È ormai ben riconosciuto il risveglio di interessi che, a partire fin dall’inizio secolo scorso, ha destato l’opera di Georgius Agricola. Notevole, in particolare, è stato l’interesse e l’entusiasmo suscitato, in primis, in occasione della prima edizione in lingua inglese del De re metallica (1912), e successivamente in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte (1955) e del cinquecentenario della nascita (1994). In molti Paesi europei sono state organizzate conferenze scientifiche, cui spesso si sono accompagnate riedizioni e traduzioni delle sue opere che, più di altre, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della scienza e della tecnica. Anche noi siamo stati partecipi delle manifestazioni culturali che hanno caratterizzato gli anni del cinquecentenario. Siamo così giunti nel 1994 a curare l’edizione anastatica dell’ormai introvabile traduzione antica in lingua toscana del De re metallica, e a preparare, nel 2003, per conto di questa stessa casa editrice, un volume contenente due opere agricoliane: il Bermannus (1530), un dialogo sul mondo minerale, di cui abbiamo eseguito la prima traduzione in lingua italiana, e il De re metallica, il trattato che ha reso universalmente noto Agricola, proposto nell’edizione in lingua latina (1556). Il lavoro non è stato semplice, anche per il timore di non poter svolgere un compito corretto dal punto vista storico e filologico, e di invadere, in tal modo, spazi propri di chi, a differenza di noi, ha seguito percorsi di formazione culturali e professionali diversi da quelli degli ingegneri. Eravamo però consapevoli, e lo siamo tuttora, che la conoscenza nasce e si sviluppa dall’intersezione di culture, dallo scambio di paradigmi, dalla contaminazione di idee e di pensieri, e siamo convinti che un contributo alla storia del sapere delle arti e dei mestieri possa derivare anche da chi possiede una cultura rivolta prevalentemente a momenti di ricerca scientifica e tecnologica, piuttosto che a quelli di meditazione e di ricerca umanistica, storica e filosofica.
P. Macini, E. Mesini (2008). Georgius Agricola - De re metallica (1530-1556). Un dialogo sul mondo minerale e un trattato sull'arte dei metalli. BOLOGNA : Clueb.
Georgius Agricola - De re metallica (1530-1556). Un dialogo sul mondo minerale e un trattato sull'arte dei metalli
MACINI, PAOLO;MESINI, EZIO
2008
Abstract
È ormai ben riconosciuto il risveglio di interessi che, a partire fin dall’inizio secolo scorso, ha destato l’opera di Georgius Agricola. Notevole, in particolare, è stato l’interesse e l’entusiasmo suscitato, in primis, in occasione della prima edizione in lingua inglese del De re metallica (1912), e successivamente in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte (1955) e del cinquecentenario della nascita (1994). In molti Paesi europei sono state organizzate conferenze scientifiche, cui spesso si sono accompagnate riedizioni e traduzioni delle sue opere che, più di altre, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della scienza e della tecnica. Anche noi siamo stati partecipi delle manifestazioni culturali che hanno caratterizzato gli anni del cinquecentenario. Siamo così giunti nel 1994 a curare l’edizione anastatica dell’ormai introvabile traduzione antica in lingua toscana del De re metallica, e a preparare, nel 2003, per conto di questa stessa casa editrice, un volume contenente due opere agricoliane: il Bermannus (1530), un dialogo sul mondo minerale, di cui abbiamo eseguito la prima traduzione in lingua italiana, e il De re metallica, il trattato che ha reso universalmente noto Agricola, proposto nell’edizione in lingua latina (1556). Il lavoro non è stato semplice, anche per il timore di non poter svolgere un compito corretto dal punto vista storico e filologico, e di invadere, in tal modo, spazi propri di chi, a differenza di noi, ha seguito percorsi di formazione culturali e professionali diversi da quelli degli ingegneri. Eravamo però consapevoli, e lo siamo tuttora, che la conoscenza nasce e si sviluppa dall’intersezione di culture, dallo scambio di paradigmi, dalla contaminazione di idee e di pensieri, e siamo convinti che un contributo alla storia del sapere delle arti e dei mestieri possa derivare anche da chi possiede una cultura rivolta prevalentemente a momenti di ricerca scientifica e tecnologica, piuttosto che a quelli di meditazione e di ricerca umanistica, storica e filosofica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.