiutare a vedere gli aspetti psicologici connessi alla funzione fisiologica del mangiare e dell’evacuare, senza limitarsi al solo problema benessere-malessere corporeo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.