L’idea del “viaggio” nasce dall’intenzione di tracciare un percorso che vuole essere di conoscenza e presa di coscienza della memoria storica del continente europeo. La convinzione che induce a intraprendere un tale viaggio è che la memoria si recupera attraverso l’immaginario di un popolo, espresso, tra le altre cose, dalla tradizione folkloristica e novellistica tramandata sul duplice livello scritto e orale. “Una parola gettata nella mente a caso produce onde di superficie e di profondità… coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significato e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio” (Italo Calvino) “Viaggio nell’immaginario europeo” è un libro concepito come un’ampia raccolta di fiabe provenienti da diversi paesi europei, talvolta considerate su un piano comparativo, individuando cioè quanto dell’immaginario popolare appare comune a questo o a quel paese, al di là degli elementi distintivi e caratterizzanti. In primo luogo si tratta di un libro di fiabe, ideato, pertanto, allo scopo di sottolineare l’universalità della fiaba popolare, nonché di un libro sull’arte del “fabulare”, perciò pensato come libro di narrativa. Sebbene consapevoli del fatto che la narrativa conosce anche altre forme di diffusione, come la novella, il racconto o romanzo breve, e il più articolato romanzo, intendiamo qui occuparci esclusivamente e canonicamente delle fiabe popolari, cioè di quei contenitori narrativi che, tramandandosi di generazione in generazione per poi essere raccolti in definitiva da qualche scrittore con intenti più o meno colti, più o meno divulgativi, traggono la loro origine dal racconto orale. Si vuole, dunque, sottolineare soprattutto il carattere tradizionale della materia narrata, il riscontro ottenuto nell’immaginario popolare e la fortuna che tale genere ha riscosso e riscuote per il suo carattere di “archetipo” e la struttura paradigmatica dei contenuti e delle forme. In secondo luogo il libro, per gli intenti stessi da cui è mosso, si presenta chiaramente in prospettiva interdisciplinare, interessando, cioè, non solo l’ambito letterario, italiano e straniero, ma anche la geografia dei paesi d’appartenenza delle fiabe ivi riportate e la storia, sia perché il folktale (racconto popolare), pur non alludendo a un preciso contenuto storico, è sempre specchio di costumi, comportamenti, credenze, afferenti a un sistema sociale, sia in senso “trasversale”, perché individua tra le molteplici espressioni di narrativa tradizionale di tutti i popoli un innegabile nesso storico, al quale corrisponde un fondo comune di motivi narrativi e di elementi formali. In tal senso il libro attiene anche a quella che oggi si definisce “storia della mentalità”. Il termine tedesco per indicare la favola è märchen, il conte populaire dei francesi, che in inglese diventa fairytale o, più genericamente, folktale o wondertale, se è marcatamente presente la categoria del meraviglioso e dell’incredibile; i russi usano il termine skazka. La forma lessicale migliore è il tedesco märchen, che indica una fiaba di una certa lunghezza con una successione di motivi e episodi specifici, che si svolge in un mondo irreale senza una precisa definizione di luoghi e personaggi, ricca di eventi ed elementi meravigliosi e strabilianti (Stith Thompson). Non è poi troppo difficile, anche se i margini di caratterizzazione sono sottili, distinguere tra la novella di boccaccesca o chauceriana memoria, che s’inquadra in un mondo reale con ben definiti riferimenti spazio-temporali, pur non negandosi l’incursione del meraviglioso o, comunque, dell’inconsueto; gli herotales, o leggende d’eroi, che raccontano di lotte sovraumane di popoli che appartennero ad età eroiche, simili alle saghe nordiche; la saga vera e propria (säge in tedesco, local tradition o, anche, local legend in inglese), leggenda storicamente inquadrata o storia mitica di un personaggio che appartiene alla memoria popolare; il mito, “racconto ambientato in un mondo che si suppone abbia preceduto l’ordine attuale… collegato con le credenze e le pratiche religiose di un popolo”. All’interno dei folktales si collocano anche gli etiological tales (molto simili agli aitia di alessandrina memoria) e le storielle umoristiche (yest, humorous, anedot, merry tales). In ultima istanza si fa riferimento, naturalmente, a un patrimonio narrativo a cui si devono molte forme di scrittura moderna.

VISCARDI G.P. (2005). Viaggio nell'immaginario europeo: fiabe a confronto. ITA : Esselibri Simone.

Viaggio nell'immaginario europeo: fiabe a confronto

VISCARDI G. P.
2005

Abstract

L’idea del “viaggio” nasce dall’intenzione di tracciare un percorso che vuole essere di conoscenza e presa di coscienza della memoria storica del continente europeo. La convinzione che induce a intraprendere un tale viaggio è che la memoria si recupera attraverso l’immaginario di un popolo, espresso, tra le altre cose, dalla tradizione folkloristica e novellistica tramandata sul duplice livello scritto e orale. “Una parola gettata nella mente a caso produce onde di superficie e di profondità… coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significato e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio” (Italo Calvino) “Viaggio nell’immaginario europeo” è un libro concepito come un’ampia raccolta di fiabe provenienti da diversi paesi europei, talvolta considerate su un piano comparativo, individuando cioè quanto dell’immaginario popolare appare comune a questo o a quel paese, al di là degli elementi distintivi e caratterizzanti. In primo luogo si tratta di un libro di fiabe, ideato, pertanto, allo scopo di sottolineare l’universalità della fiaba popolare, nonché di un libro sull’arte del “fabulare”, perciò pensato come libro di narrativa. Sebbene consapevoli del fatto che la narrativa conosce anche altre forme di diffusione, come la novella, il racconto o romanzo breve, e il più articolato romanzo, intendiamo qui occuparci esclusivamente e canonicamente delle fiabe popolari, cioè di quei contenitori narrativi che, tramandandosi di generazione in generazione per poi essere raccolti in definitiva da qualche scrittore con intenti più o meno colti, più o meno divulgativi, traggono la loro origine dal racconto orale. Si vuole, dunque, sottolineare soprattutto il carattere tradizionale della materia narrata, il riscontro ottenuto nell’immaginario popolare e la fortuna che tale genere ha riscosso e riscuote per il suo carattere di “archetipo” e la struttura paradigmatica dei contenuti e delle forme. In secondo luogo il libro, per gli intenti stessi da cui è mosso, si presenta chiaramente in prospettiva interdisciplinare, interessando, cioè, non solo l’ambito letterario, italiano e straniero, ma anche la geografia dei paesi d’appartenenza delle fiabe ivi riportate e la storia, sia perché il folktale (racconto popolare), pur non alludendo a un preciso contenuto storico, è sempre specchio di costumi, comportamenti, credenze, afferenti a un sistema sociale, sia in senso “trasversale”, perché individua tra le molteplici espressioni di narrativa tradizionale di tutti i popoli un innegabile nesso storico, al quale corrisponde un fondo comune di motivi narrativi e di elementi formali. In tal senso il libro attiene anche a quella che oggi si definisce “storia della mentalità”. Il termine tedesco per indicare la favola è märchen, il conte populaire dei francesi, che in inglese diventa fairytale o, più genericamente, folktale o wondertale, se è marcatamente presente la categoria del meraviglioso e dell’incredibile; i russi usano il termine skazka. La forma lessicale migliore è il tedesco märchen, che indica una fiaba di una certa lunghezza con una successione di motivi e episodi specifici, che si svolge in un mondo irreale senza una precisa definizione di luoghi e personaggi, ricca di eventi ed elementi meravigliosi e strabilianti (Stith Thompson). Non è poi troppo difficile, anche se i margini di caratterizzazione sono sottili, distinguere tra la novella di boccaccesca o chauceriana memoria, che s’inquadra in un mondo reale con ben definiti riferimenti spazio-temporali, pur non negandosi l’incursione del meraviglioso o, comunque, dell’inconsueto; gli herotales, o leggende d’eroi, che raccontano di lotte sovraumane di popoli che appartennero ad età eroiche, simili alle saghe nordiche; la saga vera e propria (säge in tedesco, local tradition o, anche, local legend in inglese), leggenda storicamente inquadrata o storia mitica di un personaggio che appartiene alla memoria popolare; il mito, “racconto ambientato in un mondo che si suppone abbia preceduto l’ordine attuale… collegato con le credenze e le pratiche religiose di un popolo”. All’interno dei folktales si collocano anche gli etiological tales (molto simili agli aitia di alessandrina memoria) e le storielle umoristiche (yest, humorous, anedot, merry tales). In ultima istanza si fa riferimento, naturalmente, a un patrimonio narrativo a cui si devono molte forme di scrittura moderna.
2005
188
88-244-8352-6
VISCARDI G.P. (2005). Viaggio nell'immaginario europeo: fiabe a confronto. ITA : Esselibri Simone.
VISCARDI G.P.
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