Il Novecento ha permesso di superare una visione rigida e ristretta dei rapporti fra teatro e letteratura, riassumibile in buona sostanza nella formula: il teatro consiste (esclusivamente) nella rappresentazione di testi drammatici. La vera e propria "esplosione" a cui la contemporaneità ha sottoposto questi rapporti ha permesso di svelare gradatamente, in tutta la sua insospettabile molteplicità, la ricchezza delle relazioni esistenti fra questi due campi dell'arte e dell'immaginario, agendo retroattivamente anche sulla loro comprensione storica. E' così che nozioni inedite si sono imposte (come "scrittura scenica", "spazio letterario del teatro", "teatro in forma di libro", "drammaturgia consuntiva") e nuove pratiche hanno cominciato a svilupparsi, sia dalla parte dei letterati sia dalla parte degli uomini di scena. Il presente volume si situa, appunto, nello spazio letterario del teatro, o meglio, è dentro quello spazio che abitano gli "oggetti" di cui parla: testi drammatici, certo, ma anche e soprattutto trattati, saggi critici, teorie, racconti e romanzi, memorie e autobiografie, accomunati nello stesso statuto di scritture teatrali e di visioni della scena. Visioni nel senso della opsis aristotelica, e quindi come spettacoli, messe in scena; oppure nel senso di idee o teorie di teatro, comprese le derive utopiche ( come quella di Rousseau sulla festa o di Artaud sul teatro della crudeltà ); visioni, ancora, nel senso delle auto-immagini degli artisti oppure come teatralità ( preventiva e consuntiva) dell'opera drammatica; visioni, infine, nel senso delle risonanze del teatro e dello spettacolo negli spettatori, tra fascinazione e disinganno ( come nel caso esemplare di Roland Barthes ).
Titolo: | Visioni della scena. Teatro e scrittura |
Autore/i: | DE MARINIS, MARCO |
Autore/i Unibo: | |
Anno: | 2004 |
Numero di pagine: | 186 |
ISBN: | 8842072508 |
Abstract: | Il Novecento ha permesso di superare una visione rigida e ristretta dei rapporti fra teatro e letteratura, riassumibile in buona sostanza nella formula: il teatro consiste (esclusivamente) nella rappresentazione di testi drammatici. La vera e propria "esplosione" a cui la contemporaneità ha sottoposto questi rapporti ha permesso di svelare gradatamente, in tutta la sua insospettabile molteplicità, la ricchezza delle relazioni esistenti fra questi due campi dell'arte e dell'immaginario, agendo retroattivamente anche sulla loro comprensione storica. E' così che nozioni inedite si sono imposte (come "scrittura scenica", "spazio letterario del teatro", "teatro in forma di libro", "drammaturgia consuntiva") e nuove pratiche hanno cominciato a svilupparsi, sia dalla parte dei letterati sia dalla parte degli uomini di scena. Il presente volume si situa, appunto, nello spazio letterario del teatro, o meglio, è dentro quello spazio che abitano gli "oggetti" di cui parla: testi drammatici, certo, ma anche e soprattutto trattati, saggi critici, teorie, racconti e romanzi, memorie e autobiografie, accomunati nello stesso statuto di scritture teatrali e di visioni della scena. Visioni nel senso della opsis aristotelica, e quindi come spettacoli, messe in scena; oppure nel senso di idee o teorie di teatro, comprese le derive utopiche ( come quella di Rousseau sulla festa o di Artaud sul teatro della crudeltà ); visioni, ancora, nel senso delle auto-immagini degli artisti oppure come teatralità ( preventiva e consuntiva) dell'opera drammatica; visioni, infine, nel senso delle risonanze del teatro e dello spettacolo negli spettatori, tra fascinazione e disinganno ( come nel caso esemplare di Roland Barthes ). |
Data prodotto definitivo in UGOV: | 27-set-2005 |
Appare nelle tipologie: | 3.01 Monografia / trattato scientifico in forma di libro |