La sostenibilità urbana si riassume nel ripristino intelligente di alcuni elementi fondamentali del quotidiano: mobilità, efficienza, risparmio energetico, illuminazione pubblica, rifiuti, parchi. Si tratta di una vera e propria rivoluzione di quartiere, piccole rivoluzioni circoscritte in spazi contenuti, dove i progetti smart hanno successo perché sfruttano i vantaggi dei microcontesti territoriali che possono reggere economicamente e strutturalmente l’innovazione. Le politiche urbane degli ultimi anni fanno ricorso, ogni qualvolta sia possibile, al paradigma della smart city che si è imposto ai diversi livelli territoriali, dal locale al globale. Seppure i perimetri concettuali della smartness urbana siano molto controversi da un punto di vista definitorio, in letteratura c’è convergenza rispetto al fine ultimo della smartness. Si tratta di accrescere la vivibilità delle città attraverso l’utilizzo delle ICT e sempre più spesso questo incremento d’innovazione tecnologica a vantaggio delle città è auspicato dinanzi al rischio di implosione dell’ecosistema urbano. La smart city, infatti, porta con sé un’innegabile capacità di alimentare competitività territoriale e migliorare la qualità della vita dei city users, tuttavia, la sua natura lascia perplesso chi ravvisa i segnali di nuove forme di esclusione nell’invasività delle nuove tecnologie (Paradiso, 2013).
Valentina Albanese (2019). Smart e Slow, nuove declinazioni per il paradigma della sostenibilità turistica. Sperimentazioni vecchie e nuove nel territorio salentino. Londrina : Madréperola.
Smart e Slow, nuove declinazioni per il paradigma della sostenibilità turistica. Sperimentazioni vecchie e nuove nel territorio salentino
Valentina Albanese
2019
Abstract
La sostenibilità urbana si riassume nel ripristino intelligente di alcuni elementi fondamentali del quotidiano: mobilità, efficienza, risparmio energetico, illuminazione pubblica, rifiuti, parchi. Si tratta di una vera e propria rivoluzione di quartiere, piccole rivoluzioni circoscritte in spazi contenuti, dove i progetti smart hanno successo perché sfruttano i vantaggi dei microcontesti territoriali che possono reggere economicamente e strutturalmente l’innovazione. Le politiche urbane degli ultimi anni fanno ricorso, ogni qualvolta sia possibile, al paradigma della smart city che si è imposto ai diversi livelli territoriali, dal locale al globale. Seppure i perimetri concettuali della smartness urbana siano molto controversi da un punto di vista definitorio, in letteratura c’è convergenza rispetto al fine ultimo della smartness. Si tratta di accrescere la vivibilità delle città attraverso l’utilizzo delle ICT e sempre più spesso questo incremento d’innovazione tecnologica a vantaggio delle città è auspicato dinanzi al rischio di implosione dell’ecosistema urbano. La smart city, infatti, porta con sé un’innegabile capacità di alimentare competitività territoriale e migliorare la qualità della vita dei city users, tuttavia, la sua natura lascia perplesso chi ravvisa i segnali di nuove forme di esclusione nell’invasività delle nuove tecnologie (Paradiso, 2013).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.