Il concerto di questa sera è il frutto di una collaborazione tra il Museo di San Colombano - Collezione Tagliavini e l’Università di Bologna, nata nell’ambito del progetto di ricerca “Il mandolino a Napoli nella seconda metà del Settecento”, condotto dall’Università di Bologna in collaborazione con l’Università di Uppsala e l’Accademia Mandolinistica Napoletana. Uno degli obiettivi del progetto è quello della registrazione, con mandolini storici originali, delle 19 composizioni per mandolino di musicisti napoletani del ‘700, i cui manoscritti sono raccolti nella Collezione Gimo e conservati nelle Biblioteca “Carolina Rediviva” dell’Università di Uppsala. I manoscritti della Collezione Gimo furono portati in Svezia da un rampollo di una famiglia ugonotta di origine francese, Jean Lefebure (1736-1805), durante il suo viaggio in Europa condotto dal 1758 al 1763 insieme con il precettore Bengt Ferrner (1724-1802). I manoscritti rappresentano un esempio brillante dello “stile galante” e della cosiddetta Scuola Napoletana. Un tipo di repertorio diffuso, eseguito e ascoltato nelle maggiori capitali europee dell’epoca, in un’Europa ricca di scambi e illuminata da un’aristocrazia e dalla nascente ricca borghesia artistica e imprenditoriale. In questi giorni, il Museo di San Colombano ospita le registrazioni di questi manoscritti, che verranno eseguiti con strumenti originali e con alcuni dei preziosi strumenti della Collezione Tagliavini. L’interpretazione di queste musiche è affidata alla direzione artistica del mandolinista Mauro Squillante, considerato uno specialista negli strumenti antichi a plettro, e alla raffinata interpretazione del violoncellista Leonardo Massa, del clavicembalista Raffaele Vrenna e del mandolinista Davor Krkljus. Il concerto presenta al pubblico un’anticipazione dei risultati di questo progetto collaborativo di ricerca e di produzione musicale.

Addessi A.R., B.L. (2017). Il mandolino a Napoli nella seconda metà del Settecento.

Il mandolino a Napoli nella seconda metà del Settecento

Addessi A. R.
Conceptualization
;
Squillante M.
2017

Abstract

Il concerto di questa sera è il frutto di una collaborazione tra il Museo di San Colombano - Collezione Tagliavini e l’Università di Bologna, nata nell’ambito del progetto di ricerca “Il mandolino a Napoli nella seconda metà del Settecento”, condotto dall’Università di Bologna in collaborazione con l’Università di Uppsala e l’Accademia Mandolinistica Napoletana. Uno degli obiettivi del progetto è quello della registrazione, con mandolini storici originali, delle 19 composizioni per mandolino di musicisti napoletani del ‘700, i cui manoscritti sono raccolti nella Collezione Gimo e conservati nelle Biblioteca “Carolina Rediviva” dell’Università di Uppsala. I manoscritti della Collezione Gimo furono portati in Svezia da un rampollo di una famiglia ugonotta di origine francese, Jean Lefebure (1736-1805), durante il suo viaggio in Europa condotto dal 1758 al 1763 insieme con il precettore Bengt Ferrner (1724-1802). I manoscritti rappresentano un esempio brillante dello “stile galante” e della cosiddetta Scuola Napoletana. Un tipo di repertorio diffuso, eseguito e ascoltato nelle maggiori capitali europee dell’epoca, in un’Europa ricca di scambi e illuminata da un’aristocrazia e dalla nascente ricca borghesia artistica e imprenditoriale. In questi giorni, il Museo di San Colombano ospita le registrazioni di questi manoscritti, che verranno eseguiti con strumenti originali e con alcuni dei preziosi strumenti della Collezione Tagliavini. L’interpretazione di queste musiche è affidata alla direzione artistica del mandolinista Mauro Squillante, considerato uno specialista negli strumenti antichi a plettro, e alla raffinata interpretazione del violoncellista Leonardo Massa, del clavicembalista Raffaele Vrenna e del mandolinista Davor Krkljus. Il concerto presenta al pubblico un’anticipazione dei risultati di questo progetto collaborativo di ricerca e di produzione musicale.
2017
Addessi A.R., B.L. (2017). Il mandolino a Napoli nella seconda metà del Settecento.
Addessi A.R., Berglund L., Rebuffa D., Squillante M.,
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/679367
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